Showgirl, influencer e sportivi si avvicinano sempre di più alla formula della canzone. Qual è il motivo? Cerchiamo di capirlo insieme a Ilenia De Sena.
Ilenia De Sena è un’aspirante giornalista sportiva ventenne che in occasione dei Mondiali di calcio 2018 ha deciso di pubblicare una traccia chiamatasi “Ciao Ciao Mondiale“. Un progetto canonico, più che una canzone, chiaramente volto, in maniera simpatica, ad allargare il proprio bacino di utenza tentando il tormentone. È come provare a vincere il jackpot con una monetina: nella peggiore delle ipotesi non si vince nulla, ma si è anche persa la moneta. Quindi, quali sono le ragioni che si celano dietro progettualità di questo tipo? Arte o visibilità? Ma soprattutto, se la qualità non è un punto centrale di un progetto, il rischio è quello di auto-screditarsi?
Il tuo personaggio mi ha colpito. Tu fai tanti mestieri: influencer, conduttrice, attrice. Qual è, allora, il tuo ruolo specifico nel mondo dello spettacolo?
Il ruolo che ho adesso non è definito, perché devo trovare la mia strada. Il mio sogno sarebbe quello di diventare una giornalista sportiva. Credo che per trovare la propria strada sia necessario provarne altre senza escludere niente. Con l’evoluzione della tecnologia si è imparato a fare più cose contemporaneamente. È un vantaggio per le persone come me, che hanno sempre voglia di mettersi in gioco, che non si arrendono mai. Persone determinate. Il mio primo pensiero appena sveglia è leggere notizie di mercato, interessarmi di sport. Ho una passione sfrenata. Non mi ispiro a qualcuno in particolare, ma ho alcuni riferimenti. Seguo giornaliste come Giorgia Rossi, Monica Bertini, Eleonora Boi e Diletta Leotta, per poter diventare un giorno come loro o anche meglio, perché nella vita si può sempre migliorare e non bisogna mai fermarsi.
Oltre ai lavori che abbiamo elencato prima aggiungiamo, quindi, anche il giornalismo sportivo. Che formazione hai?
È un percorso che ho iniziato quando avevo 15 anni. Quest’anno ho lavorato a Radio Milan Inter, ho condotto un programma insieme a un giornalista per tutto il corso del campionato. Sono passata a Radio Montecarlo Sport. Ho seguito tanto le partite del Milan, anche se non sono milanista. Questo dimostra il mio lato sportivo: amo il calcio, quindi, anche se non si tratta di Juventus, mi piace guardare il bel gioco. Credo che bisogna rimanere sempre con i piedi per terra, per quello sto cercando di prendere una laurea. Studio economia e marketing in Bicocca a Milano.
In tutto questo, hai realizzato una canzone che si chiama “Ciao Ciao Mondiale”. È diventato comune per molti esponenti dello spettacolo pubblicare una traccia, anche per chi si occupa di sport. Come mai personaggi che non hanno legami con la musica decidono di fare una canzone?
Con la musica puoi divulgare un messaggio in maniera diretta e immediata. Come sappiamo tutti l’Italia non si è classificata ai Mondiali. Questo ha sconfortato un’intera nazione. Durante la Coppa del Mondo le famiglie si riuniscono, anche chi non segue il calcio inizia a guardarlo. Era un momento per stare insieme. Il motivo per cui ho fatto una canzone è principalmente questo, oltre a fondere la passione che ho per la musica e per lo sport.
Dopo aver ascoltato la canzone mi è tornato in mente Checco Zalone, quando aveva tentato il colpaccio, riuscito peraltro, con “Siamo una squadra fortissimi”. La grande differenza è che lui, oltre ad essere un grande comico, è anche un musicista. Tu hai messo mano sulla tua canzone oppure sei stata aiutata?
Sono stata aiutata e lo dico perché non sono una cantante professionista. La bellezza di questo brano è il concetto di “girl power”: la donna è messa al centro di questa canzone che parla di calcio, un argomento prettamente maschile. Si affronta il ruolo della donna, che è sempre più forte nella società. In questo caso una moglie segue il calcio e il marito non fa nulla. Il messaggio principale è una donna con sempre più potere all’interno del mondo.
Detta così, però, appare presuntuosa?
No, assolutamente. Non in modo presuntuoso. Visto che le donne hanno sempre subito una discriminazione rispetto all’uomo, in questo caso si è voluto mettere al centro la donna per dimostrare che capisce di calcio.
Quindi il fuorigioco sai spiegarlo benissimo.
Certo (ride).
La tua situazione è utile per capire quanto, in casi analoghi al tuo, si stia utilizzando la musica per divulgare un personaggio. Si cerca il tormentone estivo trattando argomenti sportivi. Pensi che sia un valore positivo nei confronti dell’arte o ne toglie il vero valore?
Mi metto dalla parte di chi fa musica, che studia e capisco che si senta discriminato. Se tutti possono fare musica, ma con basi totalmente diverse, è una discriminazione e questo lo capisco. Il mio intento non è quello di diventare una cantante, ma di raccontare, in maniera simpatica, che l’Italia non si è qualificata ai Mondiali. Quindi, è semplicemente un modo per tirare fuori un tormentone estivo, ma non è stato fatto per diventare una cantante, anche perché non ho mai studiato (musica, nda) e non è quello il mio obiettivo. La musica è un mezzo per farsi conoscere in maniera immediata.
“La musica è un mezzo per farsi conoscere”. Quello che hai detto è la verità. Sfatiamo il mito di chi si occupa di altro e poi si dedica alla musica. È giusto che qualcuno lo dica.
Io l’ho fatto per quello. Mettendo la mia canzone a confronto con quella di un professionista si vede che sono cose completamente diverse. Penso che i cantanti non siano preoccupati dalla mia canzone, perché non intaccherebbe di sicuro il loro talento.
Per ora “Ciao Ciao Mondiale” è disponibile solo in formato audio. Uscirà anche il video?
Ci stiamo pensando. Non siamo ancora sicuri. Per ora no.
Da questa intervista sembra emergere sempre di più “la ricetta per il successo”. Che valore ha per te il successo?
Si, sicuramente. Il successo è un modo per ripagare tanti sforzi e sacrifici che vengono fatti e magari nessun’altro nota. Non perché sia io a volerli far notare, perché alla fine sono io che li faccio e ho il piacere di farli. Per mantenere il mio corso di studi e la mia carriera studio di notte, non dormo, mi porto i libri dietro. Mi nego le uscite e anche la mia vita privata ne risente. Il successo è la coronazione di tanto lavoro.