Tutto quello che c’è da sapere sul nuovo progetto discografico del giovane artista vicentino, disponibile in tutti gli store a partire dal 4 maggio
Diciotto anni e avere già le idee chiare in testa, questo è Thomas Bocchimpani, giovane cantautore che abbiamo imparato a conoscere nel corso della sedicesima edizione di “Amici” di Maria De Filippi e che, lo scorso 13 aprile, ha festeggiato la maggiore età. Un traguardo importante che l’artista ha deciso di dedicare a tutti i suoi fans regalando loro “Thomas 18 Edition“, repack contenente cinque nuovi inediti.
Ciao Thomas, benvenuto su musica361. Come descriveresti questo momento che stai vivendo sia dal punto di vista personale che artistico?
I diciotto anni rappresentano una tappa per me interessante, perché ti si spalancano molte opportunità ed esperienze importanti, tipo imparare ad autogestirsi in maniera completamente autonoma, tutte cose necessarie e fondamentali per la mia crescita. Dal punto di vista lavorativo, ho vissuto fino ad ora diversamente rispetto a miei colleghi già maggiorenni, ora è strano pensare che non avrò più bisogno di far firmare liberatorie ai miei genitori (ride, ndr), per il resto mi sento sempre lo stesso Thomas.
I compleanni sono sempre tempo di bilanci, come valuti il tuo percorso sino ad ora?
In generale, mi considero in continua maturazione, cerco di sperimentare e di scoprire sempre di più me stesso. L’idea è quella di proporre al mio pubblico dei lati nuovi di me, che ancora non ho avuto modo di mostrare, mettendomi in gioco il più possibile, assorbendo più nozioni possibili per crescere e rafforzarmi come persona e come artista.
Sempre in ottica di festeggiamenti, hai pubblicato la riedizione del tuo ultimo disco, contenente alcune novità…
Si, ci sono cinque nuove canzoni che mi sono autovoluto regalare, si intitolano: “Non te ne vai mai”, “Tutta la notte”, “Libero”, “Rallenty” e “Giovani diamanti”. Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensano i miei fans!
A livello musicale, hai già ben chiare quali sono le sonorità che si sposano al meglio con la tua personalità e la tua timbrica vocale?
In parte, perché sono alla costante ricerca di nuovi sound. Sicuramente sono attratto dal funk, dal soul e dal rhythm & blues ma, in generale, non so quali sorprese la musica ha in serbo per me, senz’altro continuerò a viverla con grande passione e rispetto, convinto che la ricerca e la sperimentazione siano un motivo di crescita e di confronto. Non si può piacere a tutti, ma quantomeno bisogna provare a fare quello che piace a noi stessi, sempre.
Il prossimo 7 giugno aprirai il concerto dei “Why don’t we” ai Magazzini Generali di Milano. Un’altra bella e inaspettata soddisfazione professionale?
Mi sento onorato, sono stilisticamente molto fighi, li seguo da diverso tempo e mi piace molto la loro dimensione acustica, l’armonia e la magia che riescono a creare nei loro spettacoli dal vivo. Come al solito, cercherò di dare il massimo sul palco perché lì sto bene, al contrario di quando mi tocca parlare nelle interviste (ride, ndr).
Sei giovanissimo ma, allo stesso tempo, hai tantissimi ragazzi che ti seguono e si ispirano a te. Sei consapevole che questa fortuna rappresenta anche una grande responsabilità?
Assolutamente si, la considero una cosa bellissima e, come hai detto tu, una grande responsabilità, perché chi ti ascolta ti vede come un modello da seguire e, in qualche modo, si aggrappa a te, spronandoti indirettamente a dare sempre il massimo. Aver raggiunto determinati obiettivi, mi spinge a voler continuare a perseguirne di nuovi, in fondo in ogni maratona il traguardo coincide sempre con il punto di partenza.