Adriano Bassi: Così unisco musica e storia nelle mie composizioni
Adriano Bassi è un concertista di pianoforte, compositore e direttore d’orchestra, che il pubblico televisivo ebbe modo di conoscere qualche anno fa in una trasmissione di Paolo Limiti. Autore di diversi libri (uno dei quali appena riedito in due volumi dopo 25 anni, sulle donne del Rinascimento), ama interpretare la musica come racconto della storia e dell’attualità, unendo mondi diversi che si possano riassumere in una parola: cultura. Ha infatti composto anche opere sulla vita di Giovanni Paolo II, Giuseppe Verdi e Maria Callas.
Preziose le sue collaborazioni con la Rai, il Teatro alla Scala e Radio Vaticana; oggi Adriano Bassi è Presidente del Comitato di Milano della Società Dante Alighieri, nonché direttore artistico dell’Associazione Pietro Mongini.
E’ dunque Adriano Bassi l’ospite della settimana di Musica Maestro.
Adriano, come comincia la tua esperienza da Direttore d’orchestra e perché?
Volevo diventare musicista a 360 gradi. Mi ero diplomato in composizione tradizionale di pianoforte; iniziai quindi a studiare al Conservatorio di Milano con il Maestro Rosana e, qualche tempo dopo, cominciai a dirigere varie orchestre in Italia e all’estero, pieno di energie come tutti i giovani che vogliono fare carriera.
La musica è sempre musica, ma tu hai una predilezione in particolare per quella sinfonica.
Esatto, senza nulla togliere alla musica operistica o ad altri generi, amo molto il suono della singola orchestra, capace di emozionare anche senza la voce.
Hai fondato due orchestre particolarmente importanti a Milano.
Rappresentano indubbiamente un motivo di orgoglio per me. Ne creai una al Centro Culturale Rosetum: un’eccellente orchestra che ebbe l’onore di accompagnare per ben due volte il grande chitarrista Alirio Diaz. E poi diressi per vent’anni il tradizionale concerto di Natale in Duomo: con Monsignor Maio, persona umanamente straordinaria, parlammo di questo progetto e mi dette l’opportunità di realizzare questi importanti spettacoli.
Cosa si può fare per promuovere la musica sinfonica presso i più giovani?
Anzitutto bisognerebbe dare più spazio ai giovani, affinché loro stessi possano crederci. Fui premiato qualche anno fa al Palazzo Isimbardi e una delle motivazioni era proprio la mia fiducia nei più giovani. Fu un riconoscimento che mi fece molto piacere: non bisogna essere egoisti, perché siamo stati tutti ragazzi. Necessitano di una opportunità concreta, non solo a parole!
Hai spesso diretto orchestre in contesti religiosi. Che rapporto c’è tra l’ispirazione musicale e il misticismo?
Fortissimo.
La musica è mistica: il compositore ha un’idea personale che porta avanti e sviluppa.
Quando c’è un pensiero, un credo legato a qualcosa di surreale, al di là della religione, c’è sempre qualcosa di mistico. E così si alleviano le sofferenze, che ogni artista vive costantemente.
Cosa significa, per Adriano Bassi, dirigere un’orchestra?
Significa avere un grande strumento di fronte a sé, una enorme officina della musica: se si cambia di pochissimo il tempo o il suono, muta tutto l’insieme.
L’orchestra è un serpente sinuoso che si continua a muovere e ad evolvere.
Credo fortemente nella agogica: si interpreta la stessa partitura in un modo diverso dagli altri direttori dando la propria personalità e sperimentando nuove sonorità.
Questo è l’anno di Dante e tu sei il Presidente del Comitato della Società a lui dedicata. Cosa ci aspetterà nei prossimi mesi?
Dante deve essere riletto non solo attraverso la Divina Commedia. L’11 novembre saremo a Milano con una maratona incredibile dove i giovani avranno la possibilità di vivere il Sommo Poeta attraverso letture, interviste impossibili a Dante, e naturalmente tanta musica. Sarà un evento importantissimo, ricco di musica e cultura.