Pier Caruso, il mio girovagare nella musica con “Ancora un po’”, un brano che unisce due generi e due mondi musicali molto diversi tra loro, ma senza perdere una sua profondità…
Cantautore, autore, speaker radiofonico e presentatore TV, Pier Caruso è un artista a 360°, completo, dinamico e mai banale. Un personaggio capace di unire le voci e abbattere i confini della musica. Con “Ancora un po’”, insieme al suo amico Raphael, Pier riesce ad unire due mondi musicali apparentemente lontani, due generi differenti e due linguaggi complicati da unire, creando tuttavia un brano radiofonicamente perfetto. Noi di Musica 361 abbiamo raggiunto Pier Caruso per farci raccontare questo brano, questa collaborazione e per raccontarci anche il futuro che sarà.
Ciao Pier, benvenuto tra le pagine di Musica 361, mi piacerebbe iniziare chiedendoti come stai?
Sto bene, sono in un momento dove riesco ad esprimere molto bene quello che amo fare. È un periodo sereno per me. Inoltre, l’estate per noi artisti è fonte di grande ispirazione.
Parlando di ispirazione, insieme al tuo amico Raphael avete deciso di incidere “Ancora un po’”. Un brano radiofonicamente forte, che unisce due generi e due mondi musicali molto diversi tra loro, ma senza perdere una sua profondità…
È stato un bel rincontro! Con Raphael non ci vedevamo da un po’ di tempo, per via di strade musicali completamente diverse tra loro, ma tra noi c’è sempre stata una forte amicizia che comunque la musica è riuscita a mantenere e cementificare. È stato bello unire il suo reggae e il mio pop rock per creare un brano leggero, ma non banale. Siamo riusciti a creare un qualcosa di bello e fatto in amicizia.
Com’è nata la voglia di scrivere un qualcosa insieme e perché non lo avete fatto prima?
Da anni scrivo dei pezzi per altri artisti, emergenti e non, ma con Raphael non c’era mai stata occasione; anche perché le nostre vite e i nostri percorsi ci avevano portato lontano. Così, quest’anno ne ho approfittato. Durante la conduzione di un programma televisivo (Onde sonore ndr.), ho deciso di invitare Raphael in studio. Mentre stavamo registrando la puntata, gli ho chiesto di fare una canzone con me; insomma, davanti alle telecamere non poteva dirmi di no. L’ho così “costretto” e da lì ci siamo messi sotto a lavorare al brano.
“Ancora un po’” è un brano che per orecchiabilità si presta molto alle sonorità estive, ma tuttavia non vuole perdere quel senso tipico del cantautorato…
Esattamente! Non è una cosa facile però. Personalmente sono un cultore del cantautorato italiano e dell’utilizzo di un certo tipo di parole per comporre una canzone. Il testo, secondo me, è fondamentale, è importantissimo al pari della musica. Oggi purtroppo si sta un po’ perdendo l’attenzione alla parte scritta. Spesso si prediligono solo un certo tipo di parole o solo un certo tipo di musica. Così diventa complicato trovare artisti impegnati e che piacciano anche al grande pubblico.
Questo singolo farà parte di un progetto più amplio o l’intenzione dopo “Ancora un po’” è di ripartire da zero?
Con Raphael è stata una bellissima prima volta. Una collaborazione tanto cercata, quanto apprezzata nel risultato. Ovviamente, entrambi dobbiamo tornare al nostro percorso e riprendere la nostra musica, ma per il futuro mai dire mai. Il mio progetto con i featuring è quindi concluso al momento, ma ho già pronto un nuovo singolo che uscirà tra settembre e ottobre. Torno così a scrivere solo per me stesso.
Quindi che brano dobbiamo aspettarci?
Un brano molto autobiografico! Non per le sonorità, ma per il testo utilizzato continuerò il percorso iniziato con “Ancora un po’”, manterrò quindi il mio stile, ma con un’evoluzione importante. Non vedo l’ora di far ascoltare il pezzo a tutti.
Un girovagare tra i generi e le collaborazioni per rinnovare la tua identità musicale. Possiamo racchiudere così il tuo percorso le collaborazioni da De Marinis a Raphael?
Sicuramente sì! Per me è stato un apprendere dai vari artisti, anche più giovani; un modo per ritrovare me stesso e per trovare una nuova identità artistica. Mi sento migliorato, è come se avessi fatto un upgrade confrontandomi con tanti artisti diversi tra loro.
Articolo a cura di Francesco Nuccitelli