Keep Hold
Anno di nascita: 2005
Sede: Tortona (Alessandria)
“Rappresentiamo i nostri cataloghi, sia editoriali che discografici, operiamo in partnership, siamo coeditori di moltissimi brani con major, abbiamo cercato di sviluppare una piccola realtà che sappia muoversi in un mercato che è sempre sotto pressione”. Musica361 incontra Andrea Fresu, CEO e fondatore dell’etichetta Keep Hold.
Qual è la strategia per essere competitivi nella jungla della discografia?
Penso che oggi la discografia indipendente dovrebbe essere coccolata e protetta come un panda. La crisi della vendita ha ridotto un segmento florido fino ad alcuni anni fa e che ora invece è in difficoltà, alla continua ricerca di una indicizzazione nuova, di reinventarsi. Le major sono sempre più gestori di grossi cataloghi e i grandi giochi devi farli in partnership con loro, e ben venga, mentre per i progetti minori devi metterti in prima linea e provare a portarli avanti.
Qual è la vostra mission?
Gestiamo piccoli e medi cataloghi e rappresentiamo cataloghi all’estero per altre piccole realtà, cercando di dare una mano ai tanti indipendenti che vogliono provare a dare la loro musica in licenza o sub-editarla fuori dall’Italia. Siamo editori italiani, svizzeri e americani con tre diverse edizioni e ci occupiamo direttamente delle sub-edizioni in queste tre nazioni, ovviamente facciamo anche distribuzione digitale. Al di là di portare avanti alcuni progetti sul mercato italiano, come quello con Davide De Marinis, artista molto presente in Rai dopo il programma “Ora o mai più”, operiamo su progetti a lunga data. Puntiamo tantissimo sull’estero, ogni anno siamo al Midem di Cannes.
Un piccolo gruppo ma molto determinato…
La nostra è una famiglia allargata, gli artisti con cui lavoriamo diventano amici e il clima è molto informale. Questo consente di raggiungere gli obiettivi più facilmente.
Tra i vostri progetti a breve termine c’è anche l’organizzazione di un contest…
Con Antonio Labriola abbiamo ideato lo Europe Music Festival con il quale vogliamo dare delle chances reali ai nuovi talenti. Come primo premio non ci saranno il classico prodotto discografico, il videoclip, la distribuzione, il vincitore porterà invece a casa 30 mila euro, di cui 20 mila come anticipo di royalty, soldi veri da mettere in tasca, e altri 10 mila da investire sulla promozione e sulla distribuzione del singolo. Questa è la visione del contest che si terrà a Bellaria-Igea Marina dal 4 settembre. La chiusura delle iscrizioni avverrà un mese prima, il 4 agosto.
Chi potrà prendere parte al concorso?
Lo Europe Music Festival è aperto a tutti i generi musicali, con un target che va dai 14 anni all’infinito, la bellezza della musica è proprio data dal fatto che non ha età. Possono partecipare anche i dee Jay con l’unico vincolo che facciano uso di una voce dal vivo.
Come sta il mercato musicale italiano?
Numeri molto bassi e ritengo che l’errore più grande sia dovuto alla mancata apertura all’esterno. Pensiamo ad artisti come Al Bano, Toto Cutugno, che da decenni portano l’Italia fuori. Spaventa pensare che un domani, con un ricambio generazionale, questo non accadrà più. Il paradosso è che la musica italiana contemporanea che funziona fuori, non va invece in Italia. Questa incoerenza e questo bipolarismo ti fanno rimanere in bilico. Ciò che puoi fare è dare supporto, creare piccole realtà che diano vita a loro nicchie.
Quale strada seguire?
Siamo aperti a nuove partnership, operiamo a tuttotondo nel mondo dello spettacolo, la discografia è diventata un vero e proprio potpourri.
Il segreto è nel saper fare rete?
Il futuro è sinergizzare. È ciò che è mancato alla discografia italiana. Si è sempre pensato di avere vicino dei rivali e mai dei colleghi o degli amici. L’unione fa sempre la forza.
Contatto: info@keephold.it
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