Greta Cominelli, “Luce Ribelle dell’Alba” tra riflessione, leggerezza e speranza abbiamo perso il sogno, la spiritualità, la bellezza e spesso il senso della vita
Artista libera, raffinata, eclettica, elegante e dallo straordinario talento, così si potrebbe definire Greta Cominelli, anche grazie al suo ultimo lavoro discografico Luce Ribelle dell’Alba (distribuito da Imusician) uscito lo scorso 7 novembre. Un EP dove all’interno sono presenti 5 brani, 5 storie che ci riportano alla libertà, alla ribellione come concetto positivo per superare gli ostacoli e realizzare i propri obiettivi. Un EP libero, naturale e alla ricerca del buon gusto, con sonorità retrò, ma che riescono ad essere anche contemporaneo. Un ponte tra mondi artistici diversi, racchiusi in questo progetto unico. Noi abbiamo raggiunto Greta per farci raccontare questa sua Luce Ribelle dell’Alba.
Benvenuta su Musica 361 Greta. Mi piacerebbe iniziare questa intervista chiedendoti come stai?
Buongiorno Francesco, grazie mille per la tua accoglienza e disponibilità. Sono parecchio stanca, ma felice. È stato un anno impegnativo ma sono riuscita a portare a termine questo mio nuovo progetto musicale al quale sono molto legata.
Luce Ribelle dell’Alba è il tuo ultimo EP. Quali sono le emozioni che si celano dietro questo progetto?
Ve ne sono tante e sono intense. L’emozione più positiva è legata all’atto creativo di questo nuovo lavoro: mi è piaciuto moltissimo scrivere i testi di Luce ribelle dell’alba, mi sono completamente immersa nei miei pensieri, nell’immaginazione e ho trovato stimolante preparare la voce su pezzi inediti, con la mia vocal coach e mentore Elena Bresciani. Mi è piaciuto progettare e coordinare i lavori dell’EP, interfacciarmi con il compositore, chitarrista e arrangiatore dei brani Renato Caruso, con i musicisti e con il fotografo e le maestranze, al fine di creare degli scatti che rappresentassero bene ogni brano.
Non nascondo che vi sono state delle difficoltà ma sono riuscita a superarle grazie ai miei preziosi collaboratori e ad Andrea Peligro del “Blue Note Recording Studio” di Milano, assieme a degli amici che mi seguono da sempre. Il 7 novembre, quando è uscito l’EP su tutte le piattaforme digitali, ho provato tantissima gioia e soddisfazione con lacrima al seguito.
Composto da cinque inediti, Luce Ribelle dell’Alba è un progetto veramente affascinante e dove si rivaluta il concetto di ribellione e libertà. Ma da quali necessità nasce questa idea?
Ti ringrazio per aver utilizzato questo aggettivo, “affascinante”. È esattamente ciò che speravo venisse detto per questo mio progetto, attraverso il quale ho voluto trasmettere molta energia e luce. Le necessità che mi hanno portata a realizzarlo sono molte… innanzitutto creare un’opera ispirata a varie forme d’arte e mezzo di espressione di immaginazione ed evasione e inoltre, legato a ciò, vi è il già citato tema della ribellione. Credo nella ribellione con dignità e stile.
Questo EP è molto più rock di quanto si pensi… non credo che per esserlo servano necessariamente chitarre elettriche e costumi in pelle e borchie. La differenza la fa il concetto divulgato ed io ho avuto il bisogno di esprimere il mio dissenso verso la nostra contemporaneità troppo fragile, materialista e individualista. Stiamo troppo a pensare ai numeri, all’apparenza, abbiamo perso il sogno, la spiritualità, la bellezza e spesso il senso della vita. Nel mio piccolo, spero che queste canzoni portino riflessione ma anche leggerezza e positività, magari un po’ di speranza.
Anche il titolo incuriosisce, ma cosa rappresenta per te questa: Luce Ribelle dell’Alba?
Essere luce ribelle dell’alba significa essere e farsi portatore o portatrice di forza interiore, bellezza ed energia, all’alba di ogni nostro nuovo giorno, dimostrando di aver colto il senso vero e puro della vita. Credo che la nostra società sia troppo disillusa, lo leggo anche negli occhi dei bambini e trovo sia grave. Dobbiamo tornare a guardare alla vita da una prospettiva più “pulita”.
C’è un brano che più di tutti rappresenta, secondo te, questo progetto?
No perché ogni brano rappresenta i concetti dell’EP anche se da una prospettiva diversa. Posso però dirti che la prima e la terza traccia, Stella bianca nel blu e Madame Paris, includono due aspetti che mi stanno molto cari: la ribellione al sistema patriarcale, infatti parlo di emancipazione femminile, e l’amore per il palcoscenico attraverso il quale, prendendo spunto dalla storia della ballerina Josephine Backer, parlo al pubblico delle forti emozioni che avverto quando canto.
Cosa pensi che sia emerso da questo tuo racconto?
Suppongo il mio entusiasmo per la vita e la sua rappresentazione in chiave artistica e il mio spirito ribelle celato dietro un atteggiamento riflessivo e tranquillo.
Un Ep contemporaneo, ma dal sapore vintage e che si contrappone a quello che il mercato odierno propone. Un ponte che avvicina tempo e spazio tra le sonorità, ma separa dal mainstream…
Sì sicuramente, ma essendo questo sound vintage molto sentito non mi sono posta il problema della distanza con il mainstream. In futuro può darsi che mi venga l’idea di esplorare nuovi mondi sonori ma è per me fondamentale fare ciò che mi rappresenta davvero nel momento in cui sto creando qualcosa di nuovo, perciò se sarò pronta a questo, lo canterò a gran voce. In generale comunque, non amo omologarmi, anzi, mi chiedo come poter fare cose nuove e indagare nel mio io.
Stiamo ormai in questo 2025, ma cosa ci dobbiamo aspettare da te in questo nuovo anno?
Mi auguro molti live, magari a teatro, magari con uno spettacolo tutto mio. Mi piacerebbe aprire nuove collaborazioni e mettere in campo nuove idee. Confido in un anno gioioso e colgo l’occasione per augurare anche a te a ai lettori di “Musica 361” un meraviglioso Natale e felice anno nuovo! Siate luci ribelli dell’alba, sempre!