Adele e i suoi eroi è l’opera prima della cantautrice siciliana contenente undici inediti pieni di passione, ispirazione, estro, genio, fantasia
Al pari di una sciantosa nel periodo d’oro del Caffè Concerto di casa nostra, la siciliana Adele Tirante ha pensato di francesizzare il suo nome trasformandolo in Adel Tirant.
Sublime chiccheria che è già un buon biglietto da visita. In realtà – e facendo i seri – ci troviamo di fronte a un’artista con la A maiuscola, non certo da considerare un’esordiente, anzi ha spessore e valore da autorevole veterana, nonostante Adele e i suoi eroi (Soter/Self) sia solo la sua opera prima.
Un disco che è un pozzo nel deserto
Finalmente, dopo tanto cercare e ricercare, il talento di questa carismatica e istrionica “cantauttrice” (passateci il neologismo che sta per cantante-autrice-attrice) è stato fissato in un disco che è come un pozzo nel deserto, una manna dal cielo, una luce nelle tenebre… e ci fermiamo qui.
Le undici canzoni bruciano di quel fuoco che racchiude in sé passione, ispirazione, estro, genio, fantasia e tutto quel meraviglioso groviglio umano e artistico che permette di creare, creare e ancora creare in piena libertà, senza logiche di nessun tipo, abbandonandosi semplicemente al proprio flusso interiore, in questo caso unico e originale.
Momenti di vita: le canzoni di Adele Tirant
Gli eroi di Adel sono tanti, tantissimi, piccoli e grandi, vicini e lontani, a cominciare da Giovanni Block che ha curato con sapienza gli arrangiamenti e la produzione artistica dell’album, gli eccellenti musicisti, quanti hanno contribuito alla campagna di crowdfunding, gli artisti di riferimento tra cui Serge Gainsbourg, Edith Piaf, Charles Trenet, Zaz ma anche Tom Waits, Fred Buscaglione, Luigi Tenco, fino ad arrivare a Elsa Morante o alla struggente lettera di una sconosciuta pubblicata su “Donna” di Repubblica.
Da momenti di vita nascono le canzoni di Adel: durante un trasloco romano (Così scrisse Oliveira), in una notte di terremoto (Un homme qui me plait comme toi), dai racconti della vicina di casa (La maison des chats), in un piovoso pomeriggio di settembre sulla spiaggia (Chiddi chi erumu, prodotto artisticamente dagli Epo, con la voce di Carmelo Gregorio), da una rivista sfogliata sull’autobus (Settembre) oppure da emozioni, sensazioni, visioni, come nel caso di Giostra, Santa Lucia e Non c’è che mare.
Disco d’altri tempi e allo stesso tempo profondamente attuale, dalle sonorità variegate (dalla chanson française all’elettronica, fino alla canzone d’autore e alle colonne sonore), consigliato a chi non si accontenta della fuffa ma preferisce la sostanza, l’essenza e tutta la sorgiva bellezza che ne scaturisce da esse.