L’istantanea dolce e surreale nel nuovo singolo de Lavvocato
Francesco Mastrangelo è di Putignano in provincia di Bari, ed è un autore e cantante raffinato; i suoi brani sembrano quadri in continuo movimento, con toni sempre efficaci, a volte aspri, e mai banali.
Dal 2002 è la penna, voce e chitarra della band “PUNTInESPANSIONE”, con cui ha pubblicato tre album, l’ultimo dei quali – “L’essere perfetto” – è stato editato dalla storica Cinevox Record di Franco Bixio.
Con la band vanta centinaia di concerti sparsi per l’Italia, vincitori del Premio Pigro (Ivan Graziani), Premio della critica a Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty, rappresentano la Puglia alla “XIII Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo” di Bari, annovera numerose aperture dei concerti di artisti quali: Caparezza, The Zen Circus, Marta sui Tubi, Paolo Belli, BandaBardò. Le loro canzoni sono andate in rotazione su Radio Rai e a “La zanzara” su Radio 24.
Ora Francesco propone il suo progetto artistico solista, utilizzando il nome d’arte “LAVVOCATO” (senza apostrofo): le canzoni esternano la costante dicotomia interiore di Francesco, che si sdoppia tra la professione di avvocato e la passione per la musica.
Francesco, intanto la scelta del nome d’arte: molti artisti della musica svolgono la tua stessa professione; ma tu perché hai scelto il titolo addirittura come nome d’arte?
Vorrei fare una premessa che reputo fondamentale: la musica mi consente di svolgere al meglio il mio lavoro di avvocato.
Lo scrivere canzoni, cantarle e suonarle (ormai, da quasi vent’anni), mi fa star bene a livello mentale ed energetico, è la mia “dinamite” che mi permette di affrontare la vita nel verso giusto. La mia passione per la musica e la mia professione si intersecano costantemente.
La stessa professione risulta ispirante per la scrittura delle canzoni e, viceversa, la musica ha rafforzato la mia personalità in termini di autostima che ho riversato nel mio lavoro.
Cosicché, per questa nuova avventura musicale, ho scelto il nome de “LAVVOCATO”, scritto volutamente senza apostrofo, un errore grammaticale per “riabilitare” questa figura, molto spesso vista in modo scuro e stracolma di formalità.
D’altronde, si va dall’avvocato quando si hanno dei problemi da risolvere!
Dove ti ha portato l’esperienza con i Punti?
I “PUNTInESPANSIONE” esistono dal 2002, è iniziato davvero tutto per gioco, equipaggiati con una strumentazione precaria, una scarsa competenza musicale, ma supportati da una cosa essenziale: l’esagerata voglia di raccontare ciò che avevamo dentro.
Con i Punti sono cresciuto sia a livello musicale che a livello umano.
Ho rafforzato in me il valore dell’amicizia, dell’aiuto reciproco per il solo fatto di volersi bene.
Dal lato prettamente musicale, ho inciso tre dischi, ho suonato in tutta Italia, vinto qualche bel premio e, soprattutto, l’esperienza con la band mi ha permesso di conoscere tante persone con cui ho stretto amicizia.
Perché hai deciso per questa esperienza in solitaria?
Negli ultimi due anni, la band si è un tantino arenata, cosa anche normale dopo diciotto anni di intensa attività.
Ognuno dei componenti ha ritenuto di concentrarsi su altre priorità e, poi, onestamente la stessa pandemia ha complicato di molto le cose.
In maniera naturale, si è deciso di mettere la band un po’ in standby.
Questo stato di cose, però, ha procurato in me una certa insofferenza.
Da quando ho imbracciato penna e chitarra non sono mai riuscito a immaginarmi senza, avevo scritto una dozzina di canzoni nuove e ho trovato il coraggio di cominciare a proporle in solitaria per pura voglia di mettermi in gioco in una chiave differente.
E voilà, si è materializzato LAVVOCATO.
Hai dato inizio al progetto con “Dinamite”, anticipando l’uscita con la frase “Se vuoi capire i segreti dell’universo pensa in termini di energia, frequenza e vibrazione”. È questo il tuo proclama?
“Dinamite” descrivere la scena di un dialogo tra due persone in cui l’una consiglia all’altra di far riesplodere la carica emozionale interiore che ha deciso di non utilizzare più.
Sono fermamente convinto che gli esseri viventi sono fatti di vibrazioni ed emozioni che partendo dall’interno si concretizzano in energia.
Il punto è sapere come incanalarla al meglio nella propria vita.
Sono attratto dalle persone che si approcciano alle situazioni in maniera propositiva, reattiva, che si protendono in avanti anche rischiando di sbagliare.
Questo mettersi continuamente in discussione consente di essere in perenne evoluzione.
Sembra che le tue canzoni raccontino fatti e persone reali? Perché le accompagni con video dalle espressioni astratte?
L’incipit da cui parto per scrivere una canzone, molto spesso, è un fatto realmente accaduto e indipendentemente se vissuto in prima persona, quindi, cerco di essere il più autentico e sincero possibile nella descrizione.
Per quanto riguarda i due videoart di “Dinamite” e “Vienimi a trovare”, si tratta di una collaborazione con l’artista montenegrina Dusica Ivetic.
Lei è un artista d’arte contemporanea e nella realizzazione dei video, le ho lasciato carta bianca. Anche questo è stato un altro tentativo di messa in discussione, capire come un’altra persona possa descrivere attraverso le immagini le tue canzoni.
Devo dire che sono molto soddisfatto del risultato e credo che questa collaborazione avrà una continuazione e magari, sfociare in un progetto dedicato a musica e immagini.
Quanta importanza hanno i luoghi nelle tue canzoni?
Di fondo sono una persona molto legata ai luoghi o, meglio alle radici che i luoghi possono contenere e significare.
In passato, in diverse canzoni ho descritto dei luoghi attraverso fatti storici realmente accaduti. Da qualche anno sono più attratto dall’aspetto interiore delle persone, ma, forse, anche questo significa raccontare i luoghi.
Ritengo che alcuni aspetti caratteriali di ogni persona siano influenzati dal luogo o dai luoghi in cui si vive.
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