Intervista alla giovane artista leccese, in uscita con il suo nuovo progetto discografico intitolato “Con i miei occhi”
Professionalità e talento, queste le due principali doti di Letizia Onorati, cantante e compositrice classe ’92 che, nonostante la sua giovane età, ha saputo collezionare importanti e prestigiose esperienze. “Con i miei occhi” è il titolo del suo terzo album in studio, pubblicato lo scorso 25 giugno, prodotto da Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da Ird e nei digital store da Believe.
Ci racconti la genesi e il processo creativo di questo lavoro?
“Con i miei occhi” è il mio terzo lavoro discografico ed è una nuova importante sfida nata sulla scia delle numerose esperienze in giro per il mondo in cui ho sempre la conferma di quanto il jazz e la musica italiana siano profondamente amate all’estero. Così, insieme a Paolo Di Sabatino produttore artistico del disco, ho deciso di provare a racchiudere in un nuovo disco l’unicità e le emozioni della canzone italiana in una vera e propria personale dedica alla musica italiana appunto.
Un progetto che mi ha permesso di collaborare ancora una volta con una vera dream band guidata da Paolo Di Sabatino (pianoforte e arrangiamenti) e composta da Luca Bulgarelli al contrabbasso, Glauco di Sabatino alla batteria, Max Ionata al sax tenore, Javier Girotto al sax soprano e con il contributo della Neiman Strings Ensamble.
Con quale criterio sono state selezionate le cover in scaletta?
“Con i miei occhi” prova a rileggere alcuni emozionanti racconti in musica di grandi cantautori italiani e la scelta di questi pezzi è stata sia complessa perché sono tanti i capolavori che amo particolarmente ma allo stesso tempo semplice perché ho provato a individuare alcuni brani che hanno scandito precisi momenti della mia vita.
Un progetto che vanta la presenza di un ospite d’eccezione: Fabio Concato, com’è stato lavorare con lui?
In questo disco ho l’onore di duettare con Fabio Concato nel suo brano “Festa di mare”, un vero poeta che ha scritto la storia della canzone italiana, la colonna sonora della mia vita. Ogni minuto in studio di registrazione con lui è stato un regalo prezioso fonte di ispirazione e di grandi insegnamenti che terrò sempre stretti.
A livello di ascolti, tendi a cibarti di un genere in particolare oppure ti reputi piuttosto onnivora?
Ascolto tantissima musica e sono sempre curiosa di conoscere nuovi artisti e nuove produzioni senza limitarmi ad un preciso genere musicale. In ogni caso, considerata la mia formazione e la mia passione per il jazz, torno spesso a rifugiarmi nei classici del songbook americano o in storiche produzioni jazz che hanno un grande potere riconciliante.
Credi nel potere terapeutico della musica?
Credo fermamente che la musica sia un linguaggio universale, anello di congiunzione tra culture, mezzo di comunicazione efficace, emotivo, potente, fedele compagno di vita a cui potersi affidare senza paura e sempre salvifico.
Coltivi altre passioni a parte il canto?
Nella mia vita ho deciso di non rinunciare a nessuna mia passione e con grande impegno ho portato avanti anche gli studi universitari che mi hanno portato ad un ulteriore lavoro in un campo decisamente lontano ma che affianca la mia passione e dedizione per il jazz, il canto e la scrittura.
Sogni nel cassetto e obiettivi per il futuro?
Sono numerosi i sogni nel cassetto e gli obiettivi per il futuro che con determinazione e gratitudine provo a realizzare a partire dalla preparazione del live di “Con i miei occhi” che mi permetterà di condividere con il pubblico questi emozionati racconti in musica sperando di poter tornare presto a suonare in giro per il mondo.
Quale lezione pensi di aver imparato dalla musica fino ad oggi?
Riprendendo la risposta precedente sono fermamente convinta che la musica sia davvero molto potente, una pozione magica salvifica, un punto fermo dove rifugiarsi anche nei momenti più complessi, una continua fonte di bellezza democratica e unificatrice che rinasce sempre nella contaminazione, nella collaborazione senza alcun tipo di pregiudizio.