Locali361: le tre anime «fuse ma non confuse» di Après-Coup

Da un pub classico come il Bootleg ad una galleria d’arte con annesso bistrot con proscenio e uno spazio d’abbigliamento: David Ponzecchi racconta il suo Après-Coup

Aprrès-Coup: il bistrot

In via della Braida 5, all’entrata di quello che fino a qualche anno fa era uno spazio dismesso che ospitava una vecchia officina ci accoglie oggi David Ponzecchi, ideatore e fondatore di Après-Coup, vero salotto a pochi passi da Porta Romana, come pochi altri in questo periodo storico. Ponzecchi, ex direttore generale di un’azienda che si occupava della produzione di farmaci per malattie rare, all’alba dei 50 anni e a seguito di una serie di fortunate occasioni lavorative, anziché approfittare di altre offerte professionali decide di cogliere l’opportunità di assecondare la sua originaria passione, l’arte: «Milano è ricca di costose gallerie d’arte nate allo scopo di commerciare e la mia idea è stata quella di crearne una arricchita da altri ambienti, che di fatto ne rappresentano anche il sostentamento». Il locale, inaugurato lo scorso 6 ottobre 2017, nasce nella mente di Ponzecchi qualche anno prima: «La struttura che ho trovato prevedeva un unico spazio da cui ho pensato di ricavare gli attuali tre ambienti: un bistrot con proscenio, la galleria d’arte e Spazio Nur».

Merito della moglie di Ponzecchi invece è il nome del locale: «Micaela, psicoterapeuta, quando ha saputo che avrei voluto arredare lo spazio con mobili originali di inizio Novecento in omaggio a quel fermento artistico che ci ha regalato il secolo scorso ma rivisitato alla luce della contemporaneità milanese, mi fece notare quanto l’idea avesse il sapore di un après-coup freudiano, fenomeno psichico che porta a rielaborare i ricordi a seguito delle proprie esperienze per ritradurli con nuovo significato. Mi è piaciuto subito perché calzava bene con il mio tentativo di riproporre oggi il clima di sperimentazione di una città che da allora ha sempre continuato a crescere e cambiare, rinnovarsi e rinnovare». Il mobilio di Après-Coup è frutto di due anni di ricerca: «Ogni pezzo qui in sala, tendenzialmente in stile decò, ha una sua storia: quello più antico è il tavolo circolare di fine Ottocento in legno di pero intorno al quale siamo seduti (sorride)». E intorno arredi anni ’20 e lampadari originari anni ’30: «C’è la ricerca di una precisa identità: il complimento che più ci fa piacere ricevere è “sembra di essere in un accogliente salotto di casa”».

Altra passione di Ponzecchi è il teatro, motivo per cui nel bistrot si trova un proscenio dedicato principalmente a monologhi: «Arianna Scommegna, Federica Fracassi, Valentina Picello e Francesca Puglisi sono state le prime attrici che hanno privilegiato questo ambiente intimo, non rigoroso come il teatro ma neppure troppo informale come un locale. Solitamente qui si va in scena una volta ogni 15 giorni ma con la prossima stagione intendiamo stabilire un giorno settimanale». Oltreché per gli spettacoli il proscenio viene utilizzato soprattutto il fine settimana anche per musica dal vivo, «essenzialmente jazz e swing, anche se siamo aperti a ogni proposta che ben sappia sposarsi con questa atmosfera: non escludiamo in futuro anche stand up comedy, reading, dibattiti e presentazioni di libri».

Locali361: le tre anime «fuse ma non confuse» di Après-Coup
Il bancone del bistrot

Concerti, spettacoli o eventi non sono l’unico motivo per frequentare Après-Coup: «Abbiamo una drink list lontana dalla grande distribuzione: la nostra clientela non viene qui per “bere” ma per degustare. In abbinamento una cucina anch’essa da degustazione, con piatti ricercati basati su accostamenti di sapori e materie prime sicuramente non comuni». I quadri e le foto invece appese alle pareti del bistrot, proprietà di Après-Coup, sono opere di contemporanei e preludono alla galleria d’arte a fianco: «Intendiamo dare spazio ad artisti coraggiosi in piena fase sperimentale: voglio che la galleria diventi un luogo di ricerca e scambio, ispirando altri colleghi ad esporre le proprie opere e soprattutto creare dibattito. Dopo la mostra di Liana Ghukasyan, fino al 13 luglio avremo esposte le tele di Eleonora Pozzi che indagano la relazione del rapporto sadomaso».

A completare Après-Coup Spazio Nur (“luce” in iraniano), ambiente che Ponzecchi ha proposto in gestione alla stilista Tahereh Toluian: «In linea alla filosofia del locale presentiamo stilisti che facciano ricerca con materiali nuovi offrendo pochi ma raffinati oggetti di moda e design industriale con una forte impronta artigianale». E Spazio Nur non è un ambiente a sé rispetto agli altri due: «Après-Coup è formato da tre anime fuse ma non confuse» ribadisce Ponzecchi «spazi che non a caso, pur comunicando internamente, hanno ciascuno una propria entrata indipendente. Interesse di Après-Coup sarà realizzare eventi a tutto tondo che riguardino tutto il locale, facendo vivere questi tre spazi individualmente ma sempre con un forte dialogo tra loro».

(Articolo tratto dal mensile Quattro, numero di giugno-luglio 2018)

© Luca Cecchelli

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Luca Cecchelli
Luca Cecchelli
Giornalista, laureato in linguistica italiana e da sempre curioso indagatore dei diversi aspetti del mondo dello spettacolo. Conduttore radiofonico e collaboratore per diverse testate e rubriche di teatro e musica, svolge parallelamente l’attività di ufficio stampa e comunicazione. Spettatore critico e melomane, è assiduo frequentatore di platee e sale da concerto oltreché batterista per passione e scrittore. Quello che ama di più però è scovare nei libri o in originali incontri e testimonianze retroscena culturali della storia della musica e incredibili aneddoti rock, di cui in particolare è appassionato conoscitore.
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