“L’Arcobaleno” storia vera di Lucio Battisti di Gianfranco Salvatore
Ennesima biografia di Lucio Battisti in cui il sottotitolo recita “Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c’erano”.
In questo caso si tratta di una ristampa che contiene, rispetto all’edizione originale pubblicata nel 2000 da Giunti editore, diversi aggiornamenti.
Chi fosse Lucio Battisti è noto a tutti e, nel tempo, molti autori si sono concentrati su di lui, sulla sua vita, sulle sue canzoni.
Chi era Lucio? Lucio che era “un orso scontroso, uno scorbutico, un presuntuoso, maleducato, arrogante, strafottente, e pure diffidente, e cupo, misogino, indisponente…”.
Lucio che era “taciturno, timido, riservato, impacciato, introverso…”; Lucio che era “ordinato, preciso, determinato, caparbio, rigorosissimo, meticolosissimo”… Lucio che era “divertente, simpatico, casinista, autoironico…”.
Tutte chiacchiere. Lucio era tirchio ma prodigo, furbo ma naif, simpaticissimo ma molto antipatico. Te lo dico io (dicono tutti).
Perché Lucio lo conoscevano tutti, ma forse non l’ha mai conosciuto nessuno.
A parte quei pochissimi a cui lui teneva veramente» scrive Gianfranco Salvatore nella parte iniziale del libro pubblicato da Diarkos.
Le testimonianze su Battisti, raccolte tra gli amici e i collaboratori che realmente l’hanno accompagnato nel periodo più importante della sua vita, grazie alla visione d’insieme dell’autore, che ha saputo sintetizzare i tratti rilevanti del suo carattere, le sue apparenti contraddizioni, le sue evoluzioni e gli aspetti rimasti immutati, in un “arcobaleno” di colori che percorre simbolicamente le diverse fasi della sua vita.
Gianfranco Salvatore, l’autore, ha avuto la collaborazione di persone che conobbero bene sia il Lucio personaggio quanto quella persona, e da questo trae la sua forza permettendosi di tracciare una biografia dettagliata e sicuramente più ricca sia di informazioni sia di aneddoti attendibili rispetto alle altre biografie, molte, in circolazione. Primo tra questi Mogol che, per la prima volta, racconta Lucio.
In realtà, stante la presenza di Mogol in qualità di testimone, egli è anche protagonista di questa storia e ciò modifica il giusto equilibrio che questa biografia dovrebbe avere.
È evidente che si tratti di una fonte privilegiata ma è altrettanto evidente che sia anche direttamente coinvolto, quindi non necessariamente imparziale.
Altro significativo elemento di sbilanciamento narrativo consiste nel fatto poco più del 10% del libro riguarda la storia di Battisti post-1980.
Il volume è nettamente concentrato, per quanto riguarda la vita e le opere dell’artista, dal suo anno di nascita, il 1943, sino al 1980, anno in cui volontariamente Battisti scomparve dalla scena pubblica.
Probabilmente è giusto che sia così, ma da una storia vera, completa, basata su testimonianze non convenzionali, mi sarei aspettato anche il racconto di quei diciotto anni di assenza, proprio per colmarla.
Un libro la cui è lettura è particolarmente scorrevole e piacevole anche grazie ad aneddoti poco noti, leggende riportate alla credibile realtà, come ad esempio quella riguardante l’episodio, spesso narrato, in cui Alfiero, il padre di Lucio, fracassò la chitarra in testa al figlio mentre «si sarebbe limitato a farla a pezzi, provvedendo a farne sparire tutti i mesti frammenti».
Un libro da leggere perché fa rivivere, anche a chi non c’era, l’atmosfera sociale e musicale che si respirava negli anni ’60 e ’70 e una narrazione di un’Italia e di un tempo che non c’è più.
Sicuramente un libro per gli amanti di Battisti e della sua musica che può ben figurare sia come unica biografia posseduta sia di fianco ad altre già stampate nel passato.