Leverkusen, una città poco conosciuta e spesso bistrattata. L’inno calcistico è una poesia musicale da ascoltare
Sapete tutti dove sia Leverkusen? La città tedesca è molto nota per la sua squadra, che a fine anni ‘80 vinse anche una Coppa Uefa in una doppia finale rocambolesca contro l’Espanyol. Avversario spesso incontrato anche dalle italiane, in queste settimane il Bayer Leverkusen sfiderà la Roma nelle semifinali di Europa League. Dunque per l’ennesima volta sentiamo parlare da ogni parte di questo club, senza tuttavia mai porre l’accento sulle origini di una squadra che ormai è diventata familiare nelle discussioni tra tifosi. Occorrerà invece fare un rapidissimo riassunto prima di addentrarci nella storia del suo inno.
Anzitutto occorre dire che Leverkusen è una grande città extracircondariale.
Si trova nella Renania Settentrionale – Vestfalia, poco distante da Colonia e Düsseldorf, le due metropoli più famose del Land tedesco. Nonostante le bellezze naturali della città e la sua splendida cattedrale, se sfogliamo su Internet alla ricerca delle attrazioni di Leverkusen, la prima che ci verrà suggerita sarà sempre lo stadio. Eppure, proprio per le vittorie comunque piuttosto scarse, anche la squadra ha sempre dovuto condividere quel destino bistrattato. Il Bayer è stato fondato infatti a inizio 1900, affiliato a una associazione polisportiva, ma per tutti il Leverkusen è la “squadra di plastica”. Così l’hanno sempre definita in Germania. Mai vincente, troppo legata a una filosofia di club familiare sin dalle sue origini. Il Leverkusen è la squadra che, non avendo mai voluto fare salti di qualità, secondo molti è come se non esistesse. Eppure, quella Coppa Uefa del 1988 se la ricordano bene in tanti.
In quel momento il Bayer Leverkusen creò il suo orgoglioso inno che ancora oggi risuona nello stadio.
Inizia proprio così la canzone:
Nella nostra città c’è molto da vedere. Molto da scoprire, da vivere, da capire. Non a Colonia e Düsseldorf. Vieni a scoprirlo tu stesso.
Dunque sin dalle prime battute c’è una dichiarazione d’amore e d’affetto per la stessa città, che da sempre vive all’ombra delle altre due.
C’è quindi spazio per la descrizione in chiave poetica di uno dei simboli di Leverkusen, che non ha apparentemente molto di romantico. Ma che diventa con questo inno un simbolo particolarmente riconoscibile. Si tratta della torre dell’acqua, un serbatoio idrico da 4 mila metri cubici e alto 236 metri, da cui si può godere la panoramica di tutta la città. Da lì si nota la geografia di Leverkusen, attraversata da tre fiumi tra le catene montuose. Un panorama suggestivo, troppo spesso dimenticato dalle guide turistiche. Ci ha pensato dunque l’inno a ricordarlo.
Quindi, ovviamente, il brano racconta l’amore per il calcio e per la squadra, nelle gioie e nei dolori.
Fino alla conclusione, che si toglie quel fastidioso sassolino dalla scarpa.
Dal club di plastica al Werkself non è stato un percorso facile. Ma teniamo insieme ciò che non cade mai ciò che vive per sempre.
Ecco, finalmente dopo quel successo in Coppa, il Leverkusen poté farsi sentire come una grande. Resta però l’unico trionfo di rilievo di una squadra, oltre a una coppa di Germania pochi anni dopo. Insomma, sono in tanti a considerarla ancora una squadra di plastica. E in fondo anche stavolta i pronostici sono per fortuna a favore della Roma.
Un inno comunque molto sentito, pieno di vitalità e di emozione. Tra pianoforte e chitarra acustica, il brano è un meraviglioso canto corale, reso ancor più commovente per il significato intenso di cui parlavamo sopra. Ascoltatela attentamente: si tratta di una canzone che, contrariamente a quanto accade spesso con i pezzi tedeschi, riesce a nutrirsi persino di una rara dolcezza. Immaginatevelo cantato da tutto lo stadio: i brividi vengono. Roma-Bayer Leverkusen sarà una sfida anche tra due meravigliosi inni, oltre che tra due squadre che sfortunatamente hanno raccolto troppo poco nella storia rispetto alla loro forza…