Viene pubblicato venerdì 6 aprile il nuovo album di Motta, “Vivere o morire”, che segue il successo di “La fine dei vent’anni”. A maggio alcune date live
Motta è il cantautore del momento. Nel 2016 con il suo primo album, “La fine dei vent’anni”, ha vinto la Targa Tenco per l’opera prima; Francesco Motta si presenta quindi a un pubblico carico di aspettative con il suo nuovo disco, “Vivere o morire”.
E non le tradisce, perché questo nuovo è un lavoro denso, intenso, che parla di momenti difficili “Ma anche di quelli belli. Sono felice, oggi”.
Tra l’album precedente e questo c’è continuità nel senso che “Mi conosco meglio di prima perché ho passato più tempo con me stesso. La discontinuità invece è rappresentata dal fatto che dopo 100 concerti per la prima volta mi sono fermato e ho guardato indietro. Ho fatto scelte che prima non avevo la consapevolezza di fare. Mi sono accorto di non essere stato all’altezza di certe emozioni ad esempio”.
E qui, arriva la considerazione che non ti aspetti sul concerto che Motta ha tenuto all’Alcatraz di Milano, nell’aprile scorso: “Ero stanco, non ero pronto. Ho rivisto le registrazioni di quella sera solamente pochi giorni fa, dopo un anno. Sono stato eccessivo e non serviva, però sono fiero di quello che abbiamo fatto musicalmente. Per il ritorno all’Alcatraz invece sono molto pronto!”. A questo proposito, segnatevi il live proprio qui il 31 maggio.
Tornando al disco, Motta confessa di aver “Fatto considerazioni a cui prima non ero arrivato. Se con “La fine dei vent’anni” ero affascinato dalla descrizione di un bivio, con “Vivere o morire” ero pronto a prendere una delle due strade. Non so se ho fatto la scelta giusta, ma comunque ho preso una strada”.
Il lavoro su “Vivere o morire” è “Stato sofferto. Rispetto a prima, quando c’era un’ordinata confusione dovuta anche alla mia giustificata ingenuità da cantautore (cantautore, che non è una parolaccia) vista l’età che avevo, stavolta sono andato talmente sul personale che non era giusto scendere a compromessi, a costo di essere scomodo. Detto questo, parto sempre da un gancio emotivo per comporre. Dopo aver scritto queste canzoni mi sono sentito meglio, ho esorcizzato tantissime cose. E l’ho fatto togliendo. Questa sintesi è arrivata nel momento giusto”.
La parola cantautore fa scattare qualche considerazione: “Scrivo canzoni e le canto, quindi mi definisco così”. Oggi il grosso degli ascolti si dividono tra trap e indie: “Il fenomeno della trap è sotto gli occhi di tutti e a questo proposito mi sono sentito per la prima volta molto invecchiato, fortunatamente. Non sono preparato sul mondo della trap, ne resto affascinato anche se trovo una distanza a livello testuale da questi brani. Eppure al tempo stesso ci riconosco una grande verità”. E per quanto riguarda la “Dimensione indie, non lo so. Ci sono canzoni pop belle e canzoni pop meno belle. Ci sono persone che si possono reputare indipendenti e altre che non lo sono, e in queste differenze la discografia non c’entra”.
Dopo qualche data di instore, Motta sarà dal vivo con quattro appuntamenti a maggio: si apre il 26 a Roma e si chiude a Milano.