Quattro chiacchiere con Rico Femiano, per approfondire la sua ispirata visione di vita e di musica
Si intitola “Mi fai morire” il nuovo singolo di Rico Femiano, attualmente disponibile negli store e sulle piattaforme digitali. Il brano è accompagnato narrativamente dalle immagini del videoclip diretto da Salvatore Maiorano, con l’aiuto dell’assistente alla regia Katia Galeazzi.
“Mi fai morire”: che sapore ha per te questo brano?
Un sapore delicato e sensuale. Il sapore dell’amore che tutti, quando lo incontrano, sperano sia per sempre, ma capita davvero poche volte. Chi vive intensamente un amore resta aggrappato a dettagli che spesso vengono cercati in altre persone ma non è affatto semplice incrociarli. E allora si cerca di dare valore a quel “per sempre”, detto nei momenti clou della storia, in attesa di un ritorno che non ci sarà e che lentamente ti fa morire. C’è, quindi, anche un sapore di attesa e speranza in questo brano.
Dal punto della scrittura e del sound, che tipo di lavoro c’è stato insieme a Luca Rustici e Philippe Leon?
Uno straordinario lavoro di complicità artistica, elemento imprescindibile quando si lavora insieme. Luca e Philippe mi hanno trasportato in un mondo musicale bellissimo. Luca è un musicista fenomenale e immenso: i suoi suoni li riconosci immediatamente tra mille. La scrittura di Philippe è diretta e ricca di metafore che ti lasciano immaginare e sognare.
A livello narrativo, cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip diretto da Salvatore Maiorano?
Salvatore Maiorano è stato il regista giusto per esprimere in immagini quello che abbiamo messo nel testo. Lui è un grande artista visionario e la sua visione va oltre ogni immaginazione. Mettere insieme passione, sesso, eleganza e sensualità è un’impresa tutt’altro che semplice. Lui c’è riuscito, scegliendo figure affascinanti, capaci di esprimere emozioni con una gestualità attenta e un delicato gioco di sguardi.
Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?
La ricerca del capo testo giusto. Non è mai semplice trovare l’attacco straordinario, quello che ti fa pensare “parto da qua e la canzone può funzionare”. Ci si può arrivare anche dopo tanti tentativi e quando si trova l’attacco diventa tutto magico. Diventa un’onda emotiva spinta dal cuore e le singole parole si mettono in fila quasi da sole, in maniera spontanea, forte e vera.
Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?
Un ruolo fondamentale. La musica è la mia donna e per lei l’amore sarà davvero per sempre. È con me in ogni momento della mia giornata. Non mi lascia mai. Ne ascolto tanta. Ne scrivo tanta. È davvero il centro della mia vita e cristallizza i momenti cruciali: belli o brutti che siano, sono tutti là, nella musica, nelle canzoni.
Per quanto riguarda gli ascolti, tendi a cibarti di un genere in particolare oppure ti consideri piuttosto onnivoro?
Mi nutro di jazz, dub, reggae, rock, blues, musica latina. Si, mi considero piuttosto onnivoro e questo ascolto random mi dà un senso di libertà mentale che, peraltro, asseconda anche i miei stati d’animo.
Qual è l’insegnamento più importante che senti di aver appreso dalla musica fino ad oggi?
La musica è insegnamento. È una continua lezione di vita. Una passione che non scegli ma ti sceglie e quando arriva da te devi averne cura e nutrirla ogni giorno. Lei sa essere anche spietata e in questo ti insegna a non fermarti mai e a non smettere mai di credere che lei, se lavori con professionalità e passione, ricambierà il tuo amore profondo.