Musica a Teatro: Sanremare contro?

Le canzoni, servono perché ci fanno sognare, distrarre, ballare, cantare, divertire, piangere, pensare, e scusate se è poco

Musica a Teatro: Sanremare contro?
Musica a Teatro: Sanremare contro? Mahmood e Blanco al 72 Festival di Sanremo. Prima Serata. Abiti Prada e Valentino (Foto © Marco Piraccini/MondadoriPortolio)

Anche stavolta, come al solito, parlerò di Teatro e di Cultura. Per cui parlerò di Sanremo. Di Teatro perché l’Ariston è un teatro. Di cultura (all’inglese “culture”) perché come direbbe Eco non è il caso di fare discriminazione tra quella alta e quella di bassa: si metta pure insieme tutto il mondo dell’entertainment…musica, cinema, tv, fumetti e videogiochi e li si frulli.

Siamo quello che mangiamo, quello che lavoriamo, ma anche quello che ascoltiamo e che scegliamo per svagarci, bellezza! L’Ariston è un teatro, nemmeno grandissimo, inaugurato nel ’63, ed ospita anche lirica balletto, poesia, mostre e cabaret.

In una locandina esposta del luglio ’75 trovi serate coi nomi seguenti: Branduardi, Lolli, Guccini, Vecchioni, Bindi, Venditti, De Andrè e gli Stormy Six.

Su quel palco, in gara al Festival o in alternativa, non è passata solo l’intellighenzia della Nostra Musica, ma proprio l’Italia tutta, l’Italia com’è, con le sue contraddizioni, i suoi valori e i suoi tic, robina magari ancora apprezzata tanto all’estero.

Possiamo essere caciaroni, sconclusionati eccetera ma siamo indiscutibilmente, da sempre e per sempre, tanto tanto creativi. Così il Festival nostro è un concorso canoro ma non solo.

Una messa cantata, in attesa dell’estensione e processione del santo, un corteo carnevalesco, coloratissimo, di carri a tema, dove sfilano quello gay, quello lesbo, quello macho, quello supermen …col capocarro e i suoi adepti, i suoi fedeli, i suoi osannanti e denigranti.

Mi fa male ogni anno, soprattutto ultimamente coi problemi legati alla pandemia, leggere e sentire gente di spettacolo che inveisce contro il Festival, col tormentone “perché loro si è altri no?”, visto che soprattutto chi fa spettacolo dovrebbe invece essere contento che un Teatro faccia lavorare comunque attori, artisti, musicisti, direttori, tecnici, giornalisti di settore e compagnia cantante. Nonostante.

Musica a Teatro: Sanremare contro?

Il Festival è anche tanto lavoro che riempie mesi, prima durante e dopo. E muove tanti soldi, che è ricchezza per tutti. Sui social c’è chi si scatena anche a sproposito con le solite fregnacce tipo “coi soldi nostri”, mentre è il mondo degli sponsor che alimenta tutto e fa incassare anche tanto di più.

Coi soldi tuoi del canone qui non si paga manco una pizza. Mi fa male assistere a questo desiderio di sporcare e infierire, ma fa parte del gioco, anche chi si ostina a “sanremare” contro fa il gioco del Re e del suo successo.

La sommatoria dei “Che bello” “Che merda” “Che bravi” “Che schifo” è stato un picco in su di ascolti galattico. Molti dicono che in generale, di tutto, si torna indietro anziché progredire? Infatti: anche qui siamo tornati indietro ma in senso buono.

Certi ascolti si facevano trent’anni fa quando in tv non c’era altro. La kermesse ormai non è più una gara di canzoni, ma una grande vetrina luccicante. I cantanti sono lì per cantare ma anche per proporre: sé stessi, la propria immagine e/o poetica, il proprio approccio alla vita, la propria idea di interpretazione del contemporaneo.

Musica a Teatro: Sanremare contro? (Foto © Marco Piraccini/MondadoriPortolio)
Musica a Teatro: Sanremare contro? Jovanotti, Gianni Morandi al 72 Festival di Sanremo. Quarta serata (Foto © Marco Piraccini/MondadoriPortolio)

Anche la propria fragilità e inadeguatezza. In cui magari tanti giovani si rispecchiano. E così grazie a loro sfilano Valentino, Versace, Gucci,  Prada, ma anche Ferretti, Etro, Cavalli nonché Armani.

Il Made in Italy al completo. Anche chi non lo segue ne rimane influenzato. Molti lo guardano di nascosto e non lo ammettono. Resta il fatto che è relativamente importante chi vince o chi perde.

Vasco portò Vita spericolata e arrivò penultimo. Ho provato a intervistare due ragazzi, uno di quindici e uno di vent’anni a Festival non ancora concluso e ho trovato le risposte molto interessanti.

Il contorno c’è ma è per far rumore, per i boomer. I ragazzi vanno alla sostanza, cioè alla Musica.  Entrambi si chiamano Matteo.

Hai quindici anni…Stai seguendo Sanremo? Quali canzoni piacciono a te e ai tuoi amici?

Non lo vedo, ma in classe ne abbiamo parlato. Mahmood non piace molto, come canta, ma Blanco lo adorano, soprattutto le ragazze. I Maneskin piacciono come band, meno come canzoni.

Cantanti che segui e ascolti?

Sempre gli stessi. 2Pac, Eminem e Biggie Smalls. Diversi miei amici preferiscono musica italiana e trap.

Dove ascolti musica? Compri cd o vinili?

La ascolto su spotify, ho preso un paio di cd anni fa, dei Remix e Rovazzi.

Musica a Teatro: Sanremare contro?

Musica anni 80, 90 o precedente?

No…mi piace però la voce di Zucchero.

Tieni più conto della musica o del testo?

Musica.

Matteo, tu hai vent’anni, stai vedendo Sanremo? Dove ascolti musica?

In realtà non l’ho mai guardato, ma non guardo tv in generale. Ascolto tutto su spotify ma intendo acquistare un bel giradischi e avvicinarmi al vinile. I cd li trovo obsoleti.

Perché ti piace un cantante? Fisico, voce, look?

Mi interessa la dimensione estetico- stilistica degli artisti, cosa che tengo separata del giudizio musicale.

Ti piace Achille Lauro, come personaggio “eversivo”? Trovi che si rifaccia a Bowie o Zero, o non ti interessa questo?

Ho sempre apprezzato Achille Lauro dal punto di vista musicale, più in passato che ora. Non conosco granché David Bowie né Renato Zero, ma da quel poco che so Bowie mi sembra un personaggio davvero inimitabile.

Musica a Teatro: Sanremare contro?
Musica a Teatro: Sanremare contro? Il cantante Damiano David della rock band italiana Maneskin al 72 Festival di Sanremo. Prima Serata. Abiti Gucci. (Foto © Marco Piraccini/MondadoriPortolio)

Cosa ascolti?

Davvero di tutto, anche roba nostalgica a cavallo tra i ’90 e i ‘2000, ma vado anche più indietro ai ’70.

Questi più vecchi li cerchi perché li hai sentiti in famiglia?

Solo in piccola parte, son cose che ascoltiamo tra amici o li scopro in autonomia, come la dance anni ’80, spesso quando sono in auto…

Grazie Matteo e grazie Matteo.

Insomma, questo Festival, come dicevo, magari molti non lo seguono ma ne sono influenzati, molte cose restano. Questo è stato vincente perché rassicurante, più che l’amore è venuta a galla l’amicizia (sessuata o no) e il divertimento.

La voglia di condividere e abbracciarsi. Le canzoni, del resto, servono perché ci fanno sognare, distrarre, ballare, cantare, divertire, piangere, pensare, e scusate se è poco.

Anche se cuore e amore fanno rima con difficoltà, e i testi interpretano speranze ma anche disagio. Meglio se comprendono parole sorprendenti che diventano nel tempo indimenticabili, come una bici di diamanti e un cielo di perle.

È stato vincente perché ha messo insieme molti mondi, da Morandi a Rkomi, molti sorrisi e leggerezze come quelli di Tananai, melodie e ritmi strani, tormentoni già estivi, e ha giocato bene con la nostalgia tra Carrà e Cover. Le polemiche, anche quelle tese, magari legate agli interventi degli ospiti, servono allo scopo. Nonostante.

La messa cantata è finita e tutti i salmi finiscono in gloria. Andate in pace. Ci si vede tra un anno.

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Sergio Scorzillo
Sergio Scorzillo
Autore, attore, regista, formatore. Teatro e Musica sono state da sempre le sue grandi passioni e non solo. Il palcoscenico è il luogo in cui riesco a vincere le mie fragilità, a comunicare e a sentirmi utile e vivo
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