Cronaca della seconda serata
Seconda serata del Festival di Sanremo 2021. Preso atto di tutti coloro che stamane non hanno mancato di ribadire il loro “rifiuto a guardare il Festival” (sai poi che affronto!), ci apprestiamo a commentare quella che sembra già essere l’edizione più seguita di sempre sui social. In un’epoca in cui abbiamo imparato lo smartworking e persino la didattica a distanza, non sorprende quindi che gli ascolti scendano di qualche punto di share. Ormai la kermesse non è più solo su Raiuno, ma rimbalza negli infiniti commenti di Facebook, YouTube, Twitter. Tutti scrivono di Sanremo. E quindi, eccovi qualcosa di originale. La cronaca della seconda serata!
E’ ancora un Fiorello “trasgressivo” in versione Achille Lauro con più piume di uno Shinigami ad aprire la serata. Si muove tra le poltrone vuote, ma ricche di palloncini, e raggiunge il proscenio dove lo attende Amadeus. Qualche scambio di battute (un po’ più lungo del necessario) e chiarimenti su alcuni scherzi della sera prima che suonano di giustificazioni (non richieste). Alle 21.03 parte la gara delle Nuove Proposte. Wrongonyou, Greta Zuccoli, Davide Shorty, Dellai si giocano i due posti per la semifinale. Passano Shorty e Wrongonyou: il più originale con qualche guizzo jazz e il più tradizionale che si accompagna con la chitarra. I nomi sembrano stranieri, ma loro sono di Palermo e di Roma. Alle 21.26 della seconda serata si ha già una certezza matematica: la Nuova Proposta vincitrice sarà un uomo. Peccato per i Dellai, creativi, ma forse un po’ troppo fuori dalle note per guadagnarsi l’accesso alla serata di venerdì.
Amadeus e Fiorello ripetono il loro numero da varietà con il corpo di ballo diretto dalle coreografie di Franco Miseria: la canzone composta da Sergio Conforti è ufficialmente la sigla dell’edizione.
Nella kermesse ricca di nomi nuovi che rischiano di confondere, alle 21.38 Orietta Berti apre la gara dei Big, e ci ricorda di essere sintonizzati sul Festival.
Entra sorridendo e bacchettando subito Fiorello che l’ha presentata nel suo rientro dopo 19 anni: “Sono 29 anni!”. In effetti manca dal ’92, quando era in gara con Giorgio Faletti. La sua Quando ti sei innamorato è una melodia serena e piena di sentimento. Lei la canta senza sbagliare nulla: l’esperienza e il mestiere fanno sempre la differenza.
Arriva Elodie, nell’inedita veste (o sottoveste!) di co-conduttrice. E’ lei a presentare Bugo, che ogni volta sembra essere annunciato come “Pupo”. Il cantante dimentica di indossare una camicia sopra la maglia della salute sotto l’abito color melanzana, e purtroppo l’emozione tradisce la sua intonazione. Peccato, E invece sì potrebbe essere una delle canzoni più forti dell’edizione: la versione radiofonica ne rende ragione, anche se sembra qualcosa di già noto.
L’emozionante ritorno di Laura Pausini all’Ariston è introdotto da uno di quei virtuosismi che solo lui o Elio e le Storie Tese potrebbero fare, mixando La solitudine alla musica dei Queen. Laura è perfetta, elegantissima e visibilmente eccitata da quel palcoscenico che l’ha vista nascere. Canta Io sì, che le è valso il Golden Globe due giorni fa, e interagisce coi conduttori con la sua tipica disinvoltura.
Tocca a Gaia: i ritmi orientaleggianti di Cuore amaro le consentono di muoversi esaltando il suo vestito ricco di frange, ma soprattutto di essere una delle più precise nel canto.
Dopo tre anni da Una vita vacanza, torna Lo Stato Sociale. Il gruppo con Combat Pop si conferma imprevedibile nella sua fantasia e nella capacità di giocare con la musica creando ritornelli sempre orecchiabili al primo ascolto. Sovvertono tutti i meccanismi: il leader, Lodo Guenzi, arriva infatti in scena solo nel finale spuntando da uno scatolone. Quando si dice essere gruppo per condividere successi e popolarità.
La seconda serata è piena di grandi emozioni e momenti toccanti.
L’omaggio al Maestro Ennio Morricone scalda la serata nell’assolo di Nello Salza e nella direzione di Andrea Morricone, per trovare il suo apice nell’esibizione de Il Volo: da pelle d’oca.
Alle 22.47, in perfetto orario secondo la scaletta, arriva il gruppo semisconosciuto (come ammette lo stesso Amadeus) La Rappresentante di Lista. Potrebbero segnare un’epoca, ma solo nella musica: la loro Amare si ballerà tanto, i vestiti fuxia difficilmente ispireranno la moda di qualcuno.
E’ ancora l’estro di Fiorello a esaltare il palcoscenico: la sua dedica, in versione Vasco, ai pensionati che osservano i cantieri è destinata a ripetute messe in onda su Techetecheté. E risulta anche più credibile di tante altre canzoni che si sentono in giro.
Tocca a Malika Ayane, che non tradisce la sua vena interpretativa estremamente raffinata e melodiosa con Ti piaci così. La seconda serata si conferma ancor più bella della prima, anche da un punto di vista musicale.
Ci si perde, invece, un po’ nelle ospitate inutili: alle 23.18 c’è l’intervista allo sportivo Alex Schwazer sul suo processo sportivo per doping. Ma sì, perché non allungare un po’ la serata con contenuti non riguardino la musica?
Il medley di Elodie, che unisce Carrà e Mahmood in una straordinaria performance di canto e di ballo, anticipa l’altro momento nostalgia della serata.
Arrivano Gigliola Cinquetti, Marcella Bella e Fausto Leali: la storia di Sanremo è un eterno presente.
Cantano successi di trenta e più anni fa, eppure rimangono pezzi e voci intramontabili. Il tempo non sembra davvero essere passato, e se lo ha fatto è stato talmente in fretta da non permettere di invecchiare a quei timbri vocali inimitabili.
Torna quindi la gara con Un milione di cose da dirti. Ermal Meta abbandona i ritmi che lo hanno consacrato nelle scorse edizioni, e sorprende con una delle melodie più romantiche ed entusiasmanti mai sentite. Impossibile non considerarlo tra i favoriti.
Tocca agli Extraliscio con Davide Toffolo. Il gruppo folk romagnolo con Bianca luce nera regala ulteriore colore alla serata, a dispetto del titolo della canzone. A dirla tutta iniziano a essere anche fin troppe le performance variegate di questo Festival: va bene puntare all’Eurovision Song Contest, ma Sanremo merita la sua liturgia tutta italiana.
Dopo Gigi D’Alessio con Dong, Granatino, Blade e Jay, è il momento di due minuti di sketch con Ibrahimovic. In collegamento da Milano si limita praticamente a ribadire senza mezzo sorriso: “Ama, mi sembri stanco, fai condurre Elodie”. Si sganascia dalle risate solo il direttore artistico, poi per fortuna arriva la pubblicità, utile anche a sgranchire le gambe nella lunga nottata.
Si torna con Achille Lauro, che questa volta si serve della attorialità di Francesca Barra e Claudio Santamaria per creare il suo creativo quadro sulle note di Bam Bam Twist.
E’ quindi la volta di Random. Non azzecca una nota, e francamente mentre canta Torno da te verrebbe da dirgli “Resta pure lì”. La stessa melodia non convince particolarmente, pur col beneficio del dubbio dovuto alla penalizzazione di esibirsi a mezzanotte e mezza.
Fulminacci evoca Santa Marinella e regala un ritornello orecchiabile, quasi “indie”, direbbe qualcuno cercando a tutti i costi un’etichetta.
Willie Peyote con un brano (Mai dire mai- La locura)che ironizza sui rapper si distingue per vivacità, ritmo, e persino per eleganza.
Una volta a Sanremo si faceva a gara per essere il più possibile eleganti. La seconda serata sembra contare sulle dita di una mano chi ancora mostra quell’attenzione.
Gio Evan, in bermuda colorati come la giacca e i calzettoni, chiaramente ha deciso di rimanere fuori da quello speciale concorso. La sua Arnica è una canzone non facile, che richiede una grande attenzione e una sequenza di frasi da interpretare tutte di seguito. L’emozione tradisce anche lui, che non riesce a reggere senza incertezze un brano orecchiabile.
A chiudere la gara dei Big è Irama. Il cantante è costretto dal regolamento a rimanere a casa in quarantena vista la positività di un suo collaboratore confermata solo oggi pomeriggio. Va in onda così un filmato delle prove generali, come concordato da Amadeus con le case discografiche concorrenti. La genesi del tuo colore entra subito nelle orecchie, fregiandosi di suoni e giri armonici che sembrano trasformare l’Ariston in una discoteca. La canzone è fortissima ma l’esecuzione in differita, in un Festival già senza pubblico, rende tutto eccessivamente artificioso.
In attesa dei risultati arriva Elodie che si racconta in una autobiografia (non troppo breve, almeno vista l’ora) che si chiude con una massima che ciascuno dovrebbe fare propria: “Essere all’altezza non è più un mio problema, perchè l’altezza è un punto di vista, non un problema“. Quindi, dopo avere emozionato con Fiorello in Vattene amore prima, ora interpreta Mina, emozionando e sorprendendo non poco.
All’1.24 la classifica demoscopica della seconda serata:
- Ermal Meta, Un milione di cose da dirti
- Irama, La genesi del tuo colore
- Malika Ayane, Ti piaci così
- Lo Stato Sociale, Combat Pop
- Willie Peyote, Mai dire mai (La locura)
- Gaia, Cuore amaro
- Fulminacci, Santa Marinella
- La Rappresentante di Lista, Amare
- Extraliscio e Davide Toffolo, Bianca luce nera
- Gio Evan, Arnica
- Orietta Berti, Quando ti sei innamorato
- Random, Torno a te
- Bugo, E invece sì
Quindi la classifica generale, compresa di tutte le 26 prime esibizioni. Ecco i primi 10:
- Ermal Meta
- Annalisa
- Irama
- Malika Ayane
- Noemi
- Fasma
- Francesca Michielin-Fedez
- Lo Stato Sociale
- Willie Peyote
- Francesco Renga
L’orchestra rumoreggia sulla bassa classifica di Orietta Berti, che aveva aperto una serata ancor più forte qualitativamente rispetto alla precedente. All’1.40 termina l’appuntamento: Sanremo 2021 è un bel Festival.