Su Rai 3 e Rai Storia in onda mercoledì 28 febbraio la storia degli albori del jazz, rispettivamente alle 13.15 e alle 20.30 durante la trasmissione “Passato e presente”
Incontro tra culture e stili diversi, l’America di inizio Novecento era questo e altro, soprattutto un posto dove cercare fortuna. In tanti partirono alla “ricerca del tesoro”. Prima testimone di queste migrazioni è stata la musica. Le diverse contaminazioni hanno fatto nascere il jazz. Proprio la storia di questo genere è la protagonista della puntata di “Passato e presente”, in onda mercoledì 28 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.
Siamo a New Orleans, patria del jazz del primo Novecento. La città è crocevia di merci, etnie, musiche e culture diverse. Sono gli anni in cui gli Stati Uniti entrano in un’era di prosperità senza precedenti. Un’epoca che si concluderà bruscamente con la crisi economica del 1929.
Paolo Mieli e il professor Lucio Villari racconteranno, nel corso della trasmissione, come, a partire dal 1943, l’esercito americano avvierà una enorme produzione discografica per i reparti al fronte. Si tratta dei V disc, i dischi della vittoria su cui viene inciso il migliore jazz dell’epoca. Spediti in Europa e nel Pacifico, insieme ad apparecchi per ascoltarli, i V disc avranno lo scopo di tenere alto il morale ai soldati. Indirettamente, saranno anche uno strumento per propagandare l’«american way of life».
Il jazz è un linguaggio che sembra lontano dall’immaginario collettivo, a volte viene tacciato di avere il naso all’insù, quando in realtà rappresenta le radici del blues, del rock, della musica soul, dell’hip hop. Si può decidere di pensare la musica per generi, dividerla in categorie, in quel caso il jazz rappresenterà (forse) un ostacolo alla comprensione, perché “diverso” da ciò che ascoltiamo di solito. Oppure, si può decidere di pensarla libera, improvvisata, senza schemi prefissati, contro ogni pregiudizio: così è tutta un’altra musica.