Rossella Cosentino, Medio Sud l’album d’esordio, un omaggio al Cilento una memoria e una tradizione dimenticata o forse sconosciuta
È disponibile online e nelle varie piattaforme dal 15 dicembre Medio Sud, l’album d’esordio della cantautrice cilentana Rossella Cosentino, prodotto da Mauro Romano e per l’etichetta Mr. Few.
Medio Sud è un cd realizzato in co-produzione artistica con il multi-percussionista ed autore Leon Pantarei e a cui hanno partecipato diversi artisti, tra cui il bassista jazzista Felice del Gaudio ed il pluri strumentista di origine croata Stefano Mongiat.
Medio Sud è un omaggio alla sua terra, ma è anche un modo per sopperire all’assenza di memoria di un territorio come quello cilentano, dove è difficile ascoltare, trovare e ritrovare tracce e suoni dal passato. Una memoria e una tradizione dimenticata e forse poco o niente conosciuta per le nuove generazioni. Con questo album Rossella si prende invece l’arduo compito di ricercare e riproporre una tradizione, ma in chiave innovativa, tra suoni e colori provenienti dall’Africa e dai luoghi esotici, per un crossover di musica, vita, esperienza e ricordi.
Noi abbiamo raggiunto Rossella Cosentino per una piacevole chiacchierata, per raccontarci questo progetto e per ripercorrere le strade della memoria di un territorio magico.
Ciao Rossella, benvenuta tra le nostre pagine. Inizierei chiedendoti come stai?
Sono emozionata! Sono veramente felice di essere riuscita a portare a termine questo progetto a cui tenevo tantissimo. Per me è la concretizzazione di un obiettivo che avevo nel cassetto da tempo. Questa uscita è una vittoria per me, per la mia musica e per la volontà di portare in giro un progetto di questo tipo.
Un album importante, ma cosa rappresenta per te questa uscita?
Per la realizzazione di questo album ho fatto un po’ come fanno i pittori o gli scultori. Prima di realizzarlo l’ho visualizzato, ho capito che forma volevo dargli e poi mi sono messa all’opera per concretizzarlo. Volevo fare un cd di world music e avevo intenzione di utilizzare delle sonorità a me care, ma con quel pizzico di attenzione alla tradizione. Per me è stata una grande sfida, avevo voglia di realizzare un qualcosa di realmente mio e sono contenta di esserci riuscita.
Questo è il tuo album d’esordio, anche se la tua carriera è già ampiamente avviata. Cosa ti ha spinto però a uscire con un progetto che vede questo recupero della tradizione?
I passaggi sono stati tanti! Per la realizzazione di questo progetto ho ricevuto tante influenze, ma in particolare è stato merito di un professore che ho avuto qui in Cilento. Infatti, è grazie a lui se ho deciso di ripercorrere e ritrovare quelle mie radici che avevo un po’ smarrito. Ho avuto così l’idea di scrivere brani in dialetto, ma contaminandoli con le sonorità che a me piacevano e che avevo scoperto nei miei viaggi. Ho quindi avuto tanti fattori che mi hanno dato quell’impulso finale per racchiudere in un progetto questa mia voglia di musica.
Medio Sud lo possiamo quindi considerare come un tuo modo per recuperare quella memoria che nel territorio si è persa?
A modo mio si! La memoria in realtà c’è, ma purtroppo non la senti, non la tocchi e non la vivi pienamente. La mia è una volontà di riempire un vuoto attraverso Medio Sud. Così sono andata alla ricerca di un qualcosa che non era così percepibile, unendo innovazione e tradizione e creando così questa contaminazione che mi ha affascinato da subito. Non ho voluto fare solo un tentativo di recupero, ma ho cercato di ripercorrere quella strada mettendoci del mio.
Cosa speri possa arrivare alle persone da questo album?
Mi piacerebbe che si concepisse come un viaggio. Partendo dall’Africa, per arrivare al Cilento e andando a ripescare qua e là, aneddoti, ricordi, sfumature, emozioni e attimi della mia vita e della mia carriera. Vorrei che si percepisse il percorso, la storia e il suono della lingua dialettale.
Un album che è anche un omaggio alla tua terra, ma oggi che rapporto hai con il Cilento?
Il classico rapporto conflittuale. Un posto magico, un laboratorio di essenze, suoni, ricordi e tranquillità, ma anche un luogo chiuso, senza stimoli e da dove ho sentito la necessità di fuggire. Per anni ho vissuto questo rapporto ambiguo con la mia terra, ma oggi sento di averci fatto pace.
C’è un brano che più di tutti consiglieresti?
Forse consiglierei due brani: Lu mare ainda e Picciosa. Il primo è un brano che cerca di rappresentare quel risveglio del proprio potenziale, quel qualcosa di magico che è dentro ognuno di noi. Il secondo è un pezzo fortemente emotivo, dedicato a mia nonna e che così ricordo attraverso questo brano. Un regalo per me e per la mia famiglia. Tuttavia, dietro ogni pezzo c’è il mio mondo e quindi sono tutti brani importanti per me e che consiglierei per far capire la mia idea di musica.
Un 2024 importante che si è concluso con l’uscita di Medio Sud, ma per il 2025 cosa ci dobbiamo aspettare da Rossella?
Spero che il prossimo sia un anno importante per me! Tutto quello che arriverà sarà un dono. Mi piace pensare a quello che potrei fare, ma non mi voglio far idee strane sul domani, voglio restare con i piedi per terra e quello che arriverà sarà un tanto di guadagnato.