Subaru: “De Amore Et Obsessione” il nuovo singolo

Subaru: “De Amore Et Obsessione”, due facce della stessa medaglia, un enorme sfogo in cui vengono messe a nudo emozioni e difficoltà umane da trasformare in punti di forza

“De Amore Et Obsessione” il nuovo singolo Subaru
“De Amore Et Obsessione” il nuovo singolo Subaru

Lorenzo Scillitani, in arte Subaru, è un rapper classe 2000 nato e cresciuto a San Giovanni Rotondo e ora migrato a Torino per scoprire nuovi orizzonti. La passione per la scrittura e per la letteratura ha dominato la sua esistenza, folgorata poi dal rap in cui si è immerso con tutto sé stesso. Il suo ultimo singolo “De Amore Et Obsessione” esplora la relazione che intercorre tra questi due opposti, cercando di analizzarlo anche da un punto di vista psicologico. Il testo racconta degli aspetti di alcune relazioni tossiche, evidenziando l’importanza di avere rapporti sinceri nella propria vita e criticando quelli più strumentali.

Lorenzo buongiorno e bentrovato nel nostro spazio. Apro questa intervista partendo dalla tua musica: che sentimenti provi nei suoi confronti?

La passione per la musica è relativamente secondaria, è venuta dopo. Prima di tutto c’è stata la scrittura che ho coltivato fin da piccolo. Leggevo molto, mi sono appassionato alla letteratura e alla poesia; ne ho anche scritta qualcuna e questa affinità per le parole mi è rimasta ancora oggi. Quando avevo circa 16-17 anni sono entrato in contatto con la musica rap e mi sono ritrovato ad adattare i miei testi da poesie a canzoni. È stato un cambiamento che mi ha scaraventato in un altro mondo e c’è stata una grande evoluzione. Nel 2022, quando ho iniziato a pubblicare, mi sono sentito quasi pronto e ho rilasciato il mio primo singolo.

Come descriveresti il tuo stile di scrittura?

Essendo un appassionato della letteratura, mi sono sempre piaciute la ripetizione di suono, quindi allitterazione e assonanze, e le parole non di uso comune che si trovano sul vocabolario che suonano in modo interessante. Mi piace inserire nei miei testi alcune parole meno comuni del solito, poiché rendono un po’ più interessante il brano. Mi dispiace sentire le canzoni sempre con le stesse 200 parole, girate in modo diverso. Per come la vedo io, abbiamo tutti un dizionario a casa, usiamolo. È bello osservare come a volte la musica stessa possa essere un glossario; ci sono parole nuove che ho scoperto proprio attraverso di essa e mi è capitato di comprendere il significato mediante il testo della canzone.

Il tuo processo creativo segue sempre la stessa direzione?

Per trovare l’ispirazione funziona tutto. Per ciò che riguarda le abilità, riesco a collegare tutte le idee che mi passano per la testa, connettere vari elementi che assorbo dall’esterno. Sono tutti stimoli che ricevo quotidianamente e in automatico traccio una linea che li unisce. Tutto ciò che mi appunto lo lascio maturare nel taccuino, come il vino dentro la botte. Dopo un po’ di tempo, se mi ricordo di aver appuntato qualcosa di interessante, inizio a fare un collage integrando pensieri del momento; praticamente le mie canzoni sono come dei puzzle. Naturalmente poi dipende sempre dal mood che sto vivendo e quanto mi influenza.

Il tuo nome d’arte da dove viene?

Viene da una life novel, una storia in cui il protagonista si chiama Subaru e viene catapultato in un mondo fantasy dove lui non dovrebbe avere nessuna abilità. È un ragazzo giapponese qualunque, uno di noi, ma scopre di poter rinascere ogni volta che muore nella storia. Lui ha sempre tutto il mondo contro e, non avendo le abilità degli altri personaggi, l’unica possibilità che ha per cambiare la sua realtà è la sua determinazione. È molto testardo e io mi sento come lui.

Subaru - De Amore Et Obsessione - cover
Subaru – De Amore Et Obsessione – cover

Sei nato e cresciuto a San Giovanni Rotondo. Quanto ti senti legato alla tua terra?

Ho degli obiettivi ben precisi, quindi, sono dovuto andare via da qui. Non ci sono prospettive per il futuro e oltretutto è colmo di tossicità e non si può combattere perché non abbiamo gli strumenti. Adesso vivo e studio a Torino, mi trovo molto bene perché qui è l’opposto di quanto detto prima. La vita ha dei tempi e degli orari accettabili, c’è rispetto tra la gente, ci sono molte opportunità di lavoro e tante occasioni per crescere come persona.

Che cosa studi all’università?

Studio psicologia, la salute mentale mi è sempre stata molto a cuore, ho avuto molte difficoltà fin da piccolo. In questi anni ho conosciuto molti professionisti del settore e sto finendo di diventare uno di loro.

Psicologia è uno studio che si incastra bene con la tua musica?

Assolutamente sì, soprattutto per la mia scrittura e per i temi che mi piace affrontare. Ho sempre scritto molto per me stesso, per introspezione. Cito spesso elementi della disciplina.

Parliamo del tuo ultimo singolo, “Amore Et Obsessione”. Ci racconti l’esperienza che ha vissuto con questa traccia?

È stato un brano molto difficile, racconta una sensazione forte da percepire almeno per me. L’amore, una cosa bella, ci rende confusi, può diventare una gabbia asfissiante che ci annienta. Una certezza può diventare un’insicurezza. L’idea l’ho avuta due anni prima e nel mentre mi sono posto tantissime domande riguardo una relazione. È un brano concepito come uno sfogo. Ascolto musica anche in base allo stato emotivo in cui mi trovo.

Come hai imparato a capire cos’è amore e cos’è ossessione?

Sono una persona estremamente introspettiva, passo troppo tempo a pensare. Faccio terapia da quando ho undici anni.

Subaru: “De Amore Et Obsessione” il nuovo singolo 2
Subaru

Cosa fai nel tuo tempo libero?

Oltre a produrre e ad ascoltare tanta musica, apprezzo molto la letteratura quindi continuo a leggere. Mi piace anche cucinare e giocare ai videogiochi.

Ti è mai capitato di partecipare a dei contest?

Sì, mi sono sempre divertito molto, anche avendo pressione addosso. Partecipare significa allargare le proprie conoscenze, stringere nuovi rapporti, contaminarsi con le esperienze altrui.

Cosa rappresenta per te stare su un palco?

Sono nel mio mondo, quando inizio a rappare io non vedo il pubblico, non vedo nessuno. Quando apro bocca e parto c’è solo la canzone nella mia testa e sono contento. Anche se nelle prime volte ho sbagliato qualche approccio, ho fatto tesoro di tutto e ho imparato. Quando finisce il brano scopro che non sono solo e che mi stanno guardando tutti. Il palco è la mia cameretta all’aperto.

Programmi per il futuro?

Stiamo lavorando su un EP sul gioco d’azzardo, si chiamerà “All In”, di cui è già uscito un brano dal titolo “Potenziale”. Mi piacerebbe scrivere pezzi che hanno un filo che li lega insieme. Sto cercando una nuova quadra sonora e sto esplorando molto cercando di modellare il mio stile ed evolverlo.

Il tuo più grande sogno musicale?

Far sentire più persone possibili aiutate. Non è un successo solo per me stesso, anzi, mi farebbe molto piacere sapere che una mia canzone abbia aiutato qualcuno che ne ha bisogno. La consapevolezza di essere arrivati a tante persone, curare cuori che non ho ferito io; è una sensazione molto appagante.

Hai mai avuto un piano B nella vita se non avessi fatto il cantautore?

Ce l’ho già un piano B, la psicologia. Sono laureato da poco e adesso dovrei iniziare la specialistica. Anche la psicologia è un modo per aiutare tante persone. Ho un centinaio di motivi validi per fare il rapper così come per fare il terapeuta, sono scelte molto oculate e ponderate.

Articolo a cura di Simone Ferri

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