Jenime, con Waves una pagina bianca per scrivere il proprio futuro, un inno di rinascita che cattura l’anima
Jenime, nome d’arte di Marta Fabrizi, è una giovane cantautrice che, con una nuova identità artistica, torna sulla scena per raccontare il suo nuovo inizio. Un percorso fatto di risalite e rinascite, di introspezione e maturazione.
Il brano, dal titolo Waves, già disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming, è un inno di rinascita che cattura l’anima e rappresenta una nuova avventura per un percorso artistico tutto da scrivere.
L’inizio di un progetto ambizioso, una pagina bianca, dove poter immaginare e scrivere il futuro che verrà. La musica come strumento di autenticità.
Ciao Marta, partirei subito chiedendoti di te: come nasce Jenime?
Jenime nasce dall’esigenza di avere una pagina bianca, per scrivere un nuovo capitolo della mia vita artistica.
Jenime significa intuizione e leadership e allo stesso tempo femminilità accogliente.
Giovanissima, ma con tante esperienze alle spalle, ma quanto è stata importante la gavetta per renderti l’artista di oggi?
L’essere artista è una cosa innata, o ci nasci o niente. Le esperienze aiutano ad acquisire la professione: capire come utilizzare gli strumenti del mestiere, come relazionarsi con i colleghi e come far funzionare tutti questi elementi nel modo più utile possibile. In questo, ad essere onesta, le mie esperienze passate sono state utili, ma anche fuorvianti!
Waves è il tuo nuovo singolo, ma cosa rappresenta per te?
Waves è il primo capitolo di questa nuova storia. È la scoperta di come essere autentica attraverso la musica.
La rinascita come tema portante, ma è anche un brano autobiografico?
Certamente, questo è un brano autobiografico, ma è anche una descrizione di una sensazione che credo sia universale. Tutti noi incontriamo delle difficoltà nel processo di crescita, eventi che fortificano e fanno davvero maturare.
Un brano dove ti sveli al mondo e torni con una nuova forma e un nuovo mondo, ma è anche un modo per abbandonare il passato?
Sai, come dicevo prima, quando si passa attraverso un processo di crescita è normale cambiare ed allontanarsi dal passato. Con questo ci tengo a dire che non lo rinnego, anzi, è stato utile passarci attraverso. Senza dubbio oggi sono una persona diversa.
In questa tua produzione canti in inglese, sarà il tuo marchio di fabbrica o ti sentiremo cantare anche in italiano?
In questo momento mi sento particolarmente a mio agio nella scrittura in inglese, mi aiuta a non ostacolare le idee nel flusso creativo. Sento l’inglese più ampia come lingua rispetto all’italiano, al momento è la lingua che mi permette di esprimermi al meglio. Poi chissà, forse un domani questa cosa cambierà, io non mi pongo limiti.
L’incontro con se stessi è anche alla base del videoclip, una sorta di ritorno alle origini. Una rinascita già presente come messaggio nel brano…
Il video, di cui la regia è di Riccardo Tappo, è in linea col tema fondamentale della canzone: liberazione dai pesi del passato, rinascita e connessione col proprio bambino interiore. Lo abbiamo girato questa estate nella splendida cornice di Villalago, è un piccolo gioiello al quale tengo particolarmente.
Dopo Waves cosa ci dobbiamo aspettare?
Chi lo sa! Ho voglia di esprimermi e sperimentare, per questo sono già tornata a lavorare in studio su del nuovo materiale. In tutto ciò spero di tornare live a breve, anzi brevissimo!
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli