Gli attentati non hanno il diritto di cambiare la nostra vita, nemmeno di farci smettere di ascoltare la musica.
La paura è tanta, lo sgomento ancora di più. Sembra scontata qualsiasi frase la mente possa produrre, ma chi fa questo mestiere deve trovare le parole giuste per lasciare un segno. È doveroso ricordare cosa è accaduto, è necessario perché il tempo non cancelli le prove, la tristezza, le complesse sensazioni negative. A giorni di distanza, la stampa si è già occupata di redigere tempestivamente tutti i dettagli, adesso è tempo di riflessioni.
Sta di fatto che continuano gli atti di terrorismo e a subirne ancora una volta è la musica: dopo l’attentato al Bataclan di Parigi del novembre 2015, a Manchester è accaduta un’altra tragedia. Le ragioni probabilmente non si sapranno mai, è sbagliato persino parlare di ragioni, poiché non esistono giustificazioni per gesti simili. Sicuramente l’intento è colpire i più deboli in un momento di gioia, è la follia umana che non ha limiti come la storia ci insegna.
Abbiamo paura, si parla di dinamiche d’attentato in continuazione, cerchiamo un colpevole nella folla dando la colpa all’Altro, senza nemmeno sapere a chi ci stiamo riferendo. Non eravamo a Manchester, nemmeno a Parigi, ma la sensazione è quella di essere sempre in pericolo.
E in un mondo in cui possiamo essere tutti nel mirino del cecchino, ogni giorno, in qualsiasi parte del mondo, l’unica soluzione è quella di continuare a vivere al centoventi percento ogni istante che abbiamo in corpo. Se ci piace la musica, ci metteremo le cuffie per ascoltarla e la amplificheremo così forte finché non ci verranno i brividi. Andremo al concerto del nostro artista preferito e urleremo tutto ciò che abbiamo dentro, perché in quel momento non penseremo ad altro che a godere, magari con gli amici di sempre, magari con una sconosciuta compagnia, magari con la persona che aspettavamo da tempo. E quando in radio passeranno le nostre canzoni preferite, persino la strada cambierà i toni del paesaggio, anche il vento avrà un odore diverso.
E se dovessi morire, avrò paura, come ho paura di morire oggi, ma sarò sicuro di aver vissuto ascoltando la musica fino all’ultimo giorno. Nessuno potrà fermarmi. E quando non ci sarò più, saranno gli altri ad ascoltare ciò che tanto che mi piaceva, perché la musica non si può fermare, la musica ci sarà sempre.