Locali361: swing milanese allo Spirit de Milan

Dal rock targato Legend Club a un locale milanese dalle atmosfere anni ‘30 ma non solo: Locali361 vi presenta lo Spirit de Milan. A svelarci l’anima, o meglio “lo spirito”, il gestore Luca Locatelli

Spirit de Milan, intervista al gestore Luca Locatelli
Spirit de Milan: sala interna

La struttura industriale che ospita lo Spirit de Milan ha tatuata sui muri una storia di 95 anni: questo ex oleificio, sorto nel 1921 e attivo durante la seconda guerra mondiale, fu in seguito acquistato dalla famiglia Livellara che utilizzò il sito per la sua produzione di oggetti e materiali in cristallo fino al 2004. Da allora i Livellara continuarono a servirsene solo per scopi commerciali finchè, in occasione di Expo 2015, fu adocchiato dall’oggi gestore Luca Locatelli e soci: «Il nostro studio di progettazione eventi, Klaxon, aveva alcune idee per Expo. Avevamo proposto la realizzazione di alcune attività in uno spazio che ospitasse eventi di musica swing dal vivo in stile proibizionismo anni ’30. Anzi in particolare il riferimento voleva essere al 1927, cioè alla traversata aerea di Lindbergh, colui che diede il nome al ballo lindy hop. L’altro progetto era “Barbera e champagne”, evento che sottolineasse la tradizione culinaria e musicale cittadina secondo lo spirito dei trani e dei cortili milanesi anni ’30. Quando ci siamo imbattuti in questo spazio abbandonato sembrava che aspettasse solo noi». Nel momento in cui Milano ospitava il mondo nessuno paradossalmente parlava di Milano, «lacuna che abbiamo colmato inaugurando la location il 25 giugno 2015, quando per la prima volta abbiamo sfruttato il cortile esterno». Nessuno immaginava che questa esperienza avrebbe poi avuto un seguito: «Dopo Expo abbiamo a poco a poco ristrutturato questa affascinante struttura, operazione burocratica e culturale notevolissima, mantenendo i riferimenti dei due eventi, che hanno così contribuito a caratterizzare l’anima, anzi lo spirito, di questo locale: Spirit of Saint Louis era il nome dell’aereo della prima transvolata oceanica e simbolo dello swing mentre Spirit de Milan significa in dialetto “spirito di Milano”. Spirit de Milan è un nome che si può leggere in italiano e in inglese, per tutti».

Locatelli, pur alla prima esperienza come gestione di un locale, mostra tanta energia e voglia di mettersi in gioco: «Ho cominciato occupandomi di scenografie per la moda e creazioni di contenuti per eventi, da piccole produzioni a porte chiuse a commissioni “pubbliche” come il tram di luce che si vede scorrere per Milano. Sono abituato al fai-e-disfa dell’architettura effimera ma in questo caso il vero contributo è stato rispettare lo spazio che abbiamo trovato, reinterpretando con mestiere le luci». Lo spazio è stato fondamentalmente conservato, anzi indicando una macchia di olio vegetale sulla parete Locatelli spiega: «Quella macchia per me è come un affresco del Quattrocento, fa parte della storia di questo edificio, un marchio culturale che contribuisce a renderci unici. Abbiamo solo assecondato l’immaginario anni ’30 senza interpolarlo con altri dettagli che possano sovrapporsi ad una precisa chiave stilistica».

Locali361: swing milanese allo Spirit de Milan 1
Particolare interno

Come definire lo Spirit? «Genuino: in questo momento di confusione relazionale offriamo forme di aggregazione genuina fatta da musica, ballo, bicchieri di vino e lunghe tavolate per favorire la conoscenza: intorno ai nostri tavoli sono già nati gruppi facebook». Da una recente indagine di mercato pare che la clientela dello Spirit sia composta anche da numerosi single, dato che il locale è consigliato da tante applicazioni ma in particolare l’obbiettivo di Luca sarebbe diventare il nuovo punto di riferimento di una Milano che non c’è più: «Ogni volta che vedo entrare allo Spirit un anziano sento che sto lavorando nella direzione giusta. Vogliamo far incontrare ragazzi di 19 e 90 anni, entrambi animati dalla voglia di divertirsi. E stiamo cercando di definire il nostro pubblico considerando anche il turismo di passaggio».

Effettivamente non si può passare da Milano senza visitare un locale che si chiama “Spirit de Milan”, soprattutto se il suo menù è costituito da piatti da nonna meneghina: «Nessuna cucina stellata ma polenta, minestrone, orecchia d’elefante e mondeghini: stiamo legando ogni portata ad una storia culturale, dai pizzoccheri della Valtellina al pesce in carpione dal lago di Como, piuttosto che prodotti lombardi locali, così come i vini e birre. Persino la drink list ha cocktail dai nomi dialettali».

Spirit de Milan, intervista al gestore Luca Locatelli
Evento estivo negli spazi esterni

E se non volete cenare tante sono le serate ad ingresso gratuito, diversi gli eventi settimanali: «Da segnalare il martedì “Tacchi, Dadi e Datteri, spettacolo d’arte varia” con protagonisti storici del cabaret milanese come Enrico Beruschi e Roberto Brivio più, una volta al mese, Arianna Porcelli Safonov conosciuta per i suoi divertenti monologhi sul web; mercoledì il progetto “Rock files” in collaborazione con Radio Lifegate nella sala “da club” e la domenica musica blues o progetti cantautorali dal vivo. Tra tutti consiglio la serata swing del sabato: si è creata una vera comunità e siamo un riferimento per Milano».

Lo Spirit è nato come spazio estivo ma oramai si può godere anche d’inverno grazie ai caratteristici tre ambienti a disposizione «e anzi vorremmo presto riuscire a lavorare anche su tutti gli altri spazi a disposizione per realizzare una scuola di ballo o di musica: stiamo pensando di ospitare l’Accademia del pianoforte o masterclass legate al jazz e allo swing, allestendo anche uno stand per accogliere artisti o eventi per bambini legati alla musica, piuttosto che altre originali collaborazioni a tema col territorio».

http://spiritdemilan.it/

https://www.facebook.com/spiritdemilan/

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Luca Cecchelli
Luca Cecchelli
Giornalista, laureato in linguistica italiana e da sempre curioso indagatore dei diversi aspetti del mondo dello spettacolo. Conduttore radiofonico e collaboratore per diverse testate e rubriche di teatro e musica, svolge parallelamente l’attività di ufficio stampa e comunicazione. Spettatore critico e melomane, è assiduo frequentatore di platee e sale da concerto oltreché batterista per passione e scrittore. Quello che ama di più però è scovare nei libri o in originali incontri e testimonianze retroscena culturali della storia della musica e incredibili aneddoti rock, di cui in particolare è appassionato conoscitore.
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