A tu per tu con il giovane prestigiatore torinese e con il suo mentore Arturo Brachetti, regista di uno spettacolo unico nel suo genere, impreziosito dalle musiche firmate da Alex Britti
La magia così come non la conosciamo, lo stupore stampato sulle facce del pubblico pagante, questo l’obiettivo centrato da Luca Bono con “L’illusionista“, il suo primo spettacolo solista, un vero e proprio one man show dell’occulto, che ha esordito lo scorso 3 aprile al Teatro Manzoni di Milano. Numeri classici rivisitati e resi attuali con una sorprendente capacità di narrazione, un filo conduttore che unisce i giochi di prestigio alla cartomagia, attraverso il racconto autobiografico della propria vita.
Classe ’92, il giovane e promettente artista fa un vero e proprio excursus nel suo breve ma intenso percorso, partendo dal suo approccio al mondo della prestidigitazione, avvenuto quasi per caso dopo un incidente che lo ha costretto ad abbandonare il sogno di diventare un pilota di Formula 1. Un ragazzo timido e riservato che ha dovuto combattere e superare molteplici difficoltà: “La timidezza trovo che sia comune in molti prestigiatori, da Dynamo a David Copperfield – spiega Luca ai microfoni di musica361 – per me era impensabile all’età di dodici anni parlare davanti a tanti sconosciuti, piano piano ho combattuto questo mio lato impacciato ed abbastanza introverso. In questo spettacolo mi ha molto aiutato il sottofondo sonoro, di solito trascorro ore a cercare musiche adatte ad accompagnare le mie esibizioni, in questo mi sento di ringraziare Alex Britti che ha cucito per me il vestito più adatto”.
Riguardo ai prossimi appuntamenti in calendario, aggiunge: “Spero di continuare il più a lungo possibile, questa di Milano era la prima data fuori dalla mia città, a Torino abbiamo fatto venti repliche che, fortunatamente, sono andate benissimo. Oltre le prossime tappe già annunciate, vorrei poter continuare a portare in giro questo spettacolo e, man mano, migliorarlo cambiando i numeri, in questo il pubblico mi aiuta a capire cosa funziona di più e cosa meno, le persone che incontro dopo le mie esibizioni sono una fonte inesauribile di spunti per perfezionarmi”. Dopo il successo della data lombarda, “L’illusionista” andrà in scena il prossimo 16 aprile al teatro Ambra Jovinelli di Roma, per poi approdare all’Auditorium Santa Chiara di Trento il 21 e 22 aprile e al teatro Il Celebrazioni il 6 maggio. Alla regia di questo ipnotico spettacolo il noto trasformista Arturo Brachetti, uno dei primi a fiutare il talento del giovane prestigiatore.
“Conosco Luca da sette anni e il suo talento per me non rappresenta una sorpresa – rivela il regista – in questo spettacolo abbatte il muro della timidezza e parla per la prima volta, intrattenendo il pubblico con numeri tecnicamente difficili, che riesce a far passare con nonchalance come se fossero alla portata di tutti. Mi rivedo molto in lui, anche io da giovane ero impacciato e per questo motivo cerco di aiutarlo e di dargli una mano. In più credo che abbia un potenziale incredibile che pian piano sta sviluppando, auspico e gli auguro di diventare il mago numero uno in Italia”.
Uno show di illusionismo impreziosito dalle musiche composte per l’occasione da Alex Britti, che lo stesso Brachetti descrive come “la colonna sonora di un film che deve sottolineare determinate emozioni, non rappresenta il perno su cui ruotano le varie esibizioni, ma ha il ruolo di accentuare ed evocare la magia che si cerca di creare. Alex ha fatto un grande lavoro romantico e toccante, proprio come l’intero spettacolo”.