Cronaca della terza serata: pasticcio Fedez, addio vittoria?
Terza serata del Festival di Sanremo 2021, dedicata alle cover delle canzoni d’autore. Alcuni la ritengono la meno “sanremese”, e in effetti non si sentirà nemmeno mezza clip delle nuove canzoni in gara. Le interpretazioni della serata saranno comunque votate e contribuiranno alla classifica finale. La terza serata è “la storia della musica italiana”: per questo si comincia con la celebre sigla Perché Sanremo è Sanremo, con un dovuto omaggio al suo autore Pippo Caruso e al suo mentore Pippo Baudo. Così i Negramaro ricordano Lucio Dalla e Domenico Modugno. Le esecuzioni perfette di 4/3/’43 e Meraviglioso portano subito l’Ariston a una serena atmosfera di emozione e al tempo stesso di festa.
Ci sarà spazio anche per l’arte del sipario nel corso della serata. Prima un intenso monologo di Antonella Ferrari che tocca vari temi, dalla sclerosi multipla ai teatri chiusi. Poi Valeria Fabrizi, in splendida forma sulle note del Quartetto Cetra. Quindi l’intenso monologo di Monica Guerritore ad anticipare Achille Lauro vestito da Statua della Libertà nel duetto con Emma Marrone.
La lunga terza serata inizia presto.
Con ventisei canzoni da ascoltare (oltre agli ospiti), i ritmi devono essere più veloci da subito: così si comincia alle 21.10 con Noemi e Neffa, che scoprono l’affiatamento mano a mano in Prima di andare via dopo un inizio alquanto incerto.
Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci accende lo show in una bella performance di Penso positivo.
Ecco sul palco il sorriso e la bellezza di Vittoria Ceretti, in qualità di co-conduttrice. Si rivelerà poco più che una comparsa che riecheggia il look di Anna Oxa.
Francesco Renga e Casadilego non regalano l’intensità che ci si aspettava con Una ragione di più: trovare la sincronizzazione tra artisti diversi è sempre alquanto difficile. A volte si ha la sensazione di assistere a performance forzate da esigenze televisive.
Tra i pochi a convincere ci sono gli Extraliscio con Davide Toffolo e Peter Pilcher. “Rosamunda” sembra fatta apposta per la loro funambolica interpretazione.
Alle 21.45 Fiorello mixa le canzoni di Gianni Morandi sulle melodie di Massimo Ranieri e viceversa. Questa volta Rosario attinge dalla creatività altrui. Il numero sorprendente infatti non è niente di originale per la verità: il Duo Idea lo inventò già anni fa a Zelig.
Si ricomincia, ma ci si deve fermare subito: quando canta Fasma con Nesli (La fine), non funziona un microfono. Così la lagna, già ascoltata per un minuto e mezzo, deve ricominciare da capo. Sistemato il guasto, non cambia la situazione: anzi, gli sbadigli aumentano.
Ci risvegliano Bugo e i Pinguini Tattici Nucleari cantando (così così) Un’avventura, con l’esuberante band bergamasca che maschera le stonature del cantautore milanese.
Alle 22.08, orario di massima visibilità, arrivano i favoriti: Francesca Michielin e Fedez fanno un medley che appare quanto di più fuori luogo. Lo intitolano E adesso felicità, ma lo cantano con i bronci di chi sta per essere soggetto al patibolo. Tra le strofe che cantano c’è anche “Non amarmi perchè vivo all’ombra“: sanno solo loro cosa ci sia di gioioso in questa frase autobiografica di Aleandro Baldi. E se la Michielin è come sempre perfetta nell’interpretazione, l’influencer ce la mette proprio tutta per rovinare la performance sbagliando tempi e parole. Una sola nota positiva nel medley: dopo tanti anni tornano virtualmente a Sanremo i Jalisse, anche se solo per mezza strofa.
Arriveranno ventunesimi in classifica per uscire dalla top 10 della generale. Per vincere, ora, devono sperare solo nel miracolo televoto.
Irama (in un video preregistrato) canta Cyrano, ed è uno dei rarissimi casi per ascoltare Guccini a Sanremo. L’esperimento riesce perfettamente: il ragazzo dimostra grande propensione anche alla canzone d’autore più impegnata.
Sicuri e spietati i Maneskin che con Manuel Agnelli stravolgono “Amandoti” di Gianna Nannini. La vestono di un rock più autentico dell’originale. Spiazzano e convincono tutti.
Random si fa accompagnare dai The Kolors per cantare la canzone che più gli appartiene: Sono un ragazzo fortunato non può che essere l’inno per un giovane interprete che ha realizzato il suo sogno di essere all’Ariston. Tante incertezze, ma anche molta allegria che non guasta mai.
Willie Peyote gioca facile cantando Giudizi universali con Samuele Bersani, il suo originale cantautore e interprete. La poesia di questa delicata canzone incanta sempre, e si ripete anche nel duetto.
Orietta Berti è splendida su Io che amo solo te, interpretata con Le Deva, girl band capitanata da Laura Bono e scoperta dal discografico Pippo Landro qualche anno fa. Cinque voci femminili si uniscono così in questo omaggio meraviglioso a Sergio Endrigo ed è impossibile trattenere la lacrima di commozione. Perfette.
Dopo il nuovo (inutile) siparietto fotocopia della prima serata con Ibrahimovic, scorrazzato a Sanremo da un motociclista in autostrada, tocca al coro dei cantanti di The Voice Senior accompagnare Gio Evan in Gli anni. Il cantautore si presenta ancora in bermuda (certo, perché non vestirsi da spiaggia quando ti dicono che andrai a cantare in riviera?). A La Corrida ci pensava il pubblico a interrompere le esibizioni: che peccato avere le poltrone vuote…
Ghemon rispolvera I Neri per Caso e fa nascere un medley di successi che rivela il talento rimasto intatto del gruppo senza strumenti.
C’è anche fin troppo tempo per aumentare la durata della terza serata, già di per sè troppo lunga.
Amadeus che taglia i baffi in diretta a Fiorello (stasera quasi invisibile) è comunque più utile dell’intervista a Ibra e Mihajlovic. Il loro coro sulle note di Io vagabondo serve solo a riempire gli spazi di Blob e I nuovi mostri.
Si torna alla gara delle cover. La Rappresentante di Lista e Rettore sono innovative come 42 anni fa in Splendido splendente. Arisa e Michele Bravi suggestivi in Quando con una rosa argentata retta da entrambi. Le distanze e l’impossibilità di contatti fisici hanno imposto alcuni leit motiv al Festival: in tanti trovano il modo di sottolineare questa esigenza di potersi riabbracciare, risolta solo dalla musica.
Madame tenta l’impossibile cantando Prisencolinensinainciusol, e infatti si conferma la realtà: il brano lo può interpretare solo Celentano. Ancora un po’ di Afterhouse in questa serata: stavolta è Lo Stato Sociale con Non è per sempre . Commuovono insieme a Francesco Pannofino, Emanuela Fanelli e alcuni lavoratori dello spettacolo in un accorato appello finale alla riapertura dei teatri, fermi da un anno.
Annalisa ospita Federico Poggipolini e tocca le corde emotive giuste interpretando La musica è finita con una sensualità che il brano non aveva mai conosciuto in tutta la sua storia.
Gaia è coraggiosa: omaggia il grande Tenco in “Mi sono innamorato di te”, ed è splendidamente delicata con Lous And The Yakuza.
L’inizio della struggente Povera Patria non è perfetto, ma Colapesce e Di Martino si riprendono nel corso dell’esibizione e riportano le arie di Franco Battiato sul palcoscenico. A chiudere l’esibizione proprio la voce inedita del Maestro.
I Coma_Cose si prendono la responsabilità di toccare Lucio Battisti, e anche se accompagnati dal grande Radius forse si pentono ben presto di essersi avventurati in un rischio simile. Il mio canto libero, molto semplicemente, non è proprio nelle loro corde.
All’1.32, dopo il medley dei Negramaro, la stanchezza avanza incessante e viene voglia di recitare le presentazioni di rito insieme ad Amadeus, come si fa a messa nella speranza di aiutare il prete a finire prima.
Malika Ayane incanta con Insieme a te non ci sto più, dandole un’impronta soul talmente personale da farla diventare praticamente sua, con tanto di coreografia (evitabile, quella sì).
Max Gazzè porta la Magic Mistery Band e canta Del mondo dei CSI insieme all’amico Daniele Silvestri. Ormai siamo troppo abituati alla sua allegria per apprezzarne tutte le qualità narrative in brani così intensi. Specie all’1.46 (l’orario in cui, se succede qualcosa di interessante, è solo la lite Morgan-Bugo).
Ermal Meta si conferma uno dei più grandi in circolazione: la sua Caruso non può che emozionare più che mai nel giorno del compleanno di Lucio. Spettacolare l’assolo in falsetto finale.
Chiude la terza serata la cover di “Gianna” che regala Aiello: versione personalizzata da suoni nuovi e più lenta, ma comunque credibile. Fino al rap fuori contesto di Vegas Jones. Da quel momento è un degenero sul palco.
Alle 1.58, appena trenta secondi dopo l’esibizione di Aiello, Amadeus rivela la classifica della serata: possibile che a volte ci vogliano mezz’ore prima dei verdetti? A vincere la serata è Ermal Meta davanti a Orietta Berti: ora diventa lui il favorito al successo finale. Così si rivoluziona infatti la classifica generale dopo la seconda votazione. Ecco la top 10.
- Ermal Meta
- Annalisa
- Willie Peyote
- Arisa
- Irama
- Lo Stato Sociale
- Malika Ayane
- Extraliscio e Davide Toffolo
- Orietta Berti
- Maneskin