“Dall’Indie all’It-Pop -Evoluzione, estetica e linguaggi” di Dario Grande
Si fa presto a dire “Indie”. Anzi, per un artista auto definirsi “Indie”, spesso, è più segno di un inevitabile egocentrismo che non di una reale consapevolezza di se stesso e della propria musica.
Mentre nel mondo la definizione “Indie”, fondamentalmente, colloca un determinato prodotto musicale in una piccola, ma non necessariamente, nicchia di mercato, in Italia questo termine è vittima di un abuso e serve più a determinare, a priori, qualità musicale e distacco dal cosiddetto mainstream.
Se ne occupa Dario Grande con il suo “Dall’Indi all’It-Pop – Evoluzione, estetica e linguaggi” edito dalle Edizioni Vololibero. La prefazione è scritta da Giordano Sangiorgi, presidente di AudioCoop, il coordinamento delle piccole etichette discografiche indipendenti di area
pop-rock italiane, già coordinatore del Tavolo della Musica, interlocutore del Governo e del Parlamento per la Legge sulla Musica, e portavoce della “Rete dei Festival per emergenti”.
Il libro analizza il percorso musicale, sviluppandolo attraverso le tappe fondamentali della scena indipendente italiana dell’ultimo decennio sino ad arrivare alla nascita del cosiddetto “it-pop”, ossia quel nuovo pop italiano che diviene il punto cruciale in cui la musica indipendente, ossia “indie”, e il mainstream coincidono.
140 pagine in cui l’autore spiega, con pazienza certosina e con un linguaggio leggibilissimo, eventi e dinamiche che hanno portato la musica “indie” italiana al proprio snaturamento e alla sua tradizione verso il nuovo modello di pop italiano, l’it-pop appunto.
Dario Grande analizza la genesi di questo fenomeno, nato da una dissociazione formale con la produzione musicale più underground strettamente legata al fenomeno post-punk della fine anni ’80 e il ricordarci esperienze sia editoriali sia musicali fondamentali per capire
come si sia preteso intraprendere un percorso di avvicinamento a quello che non era banalmente il gusto del pubblico o la necessità di vendite o la posizione nelle classifiche, ma alla canzone popolare, tradizione italiana, cercando di non svendersi al cosiddetto mainstream.
La narrazione proposta dall’autore prosegue con l’affermazione della seconda generazione di artisti “indie” italiani avvenuta all’inizio del terzo millennio sino ai giorni odierni.
Inevitabilmente la narrazione proposta da Dario Grande tiene conto anche nel nuovo contesto in cui si muove questa lenta, ma inesorabile, transizione, in una nuova era che non può non tenere conto dei mutamenti cui social network, player e piattaforme di streaming costringono
ma anche ad un ripensamento operativo, ancorché distributivo, dell’industria musicale e dei nuovi modelli di costruzione e realizzazione dei brani musicali oltre al, dato non secondario, modo di fruire della musica ma anche delle nuove modalità comunicative che caratterizzano il nuovo it-pop.
Il sopraffino lavoro dell’autore si conclude con una panoramica sugli artisti protagonisti, alcuni dei quali citati in copertina, di questo fenomeno transitivo ponendo particolare attenzione ai nomi più emblematici della scena oltre ad alcuni, ma essenziali, riferimenti al passato.
La domanda, al termine della lettura di questo saggio è, parafrasando Raf, “Cosa resterà di tutto ciò?”