Autore di successo, Roberto Casalino ha recentemente pubblicato il suo nuovo album “Errori di felicità”. Ci ha raccontato la sua visione della musica.
Roberto Casalino regala parole a grandi interpreti. Giusto qualche esempio delle canzoni scritte da lui: “Non ti scordar mai di me” e “Novembre” per Giusy Ferreri, “Cercavo amore” per Emma, “Sul ciglio senza far rumore” per Alessandra Amoroso, “L’ultimo giorno rubato” firmata con Antonello Venditti, “Magnifico” firmata con Fedez.
Roberto Casalino, sempre in qualità di autore, ha partecipato diverse volte al Festival di Sanremo, ad esempio con Nina Zilli, Francesco Renga, Moreno, Marco Mengoni: con lui nel 2013 ha vinto con “L’essenziale”. “Errori di felicità” è il suo terzo album nelle vesti di cantautore.
Un autore come diventa un buon autore?
Inevitabile iniziare a conoscere Roberto Casalino per ciò che ha scritto per altri, visto il successo che ha riscosso. «La canzone a volte parte da una piccola frase illuminante, poi però bisogna anche avere chiara un’emozione e riuscire a sintetizzarla in una canzone. Un testo è scritto bene quando con poche parole riesce a dire tante cose. Questo è il tipo di scrittura che io prediligo, sia nelle cose che ascolto degli altri sia in quello che faccio».
Un’altra caratteristica importante della scrittura di Roberto è quella di evitare «La banalità, che non è sinonimo di semplicità. Io ho iniziato a scrivere belle canzoni quando mia madre, una casalinga che ascolta tanta musica, mentre era distratta era colpita dai concetti dei brani. In una buona canzone deve esserci qualcosa che attira l’attenzione».
Per farlo «Devi trovare il tuo marchio di fabbrica, che fa dire “questa l’ha scritta lui”. Pensiamo alle canzoni di Giuliano Sangiorgi o di Ligabue: quello che usano è un linguaggio tipicamente loro, eppure tutti raccontiamo dell’amore, delle sue gioie e dei suoi dolori. La differenza sta nel modo in cui si mettono insieme le parole. L’italiano permette un’infinità di soluzioni».
Roberto Casalino, autore e cantautore.
«Appena ho scritto la canzone “Errori di felicità” ho capito che doveva essere mia e che avrebbe dettato la linea a tutto il disco. Volevo un sound anni ‘90, tutto suonato, che fosse una sorta di omaggio a chi mi ha formato musicalmente. Penso ai Placebo, agli Smashing Pumpinks, a Dolores O’Riordan (che colpo sapere della sua scomparsa), a Carmen Consoli».
Infine, «Di errori di felicità ne ho fatti tanti: sono tentativi, non sbagli. Se non rischi nella vita non puoi nè vincere nè perdere. Ogni errore che ho fatto, che sia stato sentimentale o artistico, è stato semplicemente un tentativo compiuto per raggiungere un obiettivo. Questi errori vanno accettati con serenità». E possono diventare musica.