Francesco Russo è il Direttore Editoriale de La Gazzetta dello Spettacolo, quotidiano online, a breve, anche Bimestrale cartaceo diffuso a tiratura nazionale in 40.000 copie. Contenuti di spettacolo puro, lontani dal gossip, caratterizzano il piano editoriale della testata.
Titolo della testata: La Gazzetta dello Spettacolo
Qual è il pubblico a cui si rivolge?
Il pubblico de La Gazzetta dello Spettacolo è abbastanza vario, sia per genere che per età. Fondamentalmente si rivolge a tutti coloro che cercano informazioni legate al mondo dello spettacolo puro, ovvero, quello che non deve essere mai confuso con il gossip.
Cerchiamo di raccogliere tutte le fasce d’età,
a partire dai giovanissimi che sono da sempre attenti alle nuove tendenze musicali, quando si parla di trap ad esempio, o attenti al mondo delle serie TV, non appena annunciamo qualche novità.
Una fascia di pubblico più adulta invece è quella legata alle interviste di approfondimento ai personaggi dello spettacolo o alle recensioni teatrali.
Che spazio viene dato alla musica?
La musica ha uno spazio importante. Personalmente lo considero uno dei must dello spettacolo dell’arte, insieme al cinema ed al teatro.
Cerchiamo di seguire una filosofia molto “nazionale”,
sicuramente senza snobbare la musica internazionale. Essendo un quotidiano in lingua italiana, letto anche da molti italiani all’estero, per scelta editoriale, si è sempre preferito parlare al 90% delle tendenze musicali e degli artisti italiani, rispetto agli internazionali. Oggi lo scenario, con la nascita del magazine che è distribuito anche in alcune grandi città del mondo (Cannes, New York, Nuova Dehli), stiamo preparando un nuovo piano editoriale che partirà da settembre e che vedrà coinvolti anche gli artisti stranieri.
Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Principalmente tutti i generi, ma con tre tendenze particolari che accontentano il nostro target. Il pop per “i nostalgici” 30/40, il jazz per “gli appassionati” 40/60 ed il rap e la trap per “i giovanissimi” 15/30
Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
E’ stata una scelta legata soprattutto ad una forte territorialità iniziale del progetto, che però sta mutando giorno dopo giorno.
Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
A dirlo dovrebbero essere i lettori … però, mi permetto di elencare due dei nostri punti di forza, che sono: lo spazio dedicato agli emergenti (musicisti, attori e attrici, ballerini/e e modelli/e), sempre accuratamente selezionati prima di essere raccontati… mentre l’altro punto di forza te lo segnalo con un aneddoto: durante un evento per il quale ero stato contattato per premiare degli artisti, tra gli ospiti c’era Gino Cogliandro dei Trettré. Io sono un 35enne, ma per la passione che ho legata al mondo dello Spettacolo, adoro questi personaggi della storia della Televisione, come fossero miti moderni.
Mentre siamo insieme al backdrop delle interviste, mi guarda e dice:
“La Gazzetta dello Spettacolo… mi piace! Riuscite ancora a fare quella che una volta si chiamava la recensione teatrale come si faceva negli anni ’50!”.
E da li puoi immaginare la mia gioia, che ho voluto subito trasferire a tutti i redattori che si occupano di teatro, come un complimento ricevuto da un maestro che ha fatto la storia italiana.
Da quando esiste la testata?
Il quotidiano online è stato fondato il 25 giugno 2013 e da li poi ci sono state due evoluzioni fondamentali: quella di settembre 2017, quando abbiamo lanciato sul mercato il nostro primo magazine cartaceo, in formato pocket A5 con una tiratura di 10.000 copie, in alcune regioni d’Italia.
Oggi, nel 2019, arriviamo a Giugno con il lancio della nuova versione, un luxury magazine perlato in A4 con il triplo dei contenuti (siamo passati dalle 40 alle 96 pagine) e con una distribuzione che serve tutta Italia e qualche città dell’Estero.
Qual è stato il percorso di crescita?
Impegno e dedizione intese come volontà di non abbassare mai la qualità dei contenuti; ricerca nella novità tecnologica e soprattutto il rispetto dei partner nazionali (intesi come media e addetti ai lavori)
Come descriveresti la vostra immagine e impostazione grafica?
Per dirla alla “Vignelli”, siamo un magazine con un tocco di quotidiano…
…puntiamo alla modernità, mantenendo dei tratti di stile classico.
Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
Fino a ieri pochissimo. Quando fai tanta strada e velocemente con i numeri ti perdi qualcosa per strada. Per una mia mancanza, i social non hanno mai avuto un ruolo predominante nella nostra diffusione, perché li ho sempre osservati con uno “scetticismo gossipparo”. Ad oggi, che buona parte delle news passano da la, ci stiamo adeguando, curando un po’ di più l’aspetto social media.
Tra i social, quale trovi quello più efficace?
Da persona meno social del mondo ti rispondo Instagram… ma sicuramente nerd ed influencer già staranno lavorando su qualcosa di nuovo che non mi è dato sapere.
Qual è la linea che hai impostato in tema di musica?
Quella della qualità. L’offerta c’è ed è tanta ma la qualità musicale deve venire prima di tutto, altrimenti stiamo parlando di show, di spettacolo generico. La musica è qualcosa che oltre al talento prevede lo studio e quindi si favorisce sempre la scelta di artisti legati a determinati canoni musicali piuttosto che altri.
Che rapporto avete con gli uffici stampa?
Fondamentalmente buono. Siamo sempre a disposizione di tutti gli uffici stampa e con alcuni con i quali abbiamo un rapporto più costante (su Napoli, su Roma e su Milano), spesso ci confrontiamo sul lancio delle notizie e su delle anteprime esclusive (testi e/o trailer che ci forniscono)
Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Qualora esistesse è inutile. Ogni testata ha una sua identità e si trasforma come si trasformano i redattori e tutto lo staff. Non si può pensare che esistano due testate uguali. La concorrenza può essere solo economica ma quello è un argomento da commerciali e non tocca di base l’aspetto editoriale.
…per concludere…
Quali per te, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
Qui mi metti in difficoltà perché potrei fare torto a qualcuno. Diciamo che sicuramente ci sono molte testate di spettacolo che sono da seguire come esempi di diffusione concreta e non mediata. Personalmente selezionerei “Entertainment Weekly” e “Variety”.