La grande esperienza e la lunga storia della crescita di una grande testata musicale.
Abbiamo incontrato Giuliano Delli Paoli, Coordinatore redazionale, anche della sezione Elettronica di Ondarock.
Tipologia: Webzine musicale
Qual è il pubblico a cui si rivolge?
E’ molto vasto. Basti considerare le otto sezioni quotidianamente aggiornate dal 2000: Rock e dintorni, Pop Muzik, Angolo Dark, Elettronica, Songwriter, Altrisuoni, Italia e Jazz. Un ventaglio dunque eterogeneo, trasversale, con un occhio di riguardo verso la musica indipendente.
Che spazio viene dato alla musica?
Semplicemente totale.
Musica di tutti i tipi o qualche genere in particolare?
Non abbiamo mai tracciato linee di confine. Il nostro sguardo è ampio, oltrepassa ogni steccato. Ondarock offre una vetrina critica, scevra da direzioni, hype e suggestioni varie.
Perché avete scelto di trattare solo la musica italiana o internazionale o perché entrambe?
Le trattiamo alla stessa maniera, ed entrambe sono parte integrante della nostra offerta.
Come si esprime l’unicità della testata? Quali le caratteristiche che la rendono unica?
Abbiamo attraversato tutte le fasi dell’evoluzione internettiana, aderendo puntualmente alle costanti mutazioni in atto. Ciò che rende Ondarock unica è la passione con la quale i redattori esercitano le proprie competenze in materia. Non c’è alcun legame o vincolo. La libertà di giudizio è infinita. A muovere i fili è solo la passione incondizionata e salvifica per la musica. Inoltre, disponiamo di sezioni meravigliose come quella che raccoglie le nostre Pietre Miliari. Curiamo News, Concerti, Speciali, Classifiche. Insomma, non ci facciamo mancare niente.
Da quando esiste la testata?
Siamo attivi dal lontano 2000, in sostanza siamo stati tra i primi della rete.
Qual è stato il percorso di crescita?
E’ stata una crescita costante. Al momento contiamo 50 redattori e 50 collaboratori. Una squadra equamente distribuita su tutto il territorio italiano. Competenze che variano dal mainstream all’elettronica più sperimentale. Vantiamo inoltre 70.000 lettori a settimana, 200.000 al mese, circa 150 materiali nuovi prodotti ogni mese, tra recensioni, live report, speciali, news, interviste, pietre miliari, monografie e via discorrendo.
Come descrivereste la vostra immagine e impostazione grafica?
Direi solida, sobria, funzionale.
Quanto pesano per voi i social nella divulgazione del vostro progetto?
Siamo nel 2019, dunque tanto.
Tra i social, quale trovate quello più efficace?
Sono tutti efficaci. Certo, Facebook resta quello più seguito (abbiamo sfondato quota 65.000). Tra l’altro, abbiamo appena attivato anche la nostra pagina Instagram. Meglio tardi che mai.
Qual è la linea che hai impostato in tema di musica?
Si punta alla qualità delle recensioni. L’intento è fornire analisi minuziose, parimenti esaustive. La competenza è accertata attraverso selezioni molto rigorose dei recensori. Inoltre, il sito dispone di una natura “bifronte”: webzine di attualità (recensioni di nuove uscite, interviste, report) e archivio storico (monografie, pietre, approfondimenti, speciali).
Che rapporto avete con gli uffici stampa?
C’è un rapporto di massimo rispetto, con una precisa linea di demarcazione tra il ruolo dell’uno e quello dell’altro.
Esiste ancora la concorrenza tra testate? Se si, come superarla?
Esiste ed è naturale che sia così. In un modo o nell’altro, la concorrenza ti spinge a fare sempre meglio; è un ulteriore stimolo, come accade in ogni campo lavorativo. Una scossa ovviamente sana, gestita senza patemi o eccessi di sorta.
Quali per voi, almeno due testate di riferimento per il vostro ambito/settore?
Rateyourmusic.com e Discogs.com. Sono contenitori “asettici”, eppure ricchi di spunti. Il secondo funge spesso e volentieri da archivio di riferimento.