Comporre è sempre stata la mia missione
E’ un giovane autore (45enne tra un mese) originario di Cassino, in provincia di Frosinone. Ormai è solo un’origine in quanto Marco Colavecchio ha aperto importanti collaborazioni in tutta Italia e non solo. Nel suo curriculum professionale c’è la grande figura di Eros Ramazzotti. Per arrivare ai grandi nomi è indispensabile un percorso di valide esperienze, quelle che Marco ha vissuto, con difficoltà ma anche con grandi soddisfazioni… quelle che oggi lo hanno portato ad essere un grande autore.
Cosa ti ha portato a diventare un autore?
Sinceramente non lo so; so solo che da sempre mi viene istintivo e naturale mettere in musica o parole le emozioni che provo e che in qualche modo posso vivere attraverso gli altri.
In che modo costruisci i tuoi pezzi?
I brani nascono un po’ dall’istinto e un po’ grazie alla sinergia che si crea con altri autori che mi portano a raccontare me stesso attraverso la musica.
Quali generi toccano i tuoi pezzi?
Scrivo brani di genere pop rock spaziando a volte anche sul versante latino.
Quando capisci di aver trovato il giusto interprete per la tua canzone?
E’ difficile capire chi possa essere il giusto interprete di un mio brano; oggi conta molto l’arrangiamento; siamo poi in momento storico in cui – anche gli artisti di grosso calibro tendono a cambiare genere e a rinnovarsi sia sotto il profilo di scrittura sia musicale.
Che percorso ha fatto Marco per diventare l’autore che è oggi?
Per diventare l’autore che sono ho fatto un percorso tortuoso e duro, ma ne sono orgoglioso e felice. Ho sempre scritto, migliorandomi giorno dopo giorno, imparando dalle persone con cui ho avuto il piacere e la fortuna di collaborare.
Quali le collaborazioni più importanti e significative della tua carriera?
Penso che tutte le collaborazioni che ho avuto siano state in qualche modo basilari, perché hanno contribuito alla mia crescita artistica sia come compositore sia come autore. Tra questi sicuramente Diego Calvetti, Pio Stefanini, Paolo Vallesi, Luisa Corna, Pino D’Angiò, Rita Pavone e Beppe Dati. Fondamentale per la mia carriera è stato l’incontro con Eros Ramazzotti, con il quale ho firmato un contratto esclusivo come autore e compositore e poi Claudio Guidetti.
C’è una canzone del passato che avresti voluto scrivere tu?
Sono tante le canzoni che avrei voluto scrivere, ma se dovessi citarne qualcuna direi: “Caruso” di Lucio Dalla, “La donna cannone” di Francesco De Gregori e “Avrai” di Claudio Baglioni.
Esiste la formula per “la canzone vincente”?
Secondo me la canzone vincente è quella che scrivi quando non pensi al successo: è il pezzo che nasce da solo, frutto di un’ispirazione improvvisa che ti “costringe” a tradurre in musica le emozioni forti.
C’è un autore contemporaneo o del passato che stimi particolarmente e che ritieni essere un valido esempio?
Stimo tantissimi autori; con alcuni di loro collaboro attualmente e ho trovato un’intesa e una sinergia pazzesca; sto parlando di Claudio Guidetti, Federica Abbate e Alfredo Rapetti Cheope.
A cura di Roberto Zampaglione