MaMo’s Gang: “Yassa”, un mix tra cucina e musica!

MaMo’s Gang: “Yassa”, un mix tra cucina e musica! Il trio mescola generi come fossero ingredienti che danno vita a nuovi colori e sapori

MaMo’s Gang: “Yassa”, un mix tra cucina e musica!
Yassa il nuovo pezzo dei MaMos-Gang (PH. Jacopo Testone)

La MaMo’s Gang è una band composta Gabbo, Squarta e Massimo Moriconi, in onore di quest’ultimo. Insieme offrono un’esperienza musicale ricca di innovazione e sperimentazione; ogni sessione in studio è un viaggio, con personalità e stili diversi che si mescolano come salse. Proprio da qui nasce “Yassa”, il loro nuovo pezzo, dal sound unico, risultato di varie culture che si intrecciano proponendo una forte diversità di approcci che generano un equilibrio armonico. Il pezzo non appartiene a nessun genere specifico, ma riflette i tre mondi diversi da cui provengono gli artisti, ovvero rap, jazz e funk.

Buongiorno a tutti, oggi a Musica361 è con noi Gabbo, uno degli esponenti della MaMo’s Gang. Benvenuto tra noi, come stai?

Buongiorno, vi ringrazio a nome di tutta la band per l’ospitalità, è un piacere essere qui, siamo carichi.

Come nasce il vostro progetto artistico?

Il nostro è un progetto sperimentale nato nel 2022, creato dalla voglia di condividere dei bei momenti insieme in studio. Veniamo da due mondi differenti: io e Squarta siamo produttori, in ambito rap e non solo, mentre Massimo Moriconi è uno dei maggiori jazzisti che abbiamo in Europa. Sono stato l’anello di congiunzione di questo progetto, poiché avendo avuto studi classici, moderni e anche jazz con Massimo, ho instaurato con lui un rapporto umano e professionale molto solido. Conoscendo le attitudini di ognuno di noi, già mi aspettavo un risultato così soddisfacente perché sapevo già cosa sarebbe potuto uscir fuori.

Come vi siete conosciuti?

Massimo è stato il mio insegnante, studiavo in conservatorio musica classica. Poi ho voluto approfondire anche lo studio del basso elettrico, e lui era già il mio mito. L’ho conosciuto personalmente ed è nato un rapporto stupendo. Aveva intravisto in me un ragazzo volenteroso in grado di portare risultati. Invece con Squarta, quando mi sono approcciato al rap, abbiamo cominciato a produrre insieme, siamo spalla a spalla tutti i giorni, come due fratelli.

Il nome MaMo’s Gang da dove viene?

È una dedica proposta da me per Massimo Moriconi, MaMo sono le sue iniziali; una stima nei suoi confronti condivisa da tutti, lui è veramente un’immagine iconica del jazz italiano, ha suonato con Chet Baker e ha lavorato con Mina tanto per citare qualche nome. È una persona di enorme spessore sia umanamente che professionalmente.

MaMo’s Gang - Yassa - Cover
MaMo’s Gang – Yassa – Cover

Che ne pensi della contaminazione di genere?

La contaminazione, a prescindere dalla musica, arricchisce l’umanità intera. Noi abbiamo tre personalità distinte soprattutto a livello musicale. Io mi trovo nel mezzo dati i miei studi, ma siamo ibridi. Massimo ha conosciuto degli aspetti del pop non così frequenti grazie a noi, e viceversa abbiamo imparato armonie jazzistiche grazie a lui. Ognuno di noi ha il suo stile ed è bello mescolare.

Parliamo del nuovo singolo, “Yassa”. Ci racconti la storia della traccia?

Questa traccia ha avuto uno sviluppo istintivo. Mentre io e Massimo stavamo parlando, Squarta stava facendo un beat; casualmente quel giorno avevo già il contrabbasso elettrico montato, d’istinto mi è venuto questo groove e Massimo poi ha creato la parte armonica. È venuta fuori quasi un jam session, eravamo in preda all’improvvisazione.

“Yassa” che significa?

È un ingrediente, una salsa orientale. Noi ci siamo sempre pensati come ingredienti diversi che mischiati andavano a creare musica quindi per i nostri brani abbiamo replicato questo approccio. Ogni nostro pezzo ha un ingrediente sparso nel mondo.

Perché la scelta di non scrivere testi e lasciare spazio solo alla strumentalità?

Siamo principalmente due musicisti e un produttore. Volevamo dare più risalto solo a questo aspetto. Non abbiamo mai sentito che il testo scritto fosse una mancanza, li abbiamo concepiti subito come brani strumentali. Non credo che in futuro cambieremo perché non siamo parolieri.

Cosa comunica questo brano?

Ci siamo divertiti nel realizzarlo e vogliamo esternare questa sensazione: aggregazione, positività. Con gli strumenti comunichiamo il nostro stato d’animo, è il nostro punto di forza.

Qual è il momento più bello che porti nel cuore?

L’incontro con Massimo è l’episodio più bello della mia vita finora. Già prima di incontrarlo era un mito per me. Gli devo tanto. Un altro momento, nei miei primi esordi, risale a quando tutte le sere stavo con la mia band dell’epoca fino a mezzanotte a suonare in cantina. Avevo la fortuna che i miei migliori amici erano studenti di musica, quindi condividevano la mia stessa passione. Questo fattore mi ha aiutato tantissimo, è stata una palestra fondamentale.

MaMo’s Gang: “Yassa”, un mix tra cucina e musica! 2
MaMo’s Gang (PH. Jacopo Testone)

Qual è un tuo credo musicale?

La dedizione allo studio. Ancora oggi, anche prima di questa intervista, mi trovavo con lo strumento in mano a studiare, credo sia fondamentale e sempre necessario. Nel mentre mi diverto nel farlo. La passione per la musica e la voglia di migliorarsi mi sono rimaste sempre allo stesso livello. “Nella vita non si smette mai di studiare” non è una frase fatta. Devi allenarti sempre di più per essere abile.

Che rapporto hai con l’arte?

Rimango sempre affascinato dal bello. La musica è la forma d’arte che mi suscita più emozioni. Al tempo stesso riesco ad esprimermi attraverso di essa. L’arte in generale mi comunica sia il sapere che la cultura. Le opere di Klimt mi fanno impazzire, i suoi disegni sono spettacolari.

Che sogno sperate di realizzare come gruppo di amici?

Fare delle date insieme in posti giusti per questo genere. Per ora i live non sono stati programmati perché richiedono molto tempo ma non li abbiamo mai esclusi, solo rimandati. Ci siamo focalizzati di più sulla parte discografica.

Un messaggio che volete lasciare a chi ci segue?

Spero che il 2025 regali più sorrisi sul viso della gente. Se riusciamo a contribuire al divertimento e alla spensieratezza con la nostra musica ne siamo veramente lieti.

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Simone Ferri
Simone Ferri
Ho 24 anni, vivo a Roma e nutro una forte passione per il giornalismo, in particolar modo per il settore della musica e dello spettacolo. Mi piace rimanere aggiornato con le ultime uscite musicali, scovare nuovi talenti e cantanti emergenti, intervistarli, ma soprattutto andare sempre alla ricerca della novità. Come risultato finale, si mette tutto nero su bianco, perchè le parole restano!
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