L.E.D. : “Eden”, l’anti-paradiso della società, una narrazione complessa ma disinvolta sulle contraddizioni dell’esistenza umana in preda all’oblio

I L.E.D. sono un gruppo musicale nato nel 2015 a Vigevano da una collaborazione artistica tra Massimiliano Tordini e Marco Mangone. Hanno una maturità discografica alle spalle con diverse esperienze collezionate sul campo, ma sono ancora in stand by, in attesa di trovare la propria strada. Nei loro brani raccontano come l’umanità si possa spesso trovare intrappolata in dinamiche di disuguaglianza che prescindono dall’esistenza di un Dio o dall’appartenenza a una fede. Il nuovo singolo, “Eden”, con uno stile fresco di stampo rock alternativo, racconta come il diritto di seguire la propria vocazione non è universale, ma dipende dal contesto in cui si nasce. In troppe parti del mondo, i diritti fondamentali vengono negati, soffocando sogni e aspirazioni prima ancora che possano germogliare. Il testo esplora le più profonde contraddizioni dell’esistenza umana, spesso inconsapevole delle forze che la guidano.
Risucchiato dal vortice di un’apatia diffusa. L’Eden, simbolo di perfezione e giustizia, si trasforma così in un miraggio irraggiungibile, un luogo che avrebbe dovuto esistere ma che, nei fatti, non è mai stato.
Buongiorno a tutti/e, oggi diamo il benvenuto a Massimiliano Tordini e Marco Mangone, componenti della band dei L.E.D.! Siamo lieti di avervi tra le nostre pagine, come state?
Buongiorno e grazie per averci ospitato. Tutto procede bene!
Come vi siete conosciuti?
È passata una vita. Prima di essere musicisti siamo soprattutto amici. Io e Max, essendo della stessa città di Vigevano, ci conoscevamo già da tanti anni, ma entrambi all’inizio suonavamo in due gruppi diversi. Il fato ha voluto che questi due gruppi si siano sciolti quasi contemporaneamente e abbiamo deciso di fare qualcosa insieme, abbiamo iniziato dieci anni fa esatti. Siamo amici nella vita ancor prima che compagni nella musica. Conosciamo i nostri pregi e difetti, ci sopportiamo e ci supportiamo.

Nella vostra zona quante possibilità di suonare ci sono?
Gli spazi che c’erano una volta hanno chiuso, i club si sono trasformati in altro. Pavia negli anni ’90 e nei primi del 2000 era ricca di posti in cui suonare, c’è sempre stato un giro importante di musica e di musicisti. Ora non frequentiamo più certi ambienti, la nostra provincia così come Milano è diventata abbastanza selettiva. O si fanno cose medio grandi o si fa altro. Ora non c’è più quel fermento di una volta, oggi a Vigevano siamo in quattro i gruppi in attività, tutti con esperienza. Non c’è quell’investimento culturale nella musica come si faceva circa 20-30 anni fa.
Da dove viene il nome L.E.D.?
Di base non significa nulla, ci immaginiamo questa luce che arriva un po’ dappertutto e irrompe in una stanza buia, dove c’è una situazione di angoscia. L’idea era quella di un faro che illumina, una luce guida che ti salva. Noi siamo abbastanza crepuscolari, non siamo così solari ma neanche super dark, una via di mezzo, con giorni di sole e altri in ombra, come nella vita di tutti i giorni del resto.
Da quante persone è composta la vostra band?
Siamo in quattro, io e Marco voce e chitarra, Walter Clemente al basso e Yureck Borini alla batteria.
Siete tornati sulla scena con “Eden”, il nuovo singolo. Raccontateci di cosa parla il brano…
Questo pezzo nasce dalla nostra creatività, siamo andati in studio e abbiamo arrangiato un pezzo. Rappresenta ciò che la società ci propone, penso che sia la storia di un amore che si contrappone ai dogmi attuali, un sentimento ideale che soccombe alla velocità e all’approssimazione del vivere contemporaneo. È qui che si consuma la sconfitta della bellezza autentica, schiacciata dall’ansia di un tempo che corre senza sosta. Oggi sembra che tutto ciò che non appartiene alla società dev’essere visto per forza come un qualcosa di diverso, quindi demonizzarlo. Invece non è così. Questa non è una storia a lieto fine perché i due personaggi finiscono per dissolversi nel nulla. Vengono smembrati da una società che ci proietta verso una non accettazione della differenza altrui, il razzismo, le ingiustizie sociali.

Da cosa deriva questa inconsapevolezza collettiva?
Dalla perdita di personalità. L’impronta mediatica è molto pericolosa e controproducente; oggi c’è una disinformazione così marcata che porta ad un raffreddamento mentale, culturale e psicologico che un po’ mi spaventa.
Perché Eden come titolo?
Nell’immaginario collettivo e nella religione l’Eden è un posto in cui non ci sono discriminazioni, differenze, un luogo ideale e giusto in cui vivere, però non siamo capaci di vederlo o realizzarlo e per questo ci appare un miraggio irraggiungibile. Questa canzone è il suo perfetto opposto.
Qual è un vostro aspetto che vi contraddistingue?
Siamo molto professionali nell’approccio alla musica. Abbiamo raggiunto un livello elevato e siamo consapevoli dei nostri mezzi. Abbiamo mantenuto la voglia di dire quello che abbiamo in testa, senza troppi pensieri o metafore, ma in modo limpido e diretto. Abbiamo bisogno di fare musica, ci piace e ci fa stare bene insieme.
Il momento più bello della vostra carriera finora?
Abbiamo suonato all’Ariston nel 2021 alle finali di Sanremo Rock ed è stato emozionante, quel palco equivale ad entrare in una cattedrale o in un museo, o come star davanti alla Gioconda. In generale, comunque, per noi il palco è una comunione con chi sta davanti, una messa comune, un rito magico.

Il 12 maggio esce il vostro nuovo album. Qualche anticipazione?
Si intitola “Il coraggio delle tre del mattino” ed è composto da undici tracce. Ci abbiamo messo un anno per realizzarlo, abbiamo cominciato a scrivere a gennaio 2024 e subito dopo abbiamo registrato tutto. Già verso fine anno il disco era pronto per uscire.
Avete aspettative su questo progetto?
È come quando ti viene fuori un figlio e pensi sia il migliore del mondo; vuoi fargli fare la carriera più ricca e longeva possibile e gli auguri di essere felice nella vita. Suonarlo dal vivo sarà come quando un figlio si sistema ed infatti già non vediamo l’ora di fare roba nuova.
Il vostro sogno più grande?
Poter valorizzare al meglio i nostri sacrifici e tutto quello che abbiamo fatto finora legato al mondo della musica.
Un messaggio che volete lasciare a chi ci segue?
Siate curiosi, in essa potete trovare delle belle sorprese.