Rossana Casale, “Almost Blue” l’album dedicato al colore del Jazz, metafora di spiritualità e trascendenza, di tranquillità e della contemplazione
Dopo “Joni”, Rossana Casale torna al jazz con un nuovo album e tour intitolato Almost Blue, l’album dedicato al colore del Jazz, un progetto concept incentrato sul colore blu e sui brani, le parole che il jazz ha dedicato al suo significato più profondo.
Questi infatti la tracklist “blue”:
Almost Blue – Am I Blue – Blue in Green – Born to be Blue – Mood Indigo – Little Girl Blue –
Blue Rondo a la Turk – Blue Moon – Blue Skies – Afro Blue – All Blues – Shades of Blue (inedito) –
Blue Monk
Nel linguaggio comune, il blu è il colore della malinconia e della speranza. Dal sentimento blu nasce il blues, quello che ha le sue radici nei canti degli schiavi dei campi di cotone, nella speranza di libertà e di rivalsa. ‘Il blues è più di un colore, è un gemito di dolore, il sapore del conflitto, un ritornello triste ma anche un gioco a cui gioca la vita’ (M. Davis 1959).
Ed è il colore blu, metafora di spiritualità e trascendenza, di tranquillità e del silenzio, della contemplazione, il concept del nuovo progetto di Rossana Casale uscito a giugno 2024 per Egea Music.
«Qualche mese fa, mentre facevo una lunga passeggiata sul mare, in una giornata di quelle dove non sai dire come stai veramente – racconta la Casale – osservando l’incontro netto tra acqua e cielo, mi sono ritrovata a cantare tra me e me il brano “Blue Skies” di Irvin Berlin e di conseguenza a scorrere con la mente tutti i brani jazz che all’interno del loro titolo o testo nominassero la parola blue.
Dalle ballads più malinconiche come “Little girl blue”, che cantava Nina Simone nel suo primissimo album del ‘59 o “Am I blue” portata al successo da Ethel Waters, a “Almost Blue” di Elvis Costello cantata dalla voce di velluto di Chet Baker, “Blue in green” brano mistico di Miles Davis, ai brani più carnali e astratti come “Afro Blue” di Coltrane o divertenti come “Blue Rondo a la Turk” di Dave Brubeck che anche Al Jarreau ha portato a successo negli anni ‘80 giocando sul testo stesso.
Me ne sono venuti in mente tantissimi. Così mi è nata l’idea di creare un lavoro interamente volto a sviscerare quella parola così giustamente rivolta al jazz e al musicista che la libera dalle sue prigioni che la vogliono solo triste. Non è solo così».
Rossana Casale sceglie i brani che il jazz ha dedicato a ‘The color of colors’, come lo definiva Miles Davis e crea il suo nuovo progetto in-jazz aggiungendo l’inedito ‘Shades of blue’, scritto a quattro mani con il musicista Luigi Bonafede. Un ritorno al jazz più puro, quello della Casale, dopo diversi anni (Jazz in me 1994, Billie Holiday in me 2004), nonostante lo stesso jazz abbia sempre fatto da casa ai suoi album dedica (“Jaques Brel in me” del 1999, “Strani Frutti” del 2000, “Il Signor G e l’Amore” del 2013, “Round Christmas” del 2016, “JONI” del 2022).
Con lei grandi jazz men con lunghe carriere in Italia e all’estero, musicisti eccelsi che tornano dal suo passato e con i quali ha condiviso album e tours. Sono: Carlo Atti al sax tenore, Luigi Bonafede al pianoforte, Enzo Zirilli alla batteria e nuova conoscenza, Alessandro Maiorino al contrabbasso.
Abbiamo intervistato Rossana Casale a Pescara al Teatro Massimo lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza contro le Donne. Con lei sul palco Grazia Di Michele ed il pianista Emiliano Begni.
Video intervista a cura di Domenico Carriero