Il rapporto tra musica e matematica: confronto tra pubblico francese e Greta Cominelli, Renato Caruso e Gaetano Cappitta
Nella pittoresca e suggestiva città di Marsiglia in Francia si è tenuto un interessante dibattito sul tema “Rapporto tra musica e matematica”, presso l’associazione culturale Passaparola lo scorso venerdì 11 ottobre.
“Chiffres e Notes” è stata un’occasione di confronto tra pubblico francese e rappresentanti della musica italiana, che ha visto protagonisti Renato Caruso chitarrista, compositore e docente di musica, Greta Cominelli cantautrice e performer e Gaetano Cappitta percussionista.
Il suggestivo evento si è aperto con un momento di dibattito e di confronto, durante il quale Caruso ha spiegato il rapporto tra musica e matematica interagendo con Sebastiana Frau organizzatrice dell’evento e figura rappresentante di Passaparola e rispondendo alle domande del pubblico. Dopo il momento teorico, c’è stato un live durante il quale i tre artisti hanno deliziato il pubblico con alcuni brani della musica italiana e un inedito, spaziando tra varie sonorità ritmiche contaminate da colori latini.
I tre artisti raccontano questo progetto della loro prospettive
Il rapporto tra musica e matematicaRenato Caruso: “Il rapporto tra musica e matematica e le influenze della musica francese”
Renato, quali sono state le domande che ti hanno più colpito durante l’esposizione del rapporto tra musica e matematica?
Mi ha fatto delle domande su Galileo Galilei ed erano incuriositi nel sapere che Vincenzo, padre di Galileo fosse un musicista che aveva scoperto diverse cose, riguardanti l’opera musicale e la suddivisione dell’ottava in 12 parti uguali.
La terra di Francia ha avuto personaggi come Rameau che ha influenzato la composizione delle attuali canzoni, e Fourier determinante per il formato mp3, Spotify e l’I.A. La Francia è ancora un paese ispiratore e crea tendenze, al pari degli Stati Uniti e dell’Inghilterra?
La Francia è una Paese ispiratore soprattutto per l’ambiente e la sua bellezza. Noi abbiamo preso alcuni aspetti dall’opera francese. Nella loro musica c’è la tendenza a imbastire più generi e culture. Questo mix molto sentito crea apertura e nascono fenomeni interessanti.
Mentre vivevi quell’esperienza, sono nate nuove idee per i tuoi progetti futuri?
Mi è venuto la voglia di riprendere gli studi di Fourier e Rameau, e approfondire lo studio della musica. Inoltre, sicuramente partirò con la scrittura di un nuovo disco.
Greta Cominelli: “Il mio sound “Tra Venere e Marte”, cantautorato e le influenze internazionali”
Greta, nel tuo primo Ep di esordio “Tra Marte e Venere” ci sono i colori delle tue radici di ascolto e di studio: latino, black per citarne alcuni, con stili musicali e linguaggi diversi. Un lavoro nel quale hai portato anche la musica internazionale. Cosa hai provato vivendo questa esperienza musicale “dal vivo”?
Poter cantare stili e linguaggi musicali differenti, soprattutto dal vivo, ha dato conferma alle mie intuizioni. Questa è stata infatti una scelta positiva perché coinvolgente e arricchente: ho notato curiosità e interesse da parte del pubblico e mi sono sentita libera di esprimere le mie emozioni e influenze musicali. Amo raccontare me stessa attraverso una musica varia cercando il più possibile di non essere scontata e mi pare proprio che questa scelta stilistica intrapresa sia stata apprezzata.
Quali sono i brani che avete cantato? Avete preparato degli arrangiamenti ricercati?
Abbiamo studiato degli arrangiamenti unici perché cuciti sulla mia voce e sulla chitarra di Renato e Gaetano è entrato a far parte della nostra formazione in modo molto naturale e perfettamente in linea con le nostre aspirazioni. Il repertorio che abbiamo costruito è variegato e pensato per omaggiare la nostra Terra, per mettere in luce le perle della musica italiana.
Il live ha avuto inizio con un medley di Lucio Battisti composto da “Il mio canto libero”, “Mi ritorni in mente “e “Con il nastro rosa”. L’intento era far ascoltare una nostra versione del cantautore, crescendo in dinamica, partendo in modo dolce, facendo emergere molta introspezione e carattere poi e concludendo con tanta energia. In seguito, siamo passati ad uno dei classici italiani più conosciuti al mondo: “Tu vuo’ fa l’americano” e mantenendo il riferimento alla città di Napoli che tanto ha regalato dei suoi grandi musicisti, e non poteva mancare uno spazio dedicato al grandissimo Pino Daniele. “Quando”, dai toni malinconici e melodici ha creato grande contrasto con la precedente briosa e ritmata canzone di Carosone.
Con “Destinazione Paradiso” di Gianluca Grignani, abbiamo continuato il nostro viaggio nel cantautorato italiano passando per gli anni ’90. Abbiamo proseguito con un brano a me molto caro, non solo per l’orecchiabilità della sua composizione, il nostro arrangiamento molto spagnoleggiante, ma in modo particolare per il suo testo, forte, pregnante e provocatorio: “La bambola” di Patty Pravo.
Abbiamo inserito anche una canzone in lingua inglese “Beautiful that way”, in questo caso volendo portare maggior attenzione alla melodia composta dal maestro Nicola Piovani, scelta come colonna sonora del film “La vita è bella”, uno dei nostri migliori capolavori cinematografici. Il live si è concluso con un mio inedito dalle influenze cubane e spagnole “Sirena in un secchio di vernice” e con una delle mie canzoni preferite di Cesare Cremonini “La nuova stella di Broadway”, brano a mio avviso “magico” per il suo rimando tanto poetico e introspettivo quanto liberatorio ed energico.
Avete anche fatto solo un inedito, forse perché è un po’ rischioso per un pubblico che vi sta conoscendo. Qual è stata la tua sensazione?
In questa occasione abbiamo sperimentato noi stessi in un territorio nel quale non siamo stati ad esibirci prima e abbiamo dunque preferito proporre solo un inedito, ma è avvenuto quello che in cuor mio mi aspettavo: un grandissimo apprezzamento per aver proposto musica nostra. Abbiamo avuto infatti modo di appurare quanto le persone all’estero siano decisamente affascinate e totalmente rapite dalla musica italiana, e inoltre di comprendere quanto sia apprezzato il concetto della creatività.
È stato molto gratificante esser lì per loro a cantare e ci siamo resi conto della fortuna di poter rappresentare la musica italiana. Mi ha molto colpita un commento di un maestro di violoncello conosciuto dopo l’evento, si è complimentato e ci ha detto: “voi italiani avete l’arte nel sangue e avete un marcia in più rispetto a noi francesi”. Se è vero non lo so, ma sicuramente al più presto vorrei potere ripetere questa bellissima esperienza.
Gaetano Cappitta: “L’esperienza artistica in Francia, il ritorno a casa e la voglia di scoprire nuovi ascolti”
Gaetano, sei un percussionista siciliano e parigino di adozione. Il tuo modo di suonare come sta crescendo in Francia?
Sicuramente c’è una crescita perché i miei ascolti sono cambiati. Vivendo la città di Parigi ho la possibilità di ascoltare un numero di artisti e di generi che non conoscevo. Fa parte del percorso di ogni artista seguire questa strada di cambiamento. Inoltre, sto facendo molto esperienza di busker e questo aiuta a prendere consapevolezza dei gusti della gente senza risparmiarsi e dando il 100%. Al di là del piccolo errore tecnico, arriva l’energia e tutto quello che vuoi esprimere in quel momento: questo è il motivo per cui suoniamo.
Come è nato questo incontro musicale con Renato e Greta?
L’incontro è nato inizialmente con Renato, che mi chiamò per un progetto molto interessante con Patrizia Cirulli. Da questa idea è nato un quartetto e si è sviluppata la nostra collaborazione, facendo anche alcune date. Tra di noi c’è un feeling particolare.
Dopo ho conosciuto Greta e successivamente proposi a Renato, quando abitavo a Milano, di suonare assieme. Non abbiamo fatto nulla nel capoluogo lombardo, perché sono partito per la Francia. Dopo, ci siamo ritrovati a Marsiglia.
Oltre portare le tue percussioni e tua energia in questo interessante progetto, come è stato il ritorno a casa con Greta e Renato, sia emotivo che musicale?
Oltre l’energia, questo progetto mi ha portato la gioia di suonare con Greta, perché il suo entusiasmo è travolgente. Sono sempre affascinato quando incontro artisti che hanno voglia di fare e mettersi in discussione. Risuonare alcuni brani mi ha riportato alla mia carissima Italia e ai bellissimi ricordi dei vissuti musicali a Milano: un ritorno a casa molto toccante.
È meraviglioso vedere nella vita di tutti i giorni, come la musica italiana sia amata in Francia e soprattutto in tutto il mondo. Siamo famosi nel mondo per il bel cantato e lo abbiamo portato a Marsiglia.
Sono stato molto contento e avrei fatto altre date, tante altre.
Articolo a cura di Raffaele Specchia