Riccardo Muti, quando dirigere l’orchestra è nel destino

Omaggio a Riccardo Muti, il Direttore d’Orchestra per eccellenza

"Musica Maestro": i grandi Direttori d'Orchestra si raccontano 1
La nuova puntata di Musica Maestro è dedicata a Riccardo Muti

Riccardo Muti, ossia La Musica. Quando si parla del Maestro, infatti, si cita il Direttore d’Orchestra per antonomasia, quello che ha diretto i più importanti ensemble in Italia nel ‘900. Per 12 anni, dal 1968 al 1980, Riccardo Muti è stato direttore musicale del Maggio Fiorentino e, dal 1986 al 2005, ha ricoperto lo stesso ruolo al Teatro alla Scala di Milano.

Oggi è, da 12 anni, music director della Chicago Symphony Orchestra, oltre che direttore dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, da lui stesso fondata nel 2004.

Insomma, parlare di Riccardo Muti equivale a raccontare una delle figure contemporanee più importanti del nostro panorama artistico.

A lui è dedicata allora la puntata di Musica Maestro di questa settimana.

Napoletano d’adozione (nacque in Campania per volontà della madre che riteneva Molfetta, dove viveva la famiglia, troppo poco conosciuta nel mondo), visse nella città di San Gennaro dall’età di 16 anni. Lì studiò pianoforte con il Maestro Vincenzo Vitale, diplomandosi al Conservatorio. A fine anni ’60 si trasferì a Milano, abbandonando gli studi in filosofia, per dedicarsi allo studio di composizione e direzione d’orchestra. Sentiva già da allora che la musica era nel suo destino. Riccardo Muti voleva inseguire il suo sogno e, un po’, anche quello desiderato da sua madre per lui: diventare direttore d’orchestra conosciuto in tutto il mondo. Motivo per cui potere asserire di essere nato a Napoli, ha tutto un altro fascino anche oltre oceano.

Nel 1969 subito la prima grande occasione: si ritrovò a dirigere la prima rappresentazione radiofonica de I puritani di Bellini, nell’Auditorioium Rai del Foro Italico di Roma. Sul palcoscenico artisti del calibro di Luciano Pavarotti e Mirella Freni. L’anno successivo fu alla Fenice di Venezia per un concerto sinfonico con Cristina Deutekom e, nel 1971, la sua fama diventò interanzionale dirigendo a Salisburgo il Don Pasquale di Donizetti.

Negli stessi anni del Maggio Fiorentino, Riccardo Muti divenne anche direttore principale della Philarmonia Orchestra di Londra.

Iniziarono così le proficue collaborazioni con Placido Domingo e Monsterrat Caballé: la loro registrazione dell’Aida di Verdi resta, ad oggi, uno dei dischi più venduti nel mondo. Ed è proprio Giuseppe Verdi una delle fonti di ispirazione, per impegno e precisione, del Maestro Riccardo Muti.

Negli anni della Scala diresse il Nabucco nella sua serata di inaugurazione della stagione 1986/1987. Il già prestigioso teatro meneghino divenne via via negli anni sempre più impreziosito, guadagnando dalla fama internazionale del suo Direttore musicale, capace di portare sul palcoscenico opere coraggiose fino a quel momento mai proposte in quella cornice. Basti pensare a musicisti come Gluck, Cherubini e Spontini, spesso ingiustamente dimenticati nella storia passata della Scala.

La forza di Riccardo Muti risiede, soprattutto, nella sua volontà di spingersi oltre i canoni delle idee conformiste. Tutto questo mantenendo altresì un rigore e un’attenzione indiscutibili. Anche per questo è figura di riferimento per i giovani di oggi. Non a caso dal 2015 ha dato vita alla Riccardo Muti Italian Opera Academy per giovani direttori d’orchestra e cantanti.

La complessità del cammino che porta alla realizzazione di un’opera è così insegnata ai ragazzi che vogliono intraprendere lo stesso percorso.

Giovani che credono nei loro sogni di musicisti e nella possibilità di renderli concreti. Oltre ogni ostacolo e qualunque pregiudizio. Perché essere musicisti, non significa aver deciso di dedicare la propria vita a qualcosa di superfluo in attesa di altri lavori. Questa è un po’ la filosofia del Maestro e dell’accademia che vuole sviluppare il talento innato di certi ragazzi.

Da sempre impegnato anche nella battaglia contro i tagli alla cultura, Riccardo Muti è paladino di un’arte che non dovrà mai essere corrotta dalla politica e da tutto ciò che non riguardi la musica.

Il Direttore d’Orchestra per eccellenza è lui, con coraggio e dedizione all’unico mestiere possibile che il destino gli aveva riservato sin da piccolo. E noi italiani dobbiamo essere orgogliosi di avere lui come connazionale, esempio per tutti.

Condividi su:
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
Top