A cinquant’anni dal suo debutto, l’artista di Gabbro pubblica un disco di cui “è soddisfatta fino in fondo”
Avrebbe potuto benissimo continuare a vivere di rendita, adagiandosi su gloriosi allori del passato, da Ma che freddo fa a Il cuore è uno zingaro, passando e ripassando per trasmissioni revival della serie “I migliori anni”.
E invece no! Nada ha scelto consapevolmente di andare avanti, di ricercare con coraggio, di essere avanti anni luce dalle quattro giovani sgallettate di turno che propongono cose indicibilmente noiose, banali, prevedibili.
Nada e la realizzazione di album meravigliosi
Già dai primi anni Settanta, dopo il grande boom popolare, decise di virare la sua carriera verso il repertorio del poeta livornese (come lei) Piero Ciampi realizzando album meravigliosi come Ho scoperto che esisto anch’io (1973) e Nada (1976) o collaborando con il gruppo rock progressive Reale Accademia di Musica in 1930: Il domatore delle scimmie (1975).
Negli anni Ottanta avvia il suo percorso da cantautrice piazzando nel frattempo successi come Ti stringerò e Amore disperato, arrivando a una svolta importante nel 1999 con Guardami negli occhi, proposta al Festival di Sanremo e apprezzata persino dal “molleggiato” Adriano Celentano che l’ha voluta con sé per duettare nel Il figlio del dolore.
Tante le collaborazioni susseguitesi: con Fausto Mesolella, Ferruccio Spinetti, Massimo Zamboni, The Zen Circus, Criminals Jokers e John Parish, già produttore del disco Tutto l’amore che mi manca (2004) e ancora del suo ultimo disco è un momento difficile, tesoro (Woodworm/Artist First).
In questo nuovo lavoro, composto da dieci tracce, c’è tutto l’universo di Nada, il suo sentire dentro e fuori di sé.
Le canzoni sono istantanee che descrivono momenti di vita e stati d’animo, fermo immagini in cui si riversano emozioni e pensieri che nascono dal profondo e sgorgano libere, leggere, vere.
L’album è stato registrato al Playpen di Bristol nel giro di un mese, suonato da musicisti come lo stesso Parish, Pete Judgee e Gerri Manzoli, vestito di sonorità asciutte, essenziali, irrequiete in grado di valorizzare al meglio la voce accartocciata di Nada.
Non basta un ascolto, neanche due, ma c’è bisogno di entrare a fondo tra le pieghe del disco per scoprire la bellezza di canzoni come la title track, Dove sono i tuoi occhi, O Madre, Stasera non piove e la conclusiva Un angelo caduto dal cielo.
Nonostante sia trascorso mezzo secolo dal suo debutto (correva l’anno 1969 e aveva solo 15 anni), Nada è un’artista sorprendente, attuale, una che non è diventata la caricatura di se stessa e di chi è stata, proiettata in avanti con anima e mente in continua evoluzione.