La prima risorsa per lo studio dell’handpan, strumento a percussione sempre più noto, è stato scritto da Loris Lombardo, un percussionista italiano.
Loris Lombardo, 32 anni, musicista e compositore, ha scritto il primo libro al mondo sull’handpan, uno strumento affascinante e virale, che si può trovare spesso nelle esibizioni degli artisti di strada apprezzate dalle visualizzazioni. Loris, da musicista, ha fatto un’ampia ricerca a riguardo che è culminata con la redazione di un manuale e ha costruito uno spettacolo moderno completamente attorno a questo particolare strumento.
Per iniziare, come descriveresti l’Handpan?
È uno strumento che nasce in Svizzera nel 2000 non come strumento musicale, ma per accompagnare la persona che lo suona alla meditazione e allo yoga. Quindi parte da un principio diverso rispetto agli altri strumenti. I suoni che emana hanno un qualcosa di onirico che catapulta l’ascoltatore in una atmosfera singolare. È uno strumento di metallo che unisce il ritmo alla melodia, ha varie note, non tutte come in un pianoforte, ma è basato su scale pentatoniche o scale ideate da chi lo costruisce. Per me, che arrivo dallo studio della batteria, è stato il massimo dell’evoluzione strumentale.
Il manuale per handpan che hai scritto è una risorsa unica sullo studio di questo strumento?
Questo è il primo libro al mondo dedicato a questo strumento, accompagnato da un DVD, tutto in italiano. A breve uscirà anche in inglese, tante persone lo stanno richiedendo dall’estero perché interessate anche al DVD nonostante non capiscano la lingua. Da qui è nata la volontà di tradurlo in inglese, per renderlo accessibile a tutti. Il libro è disponibile nelle maggiori librerie e negozi di musica, sui digital store e sul sito www.lorislombardo.it.
Come è strutturato il manuale?
Si parte da un’introduzione storica, da come nasce lo strumento, perché chi l’ha costruito si è ispirato ad altri strumenti come le tabla indiane, il gong orientale, lo steel drum caraibico. Si passa a come si è evoluto, dalle scale presenti sui diversi tipi di strumenti a come si tiene in mano, come si posiziona e come si percuote. A quel punto inizia tutta una parte tecnica. Il libro è strutturato anche per chi non conosce la musica: ho creato delle tablature come quelle da chitarra, che sono delle raffigurazioni di handpan stilizzati e per capire quale dito utilizzare per ogni nota tutte le dita sono state numerate, la destra va dall’uno al cinque, la sinistra va dal sei al dieci. È fondamentale guardare anche il DVD, 5 ore e mezza utili per vedere anche i movimenti corretti da eseguire.
Questo libro deriva da una ricerca che hai svolto tra le percussioni. Quale è stato il “viaggio” che ti ha permesso di conoscere tutte queste tecniche?
Ho avuto la fortuna di iniziare a suonare a 2 anni la batteria, perché mio papà è un batterista. Arrivato a 14 anni ho deciso di studiare e sono andato nella scuola di Tullio De Piscopo a Milano, dove ho continuato batteria e le materie complementari. Finito ciò ho mi sono iscritto al conservatorio, ho fatto dieci anni di percussioni classiche e mi sono laureato, grazie a questo sono riuscito a studiare vibrafono, marimba, timpani sinfonici, xilofono, tamburo e anche il pianoforte, perché complementare per potersi avvicinare ad alcuni strumenti a percussione. Successivamente mi sono interessato alle percussione etniche. Tutto questo mi ha portato a capire che si potevano avere voci diverse rispetto alla batteria, con gli strumenti a percussione potevi diventare India, Turchia, Asia, Cuba, Africa. Continuo tuttora a studiare queste tecniche, non si finisce mai. Quando ho scoperto l’handpan, durante l’accademia di De Piscopo nel 2003/2004, mi ha subito interessato, finché molto più avanti sono riuscito ad averne uno. Visto che non c’era materiale sullo strumento, ho preso tutti gli studi che avevo fatto e li ho riadattati ad hoc. Il risultato ha funzionato, mi ha dato qualcosa di nuovo.
Come inserisci questo strumento nel tuo spettacolo dal vivo?
Il concerto che porto in scena si intitola Handpan Percussion Concert (Handpan – Percussioni dal mondo) e prevede l’handpan protagonista, insieme ad altre percussioni come cornice. Suono utilizzando i quattro arti, avendo studiato la batteria, e poi utilizzo anche la loopstation, che mi permette di registrare live quello che sto eseguendo e sovra inciderci altri strumenti sopra. Sembriamo in 7-8 sul palco, ma in realtà sono solo io a suonare.
Quando possiamo sentirti? Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
Sarà molto importante il concerto del 23 novembre al Teatro Pime a Milano, in via Mosè Bianchi, dove ci saranno delle sorprese speciali. Sto per iniziare a lavorare all’album nuovo, nel quale ci saranno degli ospiti da tutto il mondo, una contaminazione di stili, con l’handpan e altri strumenti a percussione protagonisti. Ci sarà sicuramente un riferimento all’India, perché ormai sono molto appassionato di quello stile. Sto anche lavorando ad un altro progetto didattico sull’handpan, ma non posso svelare ancora nulla.