Non esiste solo il plagio. In tutti i casi occorre tutelarsi depositando il brano
Il plagio è indiscutibilmente uno dei fenomeni che più preoccupa i giovani artisti. Lo vediamo spesso anche dalle email che ci arrivano in redazione, rivolgendosi all’Avvocato per la nostra rubrica LegalPop.
D’altra parte, il plagio coinvolge anche gli artisti affermati. Basti pensare al Festival di Sanremo e all’attenzione che ogni anno si pone sulle somiglianze dei brani con altri successi del passato. Molti media vivono quei giorni alla ricerca dello scoop. Ossia del plagio (che in quel caso potrebbe comportare la squalifica dalla gara).
Abbiamo già parlato in passato di questo lato oscuro della musica, definendo il plagio come la falsa attribuzione di paternità di un’opera.
In “soldoni”: una canzone è un plagio se non è frutto della nostra creatività, ma fingiamo che sia tale. Non è così facile farla franca, specie ora con il web che permette di riascoltare ogni tipo di brano, tuttavia è ancora abbastanza frequente tutto questo. Qualcuno cambia poche note e si giustifica dalle accuse sostenendo di essere stato “ispirato” da altre canzoni.
Nessuna poetica ispirazione, ovviamente. Si tratta di veri e propri plagi, perlomeno quando le due canzoni in questione sono sovrapponibili tra loro e si riscontra un’identità tra loro. In quel caso è chiaro che uno dei due artisti non ha inventato nulla, si è limitato a copiare l’altro.
Ma c’è un altra sfumatura di questo fenomeno, che emerge proprio questa settimana attraverso la lettera di Filippo. Il caso di chi, attribuendosi oppure no la paternità di un brano, lo sfrutta illecitamente.
Se anche tu hai una domanda in campo giuridico e musicale da porre, scrivici a redazione@musica361.it. In fondo a ogni pagina troverai sempre il nostro riassunto che traduce la risposta da un linguaggio legal a quello pop.
Buongiorno,
ho un brano a cui tengo molto, che non ho mai depositato non essendo iscritto alla Siae nè in alcuna altra collecting. Premetto che non intendo assolutamente far firmare le mie canzoni ad altri iscritti: quelle che scrivo io sono mie, non lascerei mai la mia arte in mano ad altri.
Il problema sorge, però, nel momento in cui qualcun altro volesse incidere questa canzone al mio posto.
Avendola già cantata nei miei concerti (con tanto di video che attestano la mia prima esecuzione), altri potrebbero sfruttare la mia canzone?
Potrebbero farne un plagio cambiandone alcune parole?
Filippo, Roma
Risponde l’Avvocato
Se taluno sfrutta illecitamente un’opera altrui, senza attribuirsene la paternità, che continua ad essere riconosciuta in capo al suo autore, si configura una fattispecie diversa, denominata contraffazione dell’Opera dell’ingegno. In tale ipotesi il terzo viola i diritti economici dell’opera.
E’, altresì, possibile configurare una fattispecie composta denominata plagio-contraffazione. In questa ipotesi vi è la falsa attribuzione di paternità di un’opera che viene, nel contempo, sfruttata illecitamente dal terzo. Giova precisare che per la contraffazione e per il plagio-contraffazione è irrilevante che l’opera riprodotta e sfruttata sia esattamente l’opera originale oppure la stessa modificata.
Nell’ipotesi in cui l’opera non sia stata depositata diventa più difficile giuridicamente fornire la prova della paternità dell’opera e, pertanto, di tutti i diritti tutelati dalla LDA.
DAL LEGAL AL POP
Non depositare un brano è alquanto rischioso, perché legalmente è ancora l’unico modo per confermare la paternità di un brano. Se una persona sfrutta illecitamente una canzone altrui, incorre nella contraffazione dell’Opera. Qualora se ne attribuisse anche la paternità, si parlerebbe addirittura di plagio-contraffazione.
Ma senza depositare il brano, anche la dimostrazione del solo sfruttamento illecito sarà praticamente impossibile. La canzone, finchè non è depositata, è di tutti.
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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