Intervista al pluripremiato musicista Luca Buosi, talentuoso pianista ed esperto compositore di colonne sonore
Continua a conquistare prestigiosi premi all’estero Luca Buosi, da Hollywood a Istanbul, dalla Georgia al Regno Unito. “13 scatti“ è il titolo dell’ultimo cortometraggio di cui ha firmato la colonna sonora, una pellicola firmata del regista Leonardo Barone che sta facendo incetta di riconoscimenti in giro per il mondo.
Cosa ti affascina del comporre colonne sonore?
Mi affascina mettermi in gioco e cercare di creare qualcosa di unico, qualcosa che è stato creato completamente da me, cercare i suoni giusti e saperli contestualizzare, dare una caratterista sonora al video che stiamo vedendo e renderlo subito riconoscibile all’ascolto, e perciò unico.
Che esperienza ha rappresentato per te lavorare al cortometraggio “13 scatti” di Leonardo Barone?
Lavorare con Leonardo è stato molto semplice perché ha le idee ben chiare su cosa vuole fare. Barone ha già esperienza nel campo e, a sua volta, ha vinto già altri premi, sicuramente lavorare con una persona competente ti facilita il lavoro e ti mette in condizioni di poter dare il meglio, infatti oggi possiamo vantare diversi premi in tutto il mondo grazie a questa sinergia tra noi. “13 scatti” è un lavoro che mi ha regalato molte emozioni e spero che anche il nostro prossimo lavoro possa portarci altre belle soddisfazioni.
Quali sono, secondo te, le pellicole con le colonne sonore più belle?
Non posso non nominare il grande maestro Enio Morricone con la sua inconfondibile “Per un pugno di Dollari”, e non solo. Rimanendo sempre in Italia c’è il grandissimo Ludovico Einaudi, cito “Una mattina”, ma sono davvero molte le sue colonne sonore belle a livello pianistico, e lo stimo molto anche nella sua pronuncia musicale. Inoltre mi piace la colonna sonora di un altro grande compositore, Hans Zimmer con i “Pirati dei Caraibi”. Ci sono davvero bravi compositori da cui possiamo prendere spunto.
Nel corso della tua carriera hai ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, viaggiando in giro per il mondo. Com’è considerata la nostra arte al di là del confine?
Il made in Italy è sempre un’eccellenza e ricevere soddisfazioni oltre Oceano ti fa capire che il lavoro svolto è stato fatto bene. Credo che che dovremmo essere riconosciuti anche nel nostro territorio, perché non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, anzi dobbiamo valorizzare i nostri artisti.
A causa della pandemia, il settore musicale e quello cinematografico sono stati messi ulteriormente in ginocchio. Pensi che si sia fatto davvero abbastanza per tutelare gli operatori dello spettacolo?
Purtroppo non è stato fatto molto, il settore è davvero in crisi e come tutti sanno le forze politiche non hanno fatto a pieno il lavoro che serviva per dare dignità a questa categoria. Essendo anch’io un musicista, spero di potermi esibire quanto prima e poter cercare un po’ di normalità in questo periodo cosi difficoltoso.
In un momento storico delicato come quello attuale, cosa ti piacerebbe riuscire a trasmettere attraverso le tue melodie?
Il mio scopo è sempre stato quello di emozionare sia nelle esibizioni dal vivo che nelle colonne sonore, credo che quando una persona si ricorda del tuo lavoro hai centrato l’obbiettivo.