“Jazz&Remo il Festival” è il progetto discografico del Maestro Bruno Santori, che vedremo impegnato anche nel prossimo doppio concerto Radio Italia Live a Milano e a Palermo.
Accorciare le distanze tra il jazz e il pop? Si può fare, attingendo ai grandi successi del Festival di Sanremo e lasciandoli intatti nella loro essenza pur cambiandone il “vestito”. È quanto ha fatto il Maestro Bruno Santori nell’album “Jazz&Remo il Festival”, un omaggio alla grande tradizione musicale sanremese (da “Volare” a “E poi”) rielaborata in chiave jazz.
Ecco cosa il Maestro Bruno Santori ci ha raccontato a proposito di questo progetto musicale e di diversi altri impegni che lo vedranno protagonista.
“Jazz&Remo il Festival” vuole accorciare le distanze tra pop e jazz, un genere che viene percepito spesso come alto e difficile, forse troppo…
Questa considerazione non l’ho fatta. Per anni una vasta fetta di pubblico mi ha consciuto attravero la musica leggera (tra le altre cose, il Maestro Santori è stato direttore stabile e artistico dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, della Sanremo Festival Orchestra e direttore artistico di Area Sanremo, nda). Non volevo allontanarmi da questo pubblico, non cercavo di fare qualcosa di nicchia ma ci tenevo a tradurre il jazz in qualcosa di più comprensibile.
Com’è nata questa idea?
Nel 2016 ho festeggiato i 40 anni dal mio primo Festival di Sanremo. Venivo da un periodo di concerti jazz in trio e avevo voglia di “giocare” un po’ con brani famosissimi della musica italiana: ne ho scelti una quarantina e ho visto che funzionava. Ho passato alcuni mesi modificando strutture armoniche e ritmiche delle canzoni, mantenendo intatta la loro riconoscibilità ma dando loro un sapore diverso, in un gioco al tempo stesso affascinante e divertente. Cercavo di creare qualcosa che fosse crossover, e la sorpresa è che comunque questo disco è realmente jazz.
L’obiettivo finale di questo album?
Mi interessava portare il jazz a chi magari non l’aveva mai ascoltato e ne è rimasto affascinato (dai riscontri del pubblico so che è così e ne sono molto felice), non ho mai puntato a un progetto da classifica.
Come voce, per interpretare questi brani hai scelto Giulia Pugliese, che ricordiamo come una dei partecipanti a The Voice of Italy.
Abbiamo iniziato con Silvia Aprile, ma lei aveva un suo progetto da portare avanti. Ho ascoltato voci meravigliose, ma molto jazzistiche, cosa che non volevo. Non volevo nemmeno una voce giovane, e invece poi ho trovato la giusta maturità – vocale e anche personale, nonostante lei abbia solo 24 anni – in Giulia. La conosco da Area Sanremo, a cui era arrivata davvero giovanissima; l’ho risentita a The Voice, ma quella del talent non è un’etichetta che mi interessa.
Sei direttore musicale di “Radio Italia Live: il concerto”, che quest’anno si articola in due appuntamenti che si svolgeranno a Milano domenica 18 giugno e, per la prima volta, a Palermo venerdì 30 giugno. Da quanto tempo sei al lavoro per questo doppio evento?
Da un paio di mesi sto lavorando sugli arrangiamenti. È un impegno immenso, ci sono 63 canzoni da arrangiare e orchestrare. È una grande responsabilità, perchè ogni cantante (e parliamo di grandi nomi della musica italiana) porta il suo pubblico e una serie di esigenze a cui aderire, che comprendo benissimo.
Infine, c’è un’altra cosa che ti riguarda. Sei stato nominato Tourism Ambassador di Malta: questo tuo ruolo cosa comporterà?
Il mio impegno su un progetto molto bello, i Mediterranean Award: sto lavorando perchè diventino realtà, attraverso il confronto tra la musica mediterranea. Vorremmo trovare un’identità musicale comune tra i paesi di questo mare, in cui la musica italiana potrebbe portare il suo grande contributo artistico. È un progetto ancora in divenire, speriamo di concretizzarlo per l’anno prossimo, visto che nel 2018 La Valletta sarà capitale europea della cultura.