Onda su onda: la storia dei tormentoni secondo Enzo Gentile

Intervista a Enzo Gentile che racconta il suo ultimo libro: “Onda su onda – Storia e canzoni delle estati italiane” 

Onda su onda. Lo cantava Paolo Conte nel 1974 e continuiamo a farlo quasi cinquant’anni dopo: il potere di un ritornello orecchiabile è a volte racchiuso tutto in una frase che ci riconduce a una stagione ben precisa. Ora che l’autunno ha definitivamente preso posto nella nostra quotidianità, con le sue giornate uggiose e i primi giubbotti, ecco che del caldo possiamo solo provare una piacevole nostalgia. Non possiamo ovviamente già immaginare cosa ci riserverà il 2022, ma l’estate porta da sempre con sè una certezza: la presenza di un tormentone canoro.

Onda su onda: la storia dei tormentoni secondo Enzo Gentile
Enzo Gentile con “Onda su onda” è alla sua ventinovesima pubblicazione

Enzo Gentile, eccezionale biografo, critico ed esperto musicale, nonché docente universitario di Storia del pop e del rock, ha pubblicato pochi mesi fa Onda su onda- Storia e canzoni delle estati italiane. 

Il libro, edito da Zolfo, rappresenta in assoluto la prima storia completa dei successi estivi dal 1960 a oggi: ossia, da quando fu inventato il cosiddetto tormentone.

Onda su onda non è solo una carrellata dei brani più celebri che ci hanno accompagnati sotto l’ombrellone, raccontandoci qualcosa del nostro Paese e del mondo in cui viviamo.

Le canzoni, infatti, sono infatti il pretesto per Enzo Gentile di ripercorrere 60 anni di storia con i suoi cambiamenti e le reciproche influenze che intercorrono da sempre tra musica e società.

Tanti gli ospiti del libro che ricordano le loro esperienze estive attraverso le partecipazioni alle manifestazioni canore estive o i loro ricordi di dj: da Gerry Scotti a Red Ronnie, passando per Orietta Berti, Bobby Solo, Marcella Bella fino ai più recenti Takagi e Ketra.

Oggi, nostro ospite, è proprio Enzo Gentile, che ci racconta la sua ultima fatica letteraria, scritta come sempre con un linguaggio scorrevole e sorprendente.

Enzo, un argomento così vasto e importante dovevi averlo in mente da parecchio tempo. Qual è stata la molla che ti ha spinto a lanciarlo proprio ora?

La storia che cerco di affrontare in “Onda su onda” copre ben 60 anni: nonostante ciò non era mai stata raccontata completamente fino ad ora.

Il fenomeno dei tormentoni estivi e delle canzoni di successo da spiaggia era già ben noto a tutti, ma mancava un quadro di riferimento in questo senso. Arrivati a questo anniversario importante, ho pensato che fosse il momento giusto per toccare un argomento molto interessante, anche da un punto di vista storico. Quelle canzoni, infatti, descrivono anche usi e costumi dell’Italia. Durante la pandemia dello scorso anno, mi sono dedicato alcuni mesi piacevolmente a questo tema che avevo a cuore da tempo e ho messo mano agli archivi che avevo a disposizione. Mi sono divertito, vivendo proprio lo spirito dell’estate.

Come hai deciso la data di inizio di questo fenomeno chiamato “tormentone estivo”?

Possiamo dire abbastanza ragionevolmente che i tormentoni estivi scattano nel 1960. Fino a prima esistevano canzoni frivole e leggere ma non erano identificate con le vacanze.

Col boom economico e la trasformazione delle infrastrutture, ecco che le vacanze iniziavano a durare di più e allo stesso tempo, quasi magicamente, emergevano questi brani.

Nello stesso periodo nascevano le manifestazioni che accompagnavano il periodo estivo: Cantagiro, Festivalbar…La discografia scopriva così l’esistenza di un periodo dell’anno tutt’altro che depresso, ma al contrario particolarmente vivo.

Perché si punta a creare successi estivi, ma per il Natale siamo rimasti ai grandi classici, fatta salva qualche rara eccezione?

Qualcuno ha provato a fare le canzoni di Natale, ma con scarso successo. Questo, forse, è accaduto anche perché l’inverno è vissuto come qualcosa di più familiare e si vivono quelle realtà che in estate sono ferme. Parlo del calcio, del cinema, dei teatri e persino della tv, fatta anzitutto di repliche; la musica, invece, va sempre avanti ed è esplosiva. C’è, anzi, ancora più attenzione per le canzoni, con la vita all’aperto che consente di ballare e divertirsi.

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Enzo Gentile racconta in “Onda su onda” i cambiamenti sociali attraverso le canzoni

Perché a una cosa così divertente attribuiamo un nome in apparenza negativo come “tormentone”, che però oggi è l’ambizione di ogni cantante? 

Il termine “tormentone” ora è sdoganato: oggi ha un’accezione molto ironica. Negli ultimi anni, soprattutto, la canzone estiva più che per le classifiche interessa perché permette di sottolineare una centralità artistica. Lo abbiamo visto anche con Morandi, Bertè, Berti…

D’altra parte una volta fare un tormentone era un grosso business, dagli anni 2000 non si vendono più dischi, ma il successo estivo diventa uno status symbol che crea ospitate e serate.

Eppure sono sempre in pochi ad emergere davvero. Anzi, si rivela sempre più difficile nonostante la grande quantità di produzioni…

È cambiato il tipo di consumo: finché c’è stato il juke-box la musica era vissuta in maniera collettiva, all’aperto. Le cuffie, al contrario, non aiutano alla diffusione di un brano, che così rimane invece in un ascolto privato. Così anche le case discografiche non puntano più di tanto sui singoli, se non sperando che l’artista crei un po’ di rumore intorno a quello. La musica, quindi, si è dovuta adeguare a un diverso approccio del pubblico.

Scrivendo un libro come questo non posso pensare che non ti sia fatto un’idea sulla canzone estiva che più ti appartiene. Sapendo già di fare un torto a qualche brano, qual è il tormentone estivo che appartiene di più all’autore di Onda su onda?

Ce ne sono tanti: nel libro racconto 500 pezzi e mi sono rifatto anzitutto alle classifiche, sennò ne avrei dovuti citare molti di più. Sapore di sale è sicuramente un brano senza tempo: venne presentato nel 1963 e ancora oggi Gino Paoli non può fare a meno di cantarlo nei concerti. La cosa vale anche per le canzoni di Edoardo Vianello. Sono brani allegri, spensierati e orecchiabili, anche perché hanno fatto parte di qualche colonna sonora.

 

 

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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