Roberta Turconi e Paolo Provasi “i Poeticanti”: quando la musica incontra la parola, quando la poesia diventa canzone
Roberta Turconi, attrice, ha compiuto gli studi presso la scuola professionale di Teatro “Dalla voce alla recitazione” per conto del C.I.R.T I Rabdomanti di Milano, tenuta da Lucio Morelli e Luciano Beltrami, e ha collaborato spesso con quella storica compagnia che si occupa della divulgazione della drammaturgia italiana contemporanea, fondata nel 1953 grazie a Paolo Grassi.
Ha frequentato la scuola di doppiaggio e, negli anni, diversi corsi e seminari di approfondimento e specializzazione (stage di cinema; formazione Grotowskiana; un corso di tip tap; danza Irlandese e danza classica). È in attività come attrice dal 1990. Nutrito il suo curriculum. Negli ultimi anni si dedica a proposte letterarie, teatrali e poetiche con il duo I Poeticanti, insieme a Paolo Provasi, architetto e musicista compositore, che ha studiato chitarra classica e liuto rinascimentale. Entrambi sono anche insegnanti. Sono stati editi libri con allegati cd con loro esibizioni.
Roberta, raccontami come ti sei avvicinata al teatro.
Al teatro mi sono avvicinata tanto tempo fa, ma non da giovanissima. Da bambina e da adolescente ero molto schiva e taciturna e mai avrei immaginato che in futuro sarei salita su un palcoscenico per parlare (parlare!) davanti ad una platea, era addirittura impensabile. Mi esprimevo attraverso il disegno, che poi ho studiato alle scuole superiori, e adoravo il canto e la musica anche perché a casa mia sia l’uno che l’altra sono stati sempre molto presenti grazie ai miei genitori; infatti mio papà aveva avuto un passato di clarinettista e sia lui che mia mamma cantavano in cori classici. Io avrei voluto studiare pianoforte, ma la vita è andata diversamente. Un’altra cosa che mi piaceva e mi piace tantissimo, che poi ho studiato, era il tip tap, perché ho sempre avuto una grande attrazione per il ritmo.
Avevo cominciato a salire su un palco grazie alla danza classica, ma la Recitazione fu un amore più maturo che ho incontrato inaspettatamente verso i vent’anni. Ho provato inizialmente con delle lezioni che impartiva il direttore di una compagnia amatoriale di Saronno e da lì sono partita in quarta con gli studi professionali che ho continuato ininterrottamente per cinque anni passando da diversi maestri meravigliosi grazie ai quali ho avuto un’ottima e solida preparazione.
Hai studiato musica e canto?
Non come avrei voluto, purtroppo, anche se mi piace pensare che nulla è perduto. Negli anni mi sono avvicinata al flauto traverso e ho preso lezioni di canto con diversi insegnanti, ma mai in maniera continuativa. Mi piacerebbe riprendere appena possibile.
Che musica ascolti nel privato?
Oh, tanti generi diversi. Sono nata musicalmente con la musica classica, soprattutto quella da Balletto, ma quasi contemporaneamente ascoltavo e ascolto la musica americana di stampo black come il jazz, lo swing, il gospel, il soul, ecc… ma anche il pop, quello bello però. Passo inoltre dalla musica antica al folk britannico, irlandese e americano ad alcuni cantautori italiani come Fabio Concato, Sergio Caputo, Ron, Joe Barbieri… E adoro le belle voci…
Come è nata l’idea dei Poeticanti?
Direi che questo è uno di quei casi in cui l’attitudine traccia un sentiero. Amo il linguaggio poetico perché, guarda un po’, è quello in cui la Parola è più vicina alla Musica. Inoltre insegnando Dizione la Poesia è un elemento fondamentale e insostituibile per far comprendere il valore e il funzionamento della comunicazione attraverso la Parola.
Ho sempre collaborato con musicisti e cantanti e quando ho avuto l’occasione di conoscere Paolo Provasi – musicista con studi di chitarra classica e rinascimentale, nonché suonatore di ukulele e compositore su testi poetici da tempo immemorabile- e di poter collaborare con lui dapprima esclusivamente come attrice e poi estendendo il mio compito a quello di vocalist e aggiunta di componente ritmica, non ho davvero potuto dire di no. Paolo è un vero cantore della Poesia! Oltre ad essere un grande conoscitore di Musica. E, cosa importante, le sue composizioni sono sempre al servizio della Poesia e mai il contrario.
Il nome Poeticanti – quando la musica incontra la parola, quando la poesia diventa canzone – è stato dato al duo dopo un paio d’anni di lavoro insieme. Un nome che definisce perfettamente la nostra mission e la nostra proposta.
Come nasce l’idea per un Reading dei vostri? Come fai o fate la scelta degli autori, in base a quali criteri?
Ci proponiamo a vicenda un autore o un argomento ogni volta che ce ne sentiamo ispirati e motivati e, se siamo d’accordo, iniziamo la nostra ricerca e il nostro studio fino a confezionare uno spettacolo.
A volte ci vengono anche commissionati dei lavori come nel caso della poetessa Emilia Villoresi tramite il pronipote Valerio Villoresi che, avendo avuto modo di ascoltare un precedente lavoro di Paolo sulla poetica di Antonia Pozzi, ha fortemente voluto che anche la sua antenata fosse riscoperta con delle nuove pubblicazioni e un diverso modo di proporre le sue liriche facendole diventare canzoni.
Ultimamente stiamo presentando “Sbagliare è umano” dell’autrice Lorenza Auguadra, con la quale ci esibiamo per portare, attraverso la sua poesia cantata e recitata, la sua esperienza come volontaria nelle strutture carcerarie. Un lavoro davvero interessante.
Un autore o autrice a cui più ami dar voce?
Difficile dire, a loro modo mi piacciono tutti: da Saffo a Emily Brontë, da Maria Luisa Spaziani a Sylvia Plath; la Villoresi e la Pozzi, Ludovico Ariosto, William Wordsworth, Sergio Corazzini, Tagore… Come si fa a scegliere? Sono tutti diversi e ognuno meraviglioso…
Come lavorate tu e il musicista? Tu proponi il pezzo e lui improvvisa o cosa?
La creazione delle canzoni spetta a Paolo, essendo il compositore e il musicista, nonché il cantante. In realtà, come confessa, è come se venisse “scelto” da una determinata poesia, quasi fosse essa stessa a voler essere messa in musica. E così comincia il processo di creazione fino al rinascere della lirica poetica in una diversa forma trasformandosi in canzone. I pezzi recitati, che siano liriche o prosa, li scelgo io. Il connubio avviene rendendo armoniosa l’unione tra pezzo cantato e pezzo recitato che non deve mai essere scontata o casuale; tutto per noi deve avere un senso… musicale. Laddove fosse necessario un sottofondo alla recitazione, Paolo si lascia condurre dalla musicalità, dal tono e dal ritmo della Parola, inizialmente improvvisando, poi definendo i passaggi fondamentali.
Cosa avete in cantiere di nuovo?
Stiamo finalmente riprendendo con le date di “Sbagliare è umano” della Auguadra, interrotte già dallo scorso anno a causa del lockdown; e poi stiamo lavorando ad un progetto sulla poetica femminile del Cinquecento Italiano; epoca che, personalmente, amo molto. Del resto, anche la chitarra rinascimentale di Paolo ha diritto ad esprimersi!
Vuoi aggiungere qualcosa in conclusione?
Si. Ti voglio dire grazie, Sergio, per questa tua iniziativa che dà voce a tanti artisti, come lo sei anche tu, del resto.
E voglio mandare un augurio grandissimo a tutto il settore di Arte e Cultura!
Non dobbiamo arrenderci perché è anche attraverso il nostro lavoro che l’anima del mondo trova la sua voce…
Potete seguire le proposte e le attività dei Poeticanti alla pagina Facebook dedicata.
Articolo a cura di Sergio Scorzillo