Arriva nei negozi e negli store digitali dal 24 novembre la nuova versione del fortunato disco del cantautore romano, impreziosita dalla presenza di undici cover.
Il 2017 per Michele Zarrillo si chiude con la riedizione di “Vivere e rinascere – Passioni”, album che lo ha visto tornare sulle scene a sei anni di distanza dal suo precedente progetto discografico, il tutto sancito dalla positiva partecipazione al Festival di Sanremo, la dodicesima della sua carriera, con il brano “Mani nelle mani”.
Reduce da una fortunata tournée estiva, l’artista si riaffaccia sul mercato con un doppio CD: il primo contenente dieci brani inediti già pubblicati lo scorso febbraio, più la sua personale versione di “Se tu non torni” proposta sul palco dell’Ariston, il secondo che racchiude undici cover, che rappresentano in qualche modo la colonna sonora della sua vita. «Realizzare questo disco mi ha fatto venire voglia di accarezzare, interpretare e assaporare queste meraviglie – rivela il cantante – queste composizioni che anche se sono di altri riesco a sentire mie: perché sono dei classici, appunto».
Undici grandi successi senza tempo, sia italiani che internazionali, che hanno segnato e ispirato l’esistenza del cantautore romano. Il disco si apre con “Luce (tramonti a nord est)” di Elisa, brano che si aggiudicato la vittoria di Sanremo nel 2001, e prosegue con “Don Giovanni”, pezzo meno conosciuto del repertorio di Lucio Battisti, appartenente alla seconda parte della sua carriera, firmato insieme a Pasquale Panella e pubblicato nel 1986.
Tra le altre canzoni, segnaliamo: “Futura” di Lucio Dalla del 1980; “Amore per te” di Mango del 1999, scelta da Zarrillo come prossimo singolo in rotazione radiofonica dal 24 novembre; “Via” di Claudio Baglioni del 1981, contenuta nel memorabile album “Strada facendo”; la celebre “Canzone” di Don Backy del 1968; “Lately” di Stevie Wonder del 1981; la recente “Xdono” di Tiziano Ferro del 2001; l’ironica “Sesso o esse” di Renato Zero del 1977, con musica composta con lo stesso Michele in età giovanile; “Quando” di Pino Daniele del 1991 e “Shout” del gruppo britannico dei Tears for Fears, incisa nel 1984.
Per un cantautore come Michele Zarrillo dotato di uno stile molto personale per certi versi inconfondibile, sia nello scrivere che nell’interpretare le sue canzoni, non è facile mettersi alla prova con pezzi di altri colleghi, ma con l’aiuto del produttore Alessandro Canini, che ha curato tutti gli arrangiamenti, è riuscito a riproporli in maniera decisamente personale, oserei dire di “zarrilliana memoria”, rispettando con delicatezza quelle che erano le versioni originali. Questo rende di “Passioni” l’inizio di un nuovo capitolo professionale per l’artista, che proprio quest’anno festeggia 35 anni dalla pubblicazione del suo primo disco da solista, intitolato “Sarabanda”, un traguardo che ha deciso di celebrare concedendosi il lusso di rivisitare le tracce che compongono la sua personale playlist del cuore.