Laid, “Realign”: dal caos della mania e del dolore emotivo fino al ritrovamento di un equilibrio

Laid

Un gruppo bresciano che cerca di unire la potenza sonora con un forte contenuto emotivo: sono i Laid: Luca alla voce, Elia al basso, Michele e Marco alle chitarre, e Andrea alla batteria. Di grande impegno il loro ultimo singolo: “Realign”, che affronta un tema molto importante come la salute mentale…

Ciao, innanzitutto vi chiedo di parlare un po’ di voi agli amici di Musica361…

Ciao! Prima di tutto, un grande grazie a Musica361 per averci ospitato! Noi siamo i Laid, una band di Brescia attiva nella scena underground dal 2013. Nei primi anni di esperienza, il nostro sound e la nostra identità si sono evoluti, ma è nel 2018 che il progetto ha trovato la sua vera direzione, con una formazione stabile: Luca alla voce, Elia al basso, Michele e Marco alle chitarre, e Andrea alla batteria. Il 2018 è stato anche l’anno del nostro debutto discografico con “Here I Am”, un singolo a cui siamo molto legati perché riassume perfettamente la nostra identità musicale. Dopo una breve pausa per esigenze personali, nel 2021 ci siamo ritrovati con nuova energia e nuove idee. Nell’estate del 2024 abbiamo finalmente dato forma a tutto questo registrando “Frames”, il nostro primo album, che vedrà la luce a marzo 2025.

Come definite il vostro genere musicale e quali sono i vostri cantanti o gruppi di riferimento?
Il nostro sound cerca di unire la potenza sonora con un forte contenuto emotivo, ispirandosi principalmente al panorama alternative rock e spoken word, pur attingendo a una vasta gamma di influenze diverse. Per fare qualche esempio: i Foo Fighters con la loro energia travolgente, l’intensità e la poesia dei Lonely The Brave, i Movements con la loro emotività e malinconia, e la sperimentazione e la profondità dei Thrice. Chiaramente, ognuno di noi ha le proprie influenze e una sfera di ascolti personale, che spaziano tra generi e artisti diversi. Questo aspetto rende il nostro processo creativo molto naturale: ognuno apporta la sua impronta personale e le idee si mescolano spontaneamente fino a trovare il loro equilibrio.

A proposito di generi musicali, oggi quello che va per la maggiore è la trap che però ha attirato anche tante critiche, cosa ne pensate?
La trap è sicuramente un fenomeno che ha avuto un enorme impatto sulla scena musicale contemporanea e ha dato voce a una nuova generazione di artisti. Anche se il nostro mondo musicale è lontano da quello della trap, riconosciamo che è un genere che rispecchia la nostra epoca, tanto dal punto di vista sociale quanto nei valori che esprime. Per quanto riguarda le critiche, ogni genere musicale ha sempre suscitato opinioni contrastanti, e questo è normale. Noi, da parte nostra, preferiamo orientarci verso un tipo di musica che esplori emozioni e esperienze autentiche e che ci tocchi nel profondo.

Il vostro ultimo singolo è “Realign”, volete parlarcene?
Realign” nasce da una storia personale e affronta un tema a noi molto caro: la salute mentale. Abbiamo scelto di raccontarlo attraverso la metafora di un orologio fuori fase, che simboleggia un tempo interiore scosso dalle difficoltà, in un percorso che passa dal caos della mania e del dolore emotivo fino al ritrovamento di un equilibrio. Un aspetto fondamentale del brano è la riflessione sull’importanza di avere persone accanto con cui condividere il peso di questo cammino e in cui trovare conforto. Dal punto di vista musicale, abbiamo voluto includere una parte spoken, quasi un monologo interiore, che rappresenta il flusso di pensieri del personaggio mentre riflette sul proprio stato mentale. Inoltre, la percezione soggettiva del tempo viene enfatizzata da frequenti cambiamenti ritmici, con accelerazioni e rallentamenti, che rispecchiano l’instabilità emotiva vissuta nel brano.

Avete detto che questo brano segna un capitolo importante per la vostra band, in che senso?
Per tanti motivi! Innanzitutto, è stata la prima canzone che abbiamo scritto per il nuovo album, dando il via al processo creativo e tracciando la direzione artistica del progetto. Infatti, ci ha dato l’opportunità di sperimentare, sia a livello sonoro che tematico, esplorando nuove sfumature musicali e affrontando temi che ci stanno molto a cuore. Inoltre, durante le sessioni in studio, il brano è stato oggetto di un lavoro intenso di arrangiamento e ricerca, che ci ha permesso di perfezionare il nostro sound con maggiore consapevolezza. “Realign” rappresenta perfettamente l’identità musicale di questo album e potrebbe costituire una base solida su cui costruire progetti artistici futuri.

Secondo voi quali sono le maggiori criticità nel fare musica in Italia?
La più importante è sicuramente la difficoltà di emergere in un mercato che è ancora molto tradizionale e orientato verso altri generi, come la musica pop. La scena alternativa, purtroppo, non ha lo stesso tipo di visibilità e supporto che potrebbero avere altri stili più commerciali. Inoltre, c’è una scarsità di spazi e opportunità per band emergenti: molte piccole realtà locali che potrebbero essere il trampolino di lancio per nuovi artisti sono in crisi o non riescono a supportare economicamente progetti musicali indipendenti. Questo rende molto difficile riuscire a promuoversi e a costruire un pubblico, considerando anche come i social media tendano a focalizzarsi più sull’immagine e sui contenuti visivi che sulla musica in sé, rendendo ancora più complicato raggiungere un pubblico autentico e farsi conoscere per quello che realmente si suona e si crea. In sostanza, è difficile riuscire a valorizzare la propria musica senza dover scendere a compromessi.

Cosa ne pensate dei talent? Vi andrebbe di partecipare?
Non siamo particolarmente interessati ai talent show. Il mondo dello spettacolo, con i suoi meccanismi, ci sembra piuttosto distante dal nostro modo di vivere la musica. Preferiamo la scena underground, dove c’è più autenticità e libertà di espressione, senza filtri o imposizioni esterne. Detto questo, riconosciamo che i talent possano essere una buona opportunità per alcuni artisti, ma semplicemente al momento non è la strada che fa per noi.

È appena finito Sanremo, avete fatto il tifo per qualcuno in particolare?
Non siamo grandi fan di Sanremo, ma seguiamo sempre il Festival con curiosità: è un’occasione per osservare da vicino la scena musicale italiana mainstream e capire quali sono le tendenze del momento.
I nostri gusti ci portano verso Brunori Sas e Simone Cristicchi, due artisti che hanno sempre saputo raccontare storie ed emozioni con autenticità. Quest’anno, poi, a Sanremo Giovani ha partecipato un nostro caro amico e concittadino, Sidy. Abbiamo avuto il piacere di condividere il palco con lui in diverse occasioni e, anche se purtroppo non è stato selezionato per il Festival, avremmo fatto il tifo per lui senza esitazione.

Prima di lasciarci volete rivelarci i progetti futuri?
Abbiamo un anno intenso davanti a noi, pieno di progetti che non vediamo l’ora di condividere! Il primo grande traguardo sarà l’uscita del nostro album di debutto, “Frames”, prevista per il 14 marzo 2025. Stiamo già lavorando alla sua promozione e non vediamo l’ora che il nostro pubblico possa ascoltarlo. Parallelamente, stiamo organizzando un calendario di concerti tra locali e festival, soprattutto in vista dell’estate, per portare la nostra musica dal vivo e condividere l’energia del disco con il pubblico. Inoltre, siamo in contatto con diverse etichette discografiche per avviare una collaborazione che ci permetta di crescere e ampliare i nostri orizzonti musicali. Infine, non smettiamo mai di scrivere: per noi comporre nuovi brani è il modo più autentico per esprimere quello che viviamo, evolvere il nostro sound e tenere sempre viva la connessione con chi ci ascolta. Insomma, ci aspettano mesi di musica, palchi e nuove sfide… e non vediamo l’ora!

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Ruggero Biamonti
Ruggero Biamonti
Autore con esperienza decennale presso importanti realtà editoriali quali Rumors.it (partner di MSN), Vivere Milano, Fondazione Eni e Sole 24 Ore Cultura, si occupa di temi che spaziano dall'intrattenimento al lifestyle.
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