Paolo Meneguzzi torna con Sogno d’estate, il nuovo singolo che precede l’album “20” che uscirà in autunno con i successi della sua ventennale carriera.
Una carriera ricca di successi, premi e riconoscimenti per Paolo Meneguzzi che torna sulla scena musicale con il nuovo singolo Sogno d’estate, accompagnato dal videoclip girato nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale. Influenze latin pop e ritmo coinvolgente per il nuovo brano dell’artista svizzero, che arriva nel ventennale della sua carriera.
Il brano, scritto da Meneguzzi in collaborazione con Max Avesani (batterista) e Nicola Cipriani (chitarrista), è il primo estratto dal nuovo album 20 in uscita in autunno e celebra con 20 brani (tra inediti e pezzi del passato originali) il ventennale di carriera del cantautore pop. Vent’anni fa fu, infatti, il Cile a lanciarlo, con la vittoria del Festival di Viña del Mar: ed è proprio il Sudamerica che gli ha portato fortuna in tutti questi anni. Il cantautore presto sarà anche papà insieme alla moglie Linda Donati con cui è convolato a nozze lo scorso maggio.
20 anni di carriera, dischi e singoli di successo: quanto ti senti cambiato artisticamente?
Non so se bisogna cambiare artisticamente, ascolto meno musica e faccio di più a modo mio e come mi piace senza avere dei punti di riferimento. Forse è questo il cambiamento. Affronto le cose con più senso della responsabilità, forse anche questo è un cambiamento. Ho voglia di divertirmi cantando e suonando quello che compongo, forse anche questo è un cambiamento.
Come nasce Sogni d’estate?
Una vacanza nella mia casa a Ibiza con i miei musicisti, una strimpellata in compagnia davanti a qualche birra e davanti al tramonto. Ecco Sogni d’estate.
L’America Latina rispetto all’Italia ti ha portato più successo?
Un tipo di successo diverso. In certi posti in Sud America sono un’icona pop e il successo si tramanda da solo anche senza far niente.
Perchè qui da noi non è stato così?
In Italia devo fare sempre qualcosa perché tornino a ricordarsi di me. Poi ascoltano le mie canzoni e capiscono. In entrambi i Paesi ci sono comunque un paio di generazioni che si ricordano di me.
A breve diventerai anche padre. Come ci si sente?
L’emozione è tanta. Spero di essere un padre attento e di riuscire a dargli una buona educazione e soprattutto tanto amore senza viziarlo troppo. Lo farò viaggiare molto sin da subito, voglio che impari a suonare, se lo vorrà, naturalmente, e vorrei fosse sportivo o sportiva. Poi, vedremo.
È partito il nuovo tour?
Sono sempre in viaggio da un continente all’altro. Suono tanto con la mia band. È quello che amo fare di più. Fare dischi non è più una priorità ma ogni tanto mi piace far sentire qualcosa di nuovo. Così, magari all’improvviso, senza preavviso, senza particolari studi di marketing. Sono un indipendente e faccio l’indipendente a modo mio. Dopo tutto l’arte e i suoi tempi non puoi programmarli.
Se ti proponessero di fare il coach in un talent?
Sinceramente non lo so, la tv oggi la guardo per lo sport, soprattutto il tennis e qualche documentario interessante. Se mi arrivasse la proposta la valuterei.
Articolo di Marco Masciopinto