“Lonely Boy” di Steve Jones, scritto con il giornalista musicale e autore Ben Thompson
Con Paul Cook, Glen Matlock e Johnny Rotten, Steve Jones ha fatto parte della prima formazione dei Sex Pistols. Viene quindi normale pensare che sia il più titolato del gruppo a raccontarne vizi e virtù in quel periodo musicale. Il libro è scritto con il giornalista musicale e autore Ben Thompson.
In “Lonely Boy”, edito in Italia da “Magazzini Salani”, Steve Jones rivela al mondo la sua vita dalla nascita a oggi e lo fa senza alcun filtro, corollario, fronzoli proprio a partire dal linguaggio usato, ben conservato dalla traduzione di Alessandro Apreda.
Jones racconta solo quello che è stato e quanto successo, secondo lui o meglio secondo la sua visione, da quando era un bambino fino a oggi. Un oggi che lo vede personaggio di punta delle radio californiane.
Un libro divertente e dissacrante tanto da convincere Danny Boyle a trarre proprio da questo libro la sceneggiatura per “Pistol”, la miniserie in sei puntate da lui firmata, per FX e dedicata ai Sex Pistols in onda in Italia su Disney+.
Certo che il lavoro di Boyle ha scontentato molti, forse perché dimostra che il mito del punk poco si adatta a essere trasportato sul piccolo schermo, rivelando invece il rischio di raccontare parte della storia del rock banalizzandola.
Il racconto di Jones è strettamente personale, schietto e intimo ma sempre indirizzato al lettore. Apprezzabili gli spunti ironici che spezzano la serietà del racconto anche quando assume risvolti tragici.
Esempio lo è quanto, e come, scrive Jones relativamente alla morte di Syd e Nancy e sulla fine dei Sex Pistols.
Il racconto ci accompagna all’interno della vita di Steve Jones fino alla tossicodipendenza, all’alcolismo, alla dipendenza del sesso ma anche di quei furti, che non ha mai smesso di commettere.
Londra, la città in cui si può perdere la propria essenza e quindi la propria vita e vitalità si contrappone a Los Angeles, la città della rinascita e della sua consacrazione come grande artista.
Nella prefazione del libro la cantautrice statunitense Chrissie Hynde, nota per essere stata la leader del gruppo The Pretenders, lo definisce “un timido teppista della zona nord ovest di Londra. Quando la band si sciolse, fece come Lemmy e fuggì a Los Angeles”.
288 pagine da consumare, preferibilmente, tra un sorso di birra e l’altro. Il volume è arricchito da un pregevole inserto fotografico con scatti in bianco e nero.
Aldi là della curiosità storiografica, e questo libro la può soddisfare ampiamente, il libro di Jones è anche uno splendido regalo per i fans dei Sex Pistols, soprattutto quelli stanchi di leggere solo la campana di John Lydon, meglio conosciuto come Johnny Rotten che ha monopolizzato la storia dei Sex Pistols.