Renato Caruso e “La Teoria del Big Chord”

Renato Caruso chitarrista crotonese, inventore del genere musicale “Fujabocla” che mescola vari stili musicali, tra cui il funk, il jazz, la bossa nova e la classica

 

Renato Caruso - La Teoria del Big Chord - cover
La Teoria del Big Chord – Renato Caruso – copertina

Renato Caruso, suona dall’età di sei anni: chitarra e pianoforte sono i primi strumenti ai quali si avvicina. Il chitarrista e compositore lavora per cinque anni presso l’accademia musicale di Ron, “Una Città Per Cantare”, come docente di chitarra classica, acustica ed elettrica, teoria e solfeggio, informatica musicale e responsabile web.

Nel corso della sua carriera si esibisce con artisti del calibro di Ron, i Dik Dik, Red Ronnie, Alex Britti e Fabio Concato.  Pubblica nel 2015 il suo primo libro “LA MI RE MI” (Europa Edizioni): un breve saggio-discorso sulla musica e il suo intreccio innovativo con le tecnologie informatiche. Nel 2016 esce il suo primo album di chitarra acustica “Aram”. Il chitarrista crotonese è l’inventore del genere musicale “Fujabocla”, che mescola vari stili musicali, tra cui il funk, il jazz, la bossa nova e la classica.

Pubblica nel maggio 2018 il suo secondo album solo guitar “Pitagora pensaci tu”. Nel marzo 2019 apre una data di “Off the record” (la serie di concerti di Francesco De Gregori al Teatro Garbatella di Roma). Nel 2021 pubblica “Grazie Turing” (Believe), l’album solo guitar, colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura dell’ultimo libro, “# Diesis o Hashtag?

Mette in vendita i suoi primi tre NFT (nel 2022) – Non Fungible Guitar (9 AM), Non Fungible Guitar (11 AM), Non Fungible Guitar (11 PM)legati a un concetto che Renato ha sviluppato, ovvero la “Relatività musicale”.

Renato Caruso è compositore e chitarrista per diversi artisti. Il 5 maggio 2023 pubblica “Thanks Galilei”.

Come hai sviluppato la teoria Big Chord?

Da sempre mi occupo della connessione tra scienza e musica andando a ritroso nel tempo, fino a 2500 anni fa. Ho studiato Pitagora, e ho origini crotonesi dove lui fondò una scuola.

Lui si dedicò, tra i tanti studi, all’armonia delle sfere: immaginava che i pianeti emettessero dei suoni e vibrassero rispetto a sfere concentriche. Secondo Pitagora, c’era qualcosa nell’universo che risuonava secondo la nostra anima e considerava l’universo come musica.  Questa musica ci viene trasmessa sotto forma di matematica.

Sono legato a questo concetto “delle armonie delle sfere”, che ho chiamato la teoria “Big  Chord”, la teoria del grande accordo.

Invece del “Big Bang”, ci potrebbe essere stato un’esplosione di un grande accordo e tutte le parti sono diventate dei pianeti, costellazioni e i generi musicali.  Ho ripreso la teoria di Pitagora dando la mia personale interpretazione in maniera quasi fiabesca.

Nel tuo recente album hai usato il Commodore 64.  Come è nata questa curiosa idea?

Io scrivo soprattutto per chitarra e strumenti. Mi era capitato in mano un vecchio pc degli anni ’90, che mi ha donato mio fratello.

Sono anche un ex programmatore, amo cimentarmi con questi “apparecchi” e ho studiato la produzione dei suoni negli anni ‘80/90. Mi sono appassionato, e ho cercato di unire la programmazione, la musica e il mondo degli otto beat.

Mi è venuta l’idea di fare qualcosa di diverso, trasformando le melodie in otto beat, per ricordare la musica di quegli anni.

Così è nato questo album, che contiene anche dei brani con la chitarra. Volevo riprodurre la semplicità di quel periodo, dove bastava una melodia, un basso e una batteria. Ho fatto questo esperimento per un gusto retro, e per legare la musica con la scienza.

Nello scenario attuale dominato del rap, trap, hi hop e i tormentoni dei “soliti nomi”, la tua casa discografica non ti detto che saresti stato fuori mercato?

L’etichetta Ada Music Italy, che ha distribuito digitalmente il mio disco, ha apprezzato l’idea e non mi ha messo ostacoli.

Sono consapevole che può essere considerata musica di nicchia, però è una scommessa in cui credo e dietro questo lavoro c’è un concetto.

Renato Caruso e “La Teoria del Big Chord”
Renato Caruso

Una domanda alla Marzullo: ti consideri un musicista che racconta “la scienza della musica” o un informatico musicale?

Mi considero come musicista che racconta la scienza della musica e dentro ci metto n po’ di fisica, tecnologia, informatica e astronomia.  Io ho un grande passione per la musica, e dove c’è matematica, filosofia e musica, in mezzo ci sono io.

Io mi definisco un musico, quello che studiava la musica da un punto di vista scientifico e umanistico. Oggi, questi studiosi vengono definiti musicologi, ma il musico è una figura più antica che studia la musica da diversi punti di vista.

Come è nata questa passione per lo studio di filosofi e la scienza della musica. Hai avuto delle influenze a scuola o nell’ambito della famiglia?

Mio padre aveva in una mano una chitarra perché era un cantautore   e nell’altra aveva un libro perché insegnava filosofia.  Andavo in campagna e mio padre mi spiegava Platone. Andavamo in montagna e lui mi raccontava Aristotele. Anche nelle sue battute c’è era sempre un insegnamento e in questo modo la mia testa si nutriva.

Da grande mi sono appassionato e mi sono incuriosito tantissimo nella lettura, e ho preso la prima laurea in informatica, poi una seconda in informatica musicale. Ho proseguito gli studi con il Conservatorio e un Master presso la Università Bicocca a Milano.

Non mi fermo solo allo strumento, voglio capire molto di più.

Nei tuoi video su YouTube e dirette Facebook abbracci con la tua chitarra tanti generi. Sei un musicista eclettico, che non ha preclusioni.

Io vengo dal Conservatorio che ti permette di riuscire a fare diversi generi e suono quello che mi piace: una sigla di un cartone animato, un pezzo jazz, rock o country. Una cosa è bella o non è bella.

Mi capita di ricevere critiche perché cerco di fare tutto, ma voglio esprimere me stesso e la mia libertà.  Io non vedo solo la musica come una chitarra e uno strumento, ma anche come musico, compositore e intellettuale (quando scrivo per alcune riviste). Bisogna cercare di avere uno sguardo a 360 gradi della materia, come viene avviene anche in altri ambiti, e non solo nella musica. È questo il segreto del successo.

Per il futuro, cosa stai progettando?

Solitamente tengo diversi seminari dove suono e spiego la storia della scienza della musica.

Prossimamente, tra le altre date, ne ho una in Calabria, a casa, dove parlerò di Pitagora e quello che ha fatto per la musica e l’umanità. Poi ci sono altre date che troverete sul mio sito.

A breve uscirà un altro libro che sto scrivendo a quattro mani con un soprano che si chiama Elena Bresciani.

Hai avuto tanti duetti con tanti artisti. Hai un sogno nel cassetto?

Il mio sogno è suonare con Sting.  Nel frattempo, continuo con lo studio e mi dedico alla ricerca.

La Teoria del Big Chord”:

1 “Laso Il Poeta Harmonico

2 “Aristosseno Il Temperato Sensibile

3 “Filolao Il Pitagorico

4 “Tolomeo vs Copernico

5 “Boezio Il Mundano

6 “Fludd Il Suonatore Di Monocordo

7 “Keplero Il Folle Platonico

8 “Newton Il Pittore Armonico

9 “Veneziano L’Accordatore di Stringhe

10 “Spielberg Il Viaggiatore” feat. Greta Cominelli e Andrea Peligro

Articolo a cura di Raffaele Specchia 

Condividi su:
Redazione
Redazione
La Redazione di Musica361 è composta da giornalisti, scrittori, copywriter ed esperti di comunicazione tutti con il comune denominatore della professionalità, dell'entusiasmo e della passione per la musica.
Top