Maurizio Inchingoli: “Musica di carta – 50 anni di riviste musicali in Italia”
Aelle, Blowup, Buscadero, Ciao 2001, Ciao Amici, Il Giornale della Musica, Gong, Musica & Dischi, Il Mucchio Selvaggio, Musica 80, Musica Jazz, Popster, Rockerilla, Rockstar, Rumore, Tutto Musica e Spettacolo. Sono queste, ma non solo, le riviste musicali cui fa riferimento “Musica di carta”, il libro di Maurizio Inchingoli edito da Arcana editore.
Un tuffo nel passato, quello trascorso assaporando l’odore della carta mentre si sfogliavano le riviste.
Un tuffo nel passato, quello trascorso a leggere le grandi firme del giornalismo musicale per cercare di conoscere e capire quanto stava succedendo, musicalmente parlando ma non solo, in Italia e nel mondo.
Un passato che si può ripercorrere oggi con facilità leggendo il lavoro di Inchingoli, un libro che non è solo il memoires di un paio di generazioni ma perché, ancora oggi, senza dubbio esiste uno piccolo ma duro zoccolo di lettori interessato all’argomento.
Lettori in grado di cogliere i sottili cataclismi storico-sociali e rimpiangere, con una punta di nostalgia, l’emozione che si sviluppava davanti all’edicola, quando non ti era permesso di sfogliare le riviste digitalmente e l’edicolante, se acquirente abituale, ti consentiva di leggere l’indice prima dell’acquisto (che sarebbe avvenuto comunque).
Era la stagione della nostra vita in cui si era letteralmente inondati dalla stampa cartacea specializzata, indipendentemente dal genere musicale preferito. Tempi che furono?
La risposta è, inevitabilmente, sì ma Inchingoli non si piega al concetto di nostalgia pura. Anzi, pur correndo costantemente il rischio di sfiorarla, riesce a restituire un’analisi puntuale che si dipana tra cronaca, giornalismo e costume.
Inchingoli ci propone un percorso narrativo che prende il via negli anni Sessanta, quando Beat e musica leggera spadroneggiavano, proprio nel momento in cui, sottilmente, s’insinuava il rock.
Era il momento nel quale si affermarono Ciao 2001, Gong e Muzak. Poi, anche in Italia si scoprirono la fanzine che negli anni ‘80 e ’90 generarono la nascita, e il successo, di Rockerilla, de Il Mucchio Selvaggio, Rockstar, Buscadero, Rumore, Blow Up e Blast!.
Inchingoli ci propone un lavoro certosino, un lavoro di ricerca che attraversa un mondo che ama profondamente anche perché rappresenta il suo mestiere, pagine cartacee che ha non solo letto ma divorato, pagine cartacee che sono state per lui al tempo stesso informazione e formazione.
Rileggere le firme di Gugliemi, Bianchi, Frazzi, Scarpa, De Luca, Brignole, Bertoncelli, Tomatis, Nerattini, Pascoletti, Amodio, Brunetti, Marcoccia, Zola, Baroni, Petralia e Della Cioppa fa rimpiangere di aver buttato, nel tempo, le riviste accumulate negli anni.
Non pago del suo immane lavoro, l’autore ci regala “il segno del passaggio”, chiamando a scrivere con lui Elena Raugei e Nur Al Habash, come a prendere le distanze da quel mondo tutto al maschile che, agli esordi, si occupava di giornalismo musicale.
Un libro da leggere, un libro da sfogliare per immergersi, anche grazie all’odore della carta, in quel mondo.
Un libro dedicato a chi c’era, a chi andava nella propria edicola di fiducia per acquistare la propria rivista preferita.