Intervista al cantautore siciliano, al suo quarto lavoro discografico intitolato “Ho bisogno di dirti domani”
Si intitola “Ho bisogno di dirti domani“ il nuovo album di Nicolò Carnesi, cantautore siciliano tra le penne più raffinate e ispirate dell’attuale firmamento musicale italiano. Dopo aver rilasciato “Gli eroi non escono il sabato” nel 2012, “Ho una galassia nell’armadio” nel 2014 e “Bellissima noia” nel 2016, torna con un album contenente dieci nuovi brani inediti, tra cui i bei singoli “Spogliati“ e “Borotalco“.
Si tratta del tuo quarto disco in studio, in cosa si distingue dai precedenti?
Sicuramente c’è stato un cambiamento personale, quello più evidente penso sia nelle sonorità, che variano anche nel modo stesso di cantare. I tratti comuni, invece, sono i testi perché ho cercato una sorta di continuazione di discorsi che avevo già affrontato, in maniera completamente diversa. Questa volta ho sentito il bisogno di legare le tracce tra loro con un unico concept: il tempo, inteso come l’ingranaggio attraverso il quale scorre la nostra vita.
Hai sentito l’esigenza di riprendere in mano dei concetti?
Sì, mi viene abbastanza naturale, crescendo porto comunque avanti una mia visione delle cose, allo stesso tempo cerco di farlo in maniera sempre diversa. In questo caso, ad esempio, ho scritto tutto il disco al piano, cosa che non avevo mai fatto in passato. Uno stimolo anche per me stesso, per fare qualcosa di nuovo e coinvolgente.
Hai altre passioni oltre la musica?
Guarda, ho una passione forte quanto quella musicale anche per il cinema. Sono un accanito fruitore di pellicole, anche in maniera patologica (sorride,ndr), riesco a vedermi fino quattro o cinque film al giorno quando sono libero e in vena. Non ti nego che un giorno mi piacerebbe realizzare una colonna sonora o addirittura un film, anche se so che è molto difficile.
Tra le due passioni, come ha fatto la musica a spuntarla?
Ha scelto la musica, a 16 anni ti avrei risposto che avrei voluto fare il regista. A farmi cambiare idea è stato il fatto che le canzoni possono essere scritte in solitudine, senza l’aiuto di nessuno. Tuttora compongo principalmente da solo, col tempo ho imparato a lavorare con altre persone, soprattutto negli ultimi due dischi, vedremo in futuro se riuscirò ad aprirmi ancora di più.