#NOTEDICARTA: “Una storia” di Luciano Ligabue, storia di un uomo che, nel suo sessantesimo compleanno, decide di “tirare le somme”
Giunto alla sua ottava uscita editoriale, il Liga ha deciso di raccontarsi. Con “Una storia”, edito da Mondadori, il rocker emiliano tenta il tutto per tutto con un’autobiografia che, mi scuserà l’autore, sembra solo un’operazione promozionale.
Dal punto di vista stilistico siamo lontani da quanto Ligabue ci aveva fatto leggere in passato, forse, anche per merito di un ottimo editor.
La lettura è particolarmente scorrevole, forse troppo, e, alla fine, il risultato è più simile alla fedele trascrizione di una serie di registrazioni effettuate mentre un gruppo di amici parla comodamente seduta al tavolino di un bar, magari sorseggiando calici di lambrusco, forse nemmeno di ottima qualità.
Un insieme stilisticamente scomposto di ricordi, persone, luoghi, nomi e soprannomi, voglia “di far casino”, come succede appunto durante una, amicale conversazione tra amici che rimpiangono, raccontandolo, il proprio passato attraverso un momento di riflessione condivisa che fa trasparire il “si stava meglio quando si stava peggio”.
Non solo. Il lettore è relegato a un ruolo puramente passivo, costretto a vivere il racconto dal marciapiede della strada antistante al bar, attraverso le sue vetrine.
La sua famiglia, quella in cui è nato, la sua famiglia, quella che ha costruito, la sua famiglia, quella composta dai suoi amici, e ancora la sua famiglia, quella dei suoi più stretti e longevi collaboratori.
Ma, in fondo, si tratta di un’autobiografia e quindi il libro accontenterà gli assidui frequentatori del “bar Mario” e i suoi fans sparsi in tutta Italia.
A Enrico Casarini, che l’ha intervistato per “Sorrisi e Canzoni”, Ligabue ha detto che nessun libro può contenere l’intera vita di una persona» ma, proprio per questo, si tratta di una storia.
Semplicemente della storia di un uomo che, nel suo sessantesimo compleanno, decide di “tirare le somme”.
Chi vuole conoscere gli aneddoti mai narrati della vita di Luciano Ligabue, quelli relativi al periodo in cui era un bambino o un ragazzino come tanti, può farsi ammaliare da queste pagine.
Chi cerca invece, uno spunto di riflessione sull’uomo Ligabue, eviti di cercarlo perché lo potrà trovare solo altrove e non nelle 480 pagine del libro.
Forse, anche se il libro è uscito lo scorso maggio, si tratta della lettura giusta da consumare sotto l’ombrellone, tra il vociare di bambini, i rumori sordi della palla che colpisce la sabbia, le radio accese su stazioni diverse, il venditore di cocco o di acqua minerale.
Forse vi farà sorridere, in alcuni momenti anche ridere ma, quando lo chiuderete, probabilmente non lo riprenderete più in mano.