#Notedicarta: “Skiantos. Una storia come questa non c’era mai stata prima, …e non ci sarà mai più…”
Una nuova uscita, con questa seconda edizione riveduta e corretta che contiene anche un 45 giri inedito con due brani registrati a Gorizia nel 1978 durante un’esibizione degli Skiantos, che perpetua l’omaggio a una delle band nate all’interno di quel tessuto-melma musicale che contraddistinse Bologna negli anni ’70.
Un racconto che parte dal lancio di verdure dal palco verso il pubblico, alle esibizioni in cui cucinavano uova anziché cantare, per arrivare a Moana Pozzi, Sanremo e alle manette dei Carabinieri perché, nella lunga carriera degli Skiantos e di Freak Antoni, è successo veramente di tutto.
Questo volume la ripercorre, con un ottimo repertorio fotografico e diverso materiale d’epoca, interviste e racconti, grazie al lavoro di Gianluca Morozzi e Lorenzo “Lerry” Arabia ed edito da Goodfellas.
Ancora oggi vale quanto dichiarò in un’intervista al quotidiano Repubblica il 30 novembre 2017, in occasione della uscita della prima edizione, Oderso Rubini, produttore discografico, musicista e scrittore italiano il cui nome Rubini è legato alla prima ondata della new wave e del punk rock in Italia e a Bologna, con la fondazione prima della Harpo’s Bazar, poi con la Italian Records, quando Paola Naldi gli chiese se si trattasse di un grande tributo meritato: «Credo proprio di sì. È tempo che venga riconosciuto il merito della band nel panorama della musica italiana. Se uno riflette su quello che hanno fatto si accorge che c’è un percorso formale ed estetico larghissimo che ha spaziato tra diversi linguaggi. Dire che non sapevano suonare era solo una provocazione».
Nelle 367 di questo volume gli autori raccontano un’epopea irripetibile, quella degli Skiantos.
Tra interviste a Freak, Sbarbo, Dandy e agli altri, affiorano aneddoti che aiutano a capire l’unicità di ciò che la band bolognese è stata e ha rappresentato.
All’inizio del loro inizio carriera gli Skiantos hanno suonato in molti locali gay «Era nato anche un sodalizio artistico con le Buson Sister, cinque o sei ragazzi che annunciavano il concerto», racconta l’ex membro Andrea “Jimmy Bellafronte” Setti.
«Happening, più che dei concerti», ricorda Dandy Bestia. «Freak s’ispirava ai futuristi, che tiravano roba sul pubblico».
Avevano deciso di formalizzare il concetto di «pubblico di merda. Noi volevamo provocare il pubblico e sul palco io ero il più stronzo. Gli stavamo sempre addosso, lo tormentavamo.
Mi ricordo a Genova tre sedie da teatro divelte e tirate insieme sul proscenio… e noi gliele abbiamo ributtate giù! Gliele abbiamo ributtate in testa!» racconta l’ex voce Stefano “Sbarbo” Cavedon.
Sicuramente chi ha vissuto quegli anni a Bologna, ritroverà suoni, anzi rumori, odori e passione già a lui noti ma questo libro ben si presta alla lettura di quanti vogliono scoprire una band la cui parola d’ordine è stata l’assoluta mancanza di quello che oggi si definisce “politicamente corretto”.